L’economia marittima italiana dopo la pandemia
Il trasporto marittimo continua a rappresentare il principale veicolo dello sviluppo del commercio internazionale con il 90% delle merci che viaggiano via mare. Ma lo shock dovuto alla pandemia e l’impatto di alcuni macro-trend geopolitici e climatici hanno condizionato notevolmente gli equilibri del commercio marittimo mondiale.
Le ultime previsioni sull’impatto del COVID-19 sul segmento container – la proxy più vicina al commercio internazionale in quanto esprime per lo più il traffico manifatturiero – evidenzia un calo del 7,3% nel 2020, il che ha portato via al settore gli ultimi quattro anni di crescita.
Le previsioni al 2024 stimano un superamento dell’attuale situazione e una crescita della movimentazione container a livello mondiale del 3,5%.
Il Settimo Rapporto Annuale Italian Maritime Economy, realizzato da SRM – il Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo – analizza gli impatti della pandemia da COVID-19 sul sistema logistico-marittimo italiano.
In questa edizione viene fornita anche una visione strategica per una ripartenza rapida e per costruire un futuro più resiliente agli shock economici e sanitari.
L’impatto del COVID-19 sul Mediterraneo e sul Canale di Suez ha prodotto, nei primi 5 mesi del 2020, un forte calo delle container ship (-15%) dovuto ad una frenata dell’export da e verso la Cina insieme a un traffico più accentuato verso il Capo africano di Buona Speranza. Quest’ultimo fenomeno è dovuto al calo del prezzo del petrolio che ha indotto numerose portacontainer a passare per il Capo risparmiando così i costi del pedaggio del Canale di Suez, nonostante l’allungamento del percorso di circa 3.000 miglia nautiche.
Un altro fenomeno che ha caratterizzato il periodo del COVID-19 è stato lo “slow steaming” in cui le navi hanno percorso le rotte con una minore velocità, in un’ottica di riduzione dei costi.
Oltre alla pandemia, gli scenari del Mediterraneo e la portualità dell’Italia sono influenzati dallo scontro commerciale Cina-Usa, dal rallentamento della Belt and Road Initiative cinese e dall’emergere di rotte alternative.
Il Rapporto evidenzia tra l’altro come i cambiamenti climatici stanno portando l’attenzione verso la Rotta Marittima Artica che ha potenzialità dovute a condizioni di navigazione più agevoli ed alla possibilità di collegare i porti del Far East con quelli del Northern range da Nord.
L’Italia rimane un ponte naturale tra l’Europa e il Sud Mediterraneo per energia e logistica.
La situazione dei porti italiani è stabile e l’import-export marittimo è sempre rilevante per il nostro Paese. Inoltre, l’Italia è il primo Paese nell’UE28 per trasporto di merci in modalità Short Sea Shipping (trasporto via mare a corto raggio) nel Mediterraneo con una quota di mercato del 39%.
Nel primo semestre 2020 l’import-export via mare in Italia ha subito l’impatto del COVID-19 registrando un calo del 21%
Il nuovo studio SRM analizza anche gli scenari futuri e offre una visione strategica per una ripresa rapida.
In una fase di regionalizzazione della globalizzazione, emerge l’importanza di investire per una portualità e una logistica efficiente e integrata con le reti europee. Diventa urgente riportare il settore marittimo-portuale e logistico al centro delle politiche, perché è uno strumento essenziale di competitività delle aziende.
Per migliorare l’efficienza portuale italiana e valorizzare la sua catena logistica sarebbe auspicabile far decollare le opere immediatamente cantierabili nei porti e prevedere un intervento “sblocca-porti” che agisca sulle infrastrutture portuali ad alto impatto economico.
Anche il rilancio immediato delle Zone Economiche Speciali e delle Zone Logistiche Semplificate darebbe impulso agli investimenti imprenditoriali. In un‘ottica più di lungo termine, per un rilancio dei porti del Mezzogiorno, è importante impostare la programmazione dei fondi strutturali 2021-2027.
Intesa Sanpaolo opera nel settore dello shipping con vari strumenti finanziari e un Desk Shipping dedicato.