L’intelligenza artificiale nelle PMI: 8 domande per fare il grande passo (1^ parte)

 L’intelligenza artificiale nelle PMI: 8 domande per fare il grande passo (1^ parte)

Il Rapporto Istat “Imprese e ICT 2023” evidenzia un dato che non lascia indifferenti: quasi la metà delle PMI italiane (47,9%) utilizza almeno un software gestionale. Eppure, solo il 13,6% condivide dati digitalmente con fornitori e clienti lungo la catena di approvvigionamento, ben al di sotto della media europea (23,5%).

Ma il vero gap riguarda l’adozione dell’intelligenza artificiale (IA). In Italia, solo il 5% delle PMI con almeno 10 dipendenti sfrutta tecnologie IA, contro l’8% della media europea. È evidente: c’è una distanza da colmare, e il rischio di restare indietro è concreto.

Spesso si sente obiettare” Io già in azienda sistemi gestionali, perché dovrei adottare l’intelligenza artificiale?”

Qual è la differenza fra Software gestionali e Intelligenza Artificiale? Riguarda il modo in cui questi sistemi gestiscono e utilizzano i dati:

È la stessa che c’è fra un bibliotecario e un giovane scienziato.

I Software di Elaborazione Dati sono come i bibliotecari: ti danno un libro che gli chiedi.

Cioè, sono progettati per raccogliere, organizzare e gestire grandi quantità di dati in modo strutturato. Utilizzano algoritmi statici e regole predefinite per processare informazioni, creare report, eseguire calcoli, e rendere i dati facilmente accessibili per ulteriori analisi.

Un software di elaborazione dati tradizionale risponde a istruzioni specifiche e non è capace di adattarsi o di “apprendere” dai dati stessi.

Invece, i sistemi di Intelligenza Artificiale sono come giovani scienziati: non solo elaborano dati ma imparano dai dati stessi. Gli algoritmi di IA sono in grado di identificare schemi, fare previsioni, e migliorare le proprie prestazioni con l’uso continuato (processo noto come “apprendimento automatico” o machine learning).

Un sistema di IA può analizzare grandi quantità di dati per rilevare anomalie, come nelle frodi finanziarie, fare previsioni meteo o persino interpretare immagini e linguaggio naturale.

I benefici dell’IA nelle PMI metalmeccaniche sono tangibili in diverse aree:

  • Produzione: può migliorare la produttività e ridurre i guasti attraverso la manutenzione predittiva, grazie all’ analisi dei dati del funzionamento delle macchine per rilevare anomalie prima che si verifichino guasti. Un sistema intelligente può anche ottimizzare il processo produttivo adattando automaticamente i parametri delle macchine, riducendo gli sprechi e migliorando la qualità del prodotto.
  • Logistica: permette di ottimizzare i percorsi di trasporto, con una riduzione dei costi e migliorando la puntualità. Inoltre, la gestione delle scorte diventa più efficiente, con algoritmi che analizzano i modelli di domanda e le fluttuazioni stagionali.
  • Magazzino: è perfetta per il monitoraggio automatico delle scorte, ed evita problemi di eccesso o carenza, grazie a previsioni precise basate sull’analisi dei dati.
  • Progettazione: aiuta a simulare nuovi design, migliora la qualità dei prototipi e riduce i tempi di sviluppo.
  • Relazioni con i clienti: L’IA può analizzare il comportamento dei clienti e suggerire modifiche personalizzate, migliora la comunicazione e la customer experience.

Ecco 8 domande chiave che ogni imprenditore, imprenditrice e manager dovrebbe porsi prima di fare il grande passo verso l’intelligenza artificiale.

  1. Cosa voglio ottenere con l’IA? Non è un’operazione fine a sé stessa, ma deve essere orientata a specifici obiettivi aziendali. Ad esempio: Voglio ottimizzare i processi produttivi, migliorare la gestione delle scorte, o forse innovare la progettazione dei miei prodotti? Ogni risposta a questa domanda ci orienterà verso la giusta tecnologia AI, scegliendo quella più adatta alle specifiche esigenze aziendali.
  2. Come posso integrare l’IA nei miei processi aziendali esistenti? È fondamentale comprendere come l’IA può inserirsi nel flusso di lavoro già esistente. Se, ad esempio, utilizziamo già software di gestione dati, l’IA potrebbe integrarsi facilmente con questi sistemi per migliorare l’analisi dei dati, prevedere tendenze o ottimizzare la logistica. La domanda è: posso sfruttare i dati che già raccolgo per prendere decisioni migliori?
  3. Che tipo di competenze mancano in azienda per utilizzare l’IA? Questo è uno dei principali ostacoli all’adozione dell’IA, reale certamente, ma anche utilizzato come pretesto per ritardare a oltranza decisioni in merito.  È importante porsi la domanda: Quali sono le lacune di competenze nella mia azienda e come posso colmarle? Investire nella formazione del personale o affidarsi a consulenti esterni? Quale delle due strade scegliere? Entrambe.
  4. Qual è il ritorno sull’investimento (ROI)? L’introduzione dell’IA comporta un investimento iniziale, sia in termini di tempo che di denaro. E’ ovvio chiedersi: Quanto tempo ci vorrà per recuperare l’investimento? Ma anche : Quali risparmi o guadagni posso aspettarmi nel medio e lungo termine? L’IA, infatti, è in grado di ridurre i costi operativi e aumentare la produttività, con benefici che si possono apprezzare solo dopo un periodo di adattamento e implementazione.
  5. L’IA potrebbe sostituire alcuni posti di lavoro in azienda? L’IA consentirà di sostituire alcune attività, soprattutto manuali e ripetitive. E questo è un bene. Perché allo stesso tempo significa liberare tempo per compiti più creativi e strategici, dove le persone fanno la differenza. La domanda è: Come posso bilanciare l’automazione di alcune attività con la valorizzazione delle competenze umane? Posso riqualificare i lavoratori che ho già in azienda o dovrò cercare nuove figure all’esterno? Ancora una volta, entrambe le strade. E dovremmo essere in grado anche di far capire ai nostri collaboratori attuali che l’intelligenza artificiale è una forma di arricchimento per E dovremmo impegnarci a comunicare che l’intelligenza artificiale non rende solo l’azienda più efficiente. La vera sfida è trasmettere ai nostri collaboratori attuali che l’intelligenza artificiale è una forma di arricchimento per la loro stessa professionalità.
  6. Come garantisco che con l’IA la mia azienda non perda il “tocco umano”? In molte PMI, il rapporto personale con i clienti e la cura artigianale del prodotto sono aspetti fondamentali. La domanda chiave è: Come posso utilizzare l’IA per lavorare meglio senza perdere la personalizzazione e la relazione umana che contraddistinguono la mia impresa?
  7. Quali rischi comporta l’adozione dell’IA? Qualunque innovazione porta con sé alcuni rischi. Se da un lato è in grado di migliorare la performance umana le decisioni e quindi risultati produttivi ed economici dell’azienda, dall’altro può essere vulnerabile a errori nei dati o a fughe di informazioni sensibili. È fondamentale che ci si ponga la domanda: Come posso assicurarmi che i dati su cui l’IA si basa siano di qualità e che le decisioni prese siano accurate, affidabili e riservate?
  8. Impatto ambientale: L’adozione di tecnologie AI richiede un uso intensivo dei Data Center, che sono energivori e generano significative emissioni di CO2. Nei Data Center di nuova generazione, il fabbisogno energetico raddoppierà, contribuendo al riscaldamento globale. È quindi fondamentale che le aziende adottino pratiche sostenibili, come il recupero del calore di scarto, per ridurre l’impatto ambientale.

Per evitare che l’IA si è affrontata come un concetto astratto, chi guida una PMI deve porsi domande e pianificarne l’integrazione con consapevolezza.

L’adozione dell’IA rappresenta un’opportunità concreta per accelerare l’innovazione e migliorare la competitività delle nostre aziende e del Paese.

Sta in noi, nella nostra capacità di accogliere il nuovo, non viverla come una minaccia, ma creare le condizioni perché diventi una straordinaria opportunità.

(segue)

La frase su cui riflettere

“Un imprenditore deve imparare a riconoscere il potenziale nell’incertezza e a cogliere le opportunità nel cambiamento”Peter Drucker

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