L’indice PMI Flash dell’Eurozona di agosto segnala un calo più accentuato con gli indicatori dei prezzi in leggero aumento

 L’indice PMI Flash dell’Eurozona di agosto segnala un calo più accentuato con gli indicatori dei prezzi in leggero aumento

Ad agosto l’attività economica dell’eurozona è diminuita a un tasso accelerato con una contrazione della regione che si è estesa ulteriormente dal manifatturiero al terziario. Entrambi i settori hanno riportato valori di produzione e nuovi ordini in calo, nonostante il settore manifatturiero abbia indicato tassi di contrazione decisamente maggiori. Le assunzioni sono quasi allo stallo con le aziende sempre più riluttanti nell’aumentare la loro capacità operativa visto il deterioramento della domanda e l’incupimento delle aspettative per il prossimo anno, queste ultime scivolate al valore minimo dell’anno in corso. Se le pressioni inflazionistiche continuano a mostrare indici minori rispetto a quanto registrato negli ultimi due anni e mezzo, ad agosto, con la caduta dei prezzi manifatturieri, i tassi d’inflazione principali relativi a costi e prezzi di vendita hanno registrato un lieve rialzo, in parte a causa dell’aumento delle pressioni salariali.

Produzione e domanda

Attestandosi a 47.0, in discesa da 48.6 di luglio l’Indice HCOB PMI Flash della Produzione Composita delleurozona destagionalizzato, calcolato sulla base dell’85% circa delle consuete risposte dell’indagine, ad agosto è scivolato ai minimi da novembre 2020. Se si escludono i mesi pandemici, quest’ultima lettura è stata la più bassa da aprile 2013.

Attualmente, la produzione ha segnato un calo per il terzo mese consecutivo, guidata dal quinto mese di contrazione ininterrotta della produzione manifatturiera. Anche se ad agosto il tasso di declino della produzione industriale è lievemente rallentato, continua ad essere il secondo più elevato negli ultimi 11 anni di indagine, fatta eccezione del periodo iniziale di restrizioni per il Covid-19.

Nel frattempo, anche il settore dei servizi dell’eurozona ha riportato ad agosto una contrazione, registrando il primo calo dell’attività dallo scorso dicembre, anche se ad un tasso molto più moderato rispetto al settore manifatturiero.

Le condizioni della domanda continuano a peggiorare in entrambi i settori. Il flusso complessivo dei nuovi ordini ha segnato la terza contrazione mensile consecutiva, con un’accelerazione del tasso di declino fino al valore più rapido da novembre 2020. Se si escludono i mesi pandemici, quest’ultimo calo del flusso di nuove commesse è stato il più elevato da ottobre 2012. I nuovi ordini manifatturieri hanno continuato a contrarsi a uno dei ritmi più forti dalla crisi finanziaria globale, e si sono accompagnati al peggioramento della domanda di servizi per il secondo mese consecutivo. Queste ultime hanno indicato la peggiore contrazione da maggio 2013, esclusi i mesi di restrizioni da Covid-19.

Occupazione, capacità operativa e ottimismo

Il livello delle assunzioni si è avvicinato allo stallo, con l’indagine PMI Flash di agosto che ha registrato il minor tasso di creazione occupazionale da febbraio 2021, quando cioè gli organici hanno ricominciato a risalire dopo le restrizioni pandemiche. Per il terzo mese consecutivo si è registrata una perdita marginale di impieghi nel settore manifatturiero, mentre nel terziario le assunzioni hanno continuato a ridursi rispetto al picco recente di aprile, fino a registrare solo un marginale aumento degli organici, il minore da febbraio 2021.

Le assunzioni quasi in stallo sono lo specchio di un calo sempre più elevato di lavoro inevaso giacente nelle aziende, che si relaziona con la progressiva capacità in eccesso rispetto alla domanda. Escludendo i mesi iniziali di restrizioni per il Covid-19, il calo delle commesse non ancora completate è stato il più elevato da novembre 2012. Se nel manifatturiero il crollo è stato di nuovo notevole, segnando il quindicesimo mese consecutivo di declino, il lavoro inevaso del terziario è calato per il secondo mese consecutivo ed il tasso di contrazione è stato il più forte da febbraio 2021.

Il peggioramento del flusso dei nuovi ordini ha giocato un ruolo chiave nell’attenuare ulteriormente la fiducia sugli affari per l’anno a venire. Le aziende hanno anche citato timori sul più generale rallentamento economico sia nazionale che estero, così come le preoccupazioni sull’impatto dei prezzi in aumento. Le aspettative economiche delle aziende per i prossimi 12 mesi sono quindi diminuite per il sesto mese consecutivo, toccando il valore più basso da dicembre scorso e scendendo sempre più al di sotto della media di lungo termine, indicando un attenuamento dell’ottimismo rispetto alla media storica.

Ad agosto, il manifatturiero ha peraltro continuato a ridurre fortemente il livello degli acquisti delle aziende, in linea con le ridotte necessità produttive, contribuendo a un nuovo calo storicamente elevato delle giacenze di materie prime. Anche il livello delle giacenze di prodotti finiti si è abbassato.

La riduzione degli acquisti da parte dei manifatturieri ha però alleggerito la pressione sulla catena di distribuzione, dando luogo a sua volta al settimo miglioramento mensile consecutivo della media dei tempi di consegna.

Prezzi

Le pressioni inflazionistiche di agosto sono nel frattempo aumentate, sia per i prezzi medi di acquisto che di vendita, anche se entrambi hanno segnalato tassi di inflazione molto più deboli di quelli avutisi nei due anni prima dell’estate.

Per la prima volta in sette mesi, i prezzi medi di vendita di beni e servizi hanno indicato rialzi maggiori, spingendo il tasso relativo ancora più in alto della media di lungo termine dell’indagine, nonostante abbia indicato il secondo valore più lento da marzo 2021. Il prezzo dei beni è diminuito per il quarto mese consecutivo, anche se il tasso di deflazione è rallentato. I prezzi del terziario hanno nel frattempo indicato il più lento tasso di incremento da ottobre 2021.

Per la prima volta in 11 mesi, il tasso di inflazione dei prezzi d’acquisto di entrambi i settori è lievemente aumentato malgrado sia rimasto marginalmente inferiore alla media di lungo termine dell’indagine. La forte riduzione dei costi del manifatturiero, anche se minore rispetto a luglio, si è unita al lieve rialzo dell’inflazione dei costi terziari, questi ultimi comunemente collegati all’aumento delle pressioni salariali.

Tendenze nazionali

Analizzando la crescita all’interno dell’eurozona, il calo più forte è stato registrato in Germania, dove la produzione di beni e servizi si è contratta per il secondo mese consecutivo e ad un tasso mai visto da maggio 2020 (e da giugno 2009 se si esclude il periodo pandemico). Ad un severo e acuto calo della produzione manifatturiera si è unita la prima contrazione dell’attività del settore terziario tedesco da dicembre scorso.

La Francia ha riportato il terzo mese consecutivo di calo della produzione, ad un tasso invariato da luglio, che, ad esclusione di soli quattro mesi di chiusura anti-pandemica, ha segnalato il declino più forte da maggio 2013. Nel manifatturiero, il tasso di decremento è stato moderato, restando comunque elevato, ma è accelerato nel terziario.

Rispetto a Francia e Germania, il resto della regione ha sofferto un calo moderato della produzione, segnando comunque la prima riduzione da dicembre a causa dell’attuale peggioramento della produzione manifatturiera unita alla quasi stagnazione dell’attività del settore terziario.

Commento

Commentando i dati PMI flash, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Sfortunatamente il settore dei servizi dell’eurozona sta mostrando segnali di contrazione simili alla debole prestazione del manifatturiero. Le aziende del terziario hanno certamente riportato il primo calo dell’attività dalla fine dello scorso anno, mentre si riduce ancora una volta la produzione manifatturiera. L’analisi degli indici PMI per le nostre previsioni a brevissimo termine sul PIL ci portano a concludere che nel terzo trimestre l’eurozona si contrarrà dello 0.2%. Il presidente della BCE Christine Lagarde ha fatto scattare l’allarme sulla possibilità che l’economia subirà salari più alti e minore produttività che faranno aumentare l’inflazione. Pare che queste preoccupazioni presto si trasformeranno in realtà, almeno per il vasto settore dei servizi dove ad agosto i prezzi di acquisto così come i salari sono aumentati a un tasso più veloce. Allo stesso tempo la stagnazione del livello occupazionale si è unita alla riduzione della produzione riducendo pertanto il livello di produzione pro capite. A settembre, dunque, la BCE potrebbe mostrarsi più restia ad interrompere il ciclo di rialzi. La contrazione del manifatturiero ha toccato il fondo? Forse, considerando che l’indice PMI principale, anche se ancora in territorio di contrazione, ha in qualche modo riportato un aumento. E questo è legato al leggero miglioramento del livello degli ordini ma anche alla riduzione più lenta delle scorte. Le previsioni più ottimistiche su un maggiore livello di produzione di qui ad un anno, confermano questo scenario. Una concreta inversione di tendenza potrebbe però verificarsi solo nel primo trimestre del prossimo anno, visto che il PMI parte da un valore piuttosto basso. La pressione al ribasso dell’economia dell’eurozona di agosto è principalmente causata dal settore dei servizi della Germania che è passata dalla crescita alla contrazione ad un ritmo inconsueto, mentre in Francia le aziende dei servizi hanno ridotto la loro attività ad una velocità simile a quella del mese scorso. Nel settore manifatturiero, la produzione delle aziende tedesche ha registrato un calo ad un tasso di gran lunga più rapido di quelle francesi e questo alimenterà il dibattito nel considerare la Germania come malato d’Europa”.

Foto di Karolina Grabowska da Pexels: https://www.pexels.com/it-it/foto/segno-ricco-sfocatura-bandiera-4386152/

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