L’IA è un alleato per le nostre PMI. Sappiamo che è solo questione di tempo, non potremo farne a meno. Come lo è stato per il personal computer e per il web.
Ma prima ancora di affrontare le sfide tecnologiche e organizzative che ci attendono, dobbiamo renderci conto che i veri ostacoli sono nella nostra mente.
Bias mentali e culturali che influenzano la percezione e le decisioni degli imprenditori riguardo all’IA.
Ecco i principali:
- Bias della Familiarità: L’IA è vista come qualcosa di estraneo rispetto ai sistemi e processi tradizionali. Gli imprenditori tendono a diffidare delle tecnologie che non comprendono a fondo o che sentono “troppo lontane” dalla loro esperienza.
- Bias dell’Investimento Precedente: Molti imprenditori hanno già investito risorse significative in sistemi tradizionali e, per questo, sono riluttanti a spostarsi su nuove tecnologie che potrebbero rendere vecchie le precedenti. Questo atteggiamento, noto anche come “bias dei costi sommersi,” può rendere difficile fare il salto verso l’IA.
- Timore della Complessità: L’idea che l’Intelligenza artificiale richieda al capo azienda competenze tecniche avanzate, oltre a personale qualificato e costosi consulenti. Questa convinzione può renderci diffidenti, soprattutto se i budget e le risorse sono limitate. La percezione che l’IA sia “troppo complessa” o “adatta solo alle grandi aziende” è una battuta che sento spesso nelle aziende medio piccole. Oppure è un pretesto?
- Sindrome del Controllo: Molti imprenditori preferiscono avere, o credere di avere, gestione diretta su ogni aspetto della loro azienda e guardano all’IA come un elemento che potrebbe comprometterla. C’è il timore che l’IA prenda decisioni automatiche senza un controllo umano diretto. Senza il loro controllo diretto, ovviamente.
- Bias della Tradizione:La tentazione dell’approccio “non cambiamo ciò che funziona”, “abbiamo sempre fatto così” ci porta a mantenere processi consolidati. Anche quando molto ci sarebbe da migliorare.
- Bias dell’effetto Immediato: Molti cercano risultati immediati per giustificare un investimento. Questo bias spinge chi non è abituato a investire in qualcosa che non dia benefici visibili a breve termine, a scartare progetti validi ma con risultati prevedibili nel medio-lungo periodo.E l’IA può richiedere tempi di adattamento e di training.
- Sindrome del Gap Tecnologico: Alcuni temono di non avere competenze sufficienti per gestire l’IA. Questo senso di inadeguatezza, “non sono un esperto di tecnologia”, può portare a delegare l’adozione dell’IA ai “tecnici”, o a rimandarla indefinitamente.
- Timore della Sostituzione del Lavoro Umano: L’idea che l’IA possa portare alla perdita di posti di lavoro è un timore comune tra imprenditori e lavoratori stessi. Questo timore è particolarmente presente nelle aziende che basano il rapporto con i clienti sulla relazione personale e l’artigianalità. Noi sappiamo che l’IA sarà in grado di sostituire soprattutto lavori ripetitivi, anche rischiosi, a bassa discrezionalità: E quindi consentirà di riorientare lavoratori e lavoratrici dell’azienda verso attività di maggior valore, meno ripetitive e meno rischiose.
Secondo un recente studio del Parlamento Europeo, entro il 2035 l’aumento stimato della produttività del lavoro grazie all’AI passerà dall’11 al 37%. In particolare, l’intelligenza artificiale consentirà alle PMI di accelerare l’innovazione, usare modelli previsionali nei processi e per il Risk Management, fare analisi predittive dei dati per facilitare le scelte strategiche.
I software di elaborazione dati già presenti nelle nostre PMI si concentrano sull’accessibilità e sull’organizzazione dei dati, come diligenti bibliotecari, ci danno quello che chiediamo. L’IA ci supporta come un vero e proprio scienziato: comprende i dati, li elabora costantemente, per svolgere azioni intelligenti, sempre più accurate nel tempo. Apprende e formula ipotesi di decisioni, su cui sta a noi dire l’ultima parola.
I nostri bias mentali sono ostacoli da riconoscere e superare.
Possiamo farlo con adeguata e costante formazione, frequentando workshop, confronti e dibattiti nelle Community, come quella organizzata ogni martedi on line da Associazione Piccole e Medie Imprese @APMI.it e realizzando progetti pilota in azienda.
E anche, iniziando a prendere noi per primi una certa familiarità in modo facile e dal nostro cellulare, con forme di Intelligenza Artificiale di pubblica disponibilità, di uso gratuito e in auto apprendimento, come ChatGPT.
Un primo passo per fare esperienza e aprire la mente a un utilizzo che renderà il nostro business più veloce e strategico. E più redditizio.
La frase su cui riflettere
“Il miglior modo per prevedere il futuro è crearlo”, Peter Drucker, esperto di business.