Le aziende italiane sono le più consapevoli in Europa in materia di viaggi sostenibili nonostante il 39% non disponga di dati per comprenderne l’impatto ambientale
Torneremo presto a viaggiare: ma quale sarà l’impatto sul nostro pianeta? Dopo questi mesi di interruzione dei viaggi, i business traveller di tutta Europa sono chiamati a porsi nuovamente la questione. La ricerca “Corporate Travel Sustainability Index” di SAP Concur mostra che la maggior parte delle aziende sta cercando di implementare scelte sostenibili per quanto riguarda i viaggi d’affari, ma evidenzia ancora molta confusione sul tema: una mission aziendale poco chiara, la mancanza di dati per aiutare i travel manager a scegliere opzioni più ecologiche sono solo due delle principali sfide che l’industria deve superare.
L’indagine condotta su 2.450 travel manager e 2.000 viaggiatori d’affari in 12 mercati europei evidenzia che la maggior parte delle aziende ha tra le priorità la gestione di trasferte sostenibili, ma si trova impreparato nell’affrontare la questione: 6 professionisti su 10 riconoscono infatti di non sentirsi adeguatamente attrezzati. L’indagine di SAP Concur rivela aree di complessità e incoerenza da parte della leadership, dato che il 58% dei viaggiatori d’Europa sarebbe disponibile a rivedere le travel policy, mentre il 60% sarebbe disposto a trascorrere fino a 8 ore di viaggio in più per affrontare viaggi più ecologici.
I travel manager sono consapevoli che è necessario un cambiamento
Dalla ricerca emerge che le aziende italiane (82%) sono le più consapevoli di dover apportare un cambiamento in materia di viaggi green, seguite da Spagna (79%), Paesi Nordici e Francia (78%), Regno Unito (76%), Benelux (74%) e Germania (62%). Passando alla pratica però, solo il 20% delle imprese italiane è certo di star inserendo con successo policy sostenibili nei propri viaggi di lavoro. A riguardo, le più virtuose sono le aziende francesi (32%), mentre c’è ancora molta incertezza nei Paesi Nordici (17%), in Spagna (15%), Benelux (14%), UK (12%) e Germania (8%).
Secondo i risultati del sondaggio, un quarto (25%) dei Travel Manager in tutta Europa ritiene che organizzare viaggi aziendali sostenibili richieda un grande sforzo, ma la pensano diversamente i manager finanziari: solo il 10% dichiara che sia necessario un forte impegno.
Esistono ostacoli per creare policy di viaggio sostenibili
Inoltre, dalla ricerca emerge che, in tutta Europa, i maggiori ostacoli all’adozione di una politica di viaggio aziendale green sono la mancanza di buy-in della leadership (15%) e l’assenza di una mission aziendale definita (12%), seguita dal poco coinvolgimento dei viaggiatori (10%). In Italia, le difficoltà risultano essere la mancanza di priorità nella leadership (18%) e di conoscenze personali o formazione su temi di sostenibilità (16%).
A livello europeo, si evince che più della metà dei Paesi presi in esame sia convinto che la leadership sia particolarmente preziosa nel fornire l’ispirazione, l’approvazione e la direzione per aiutare ad alimentare i motori del cambiamento, specialmente nel primo periodo di transizione a una politica di viaggio sostenibile.
“Corporate Travel Sustainability Index” evidenzia che la maggior parte delle aziende è disposta a investire una notevole quantità di denaro in viaggi sostenibili, ma non tutti potrebbero avere la capacità finanziaria per affrontare tale scelta. La mancanza di prioritizzazione per la leadership è stata citata come una barriera particolarmente grande per i CFO, con il 20% in tutta Europa che lo definisce il problema principale.
Nonostante le barriere e il riconoscimento del fatto che le persone non sanno come, o trovano difficile, mettere in pratica i viaggi sostenibili, il 55% dei travel decision maker in Europa si sente ben preparato per portare avanti un programma di viaggio green.
Mancano dati a supporto di scelte sostenibili
In Italia il 39% dei travel manager ha dichiarato di non disporre di dati o informazioni in grado di fornire un quadro accurato dell’impatto dei loro viaggi aziendali. A livello europeo tutte le altre nazioni prese in esame hanno espresso meno difficoltà nel reperimento di dati, con Spagna, Paesi del Nord e Benelux (34%), Francia (31%) e Regno Unito (29%) prima della Germania (27%), che risulta avere accesso a informazioni con più facilità.
È chiaro che, quando la sostenibilità diventa realtà nei viaggi aziendali, la competenza in materia di dati sarà fondamentale. Infatti, coloro che hanno valutato il loro utilizzo di dati come “eccezionale” avevano una probabilità 10 volte maggiore di considerare i loro viaggi aziendali altamente sostenibili.
“Poiché l’Europa inizia attualmente a riprendersi dalla pandemia, le aziende dovranno reinventarsi e ricalibrare il loro approccio ai viaggi d’affari per garantire che la sostenibilità sia una priorità fondamentale“, afferma Pierre-Emmanuel Tetaz, SAP EMEA e General Manager presso SAP Concur. “Per fare ciò, una corretta gestione dei dati sarà un prerequisito. Senza visibilità dei comportamenti e delle percezioni dei viaggiatori – per aiutare a capire ciò che vogliono e di cui hanno bisogno mentre viaggiano – è quasi impossibile implementare una gestione coerente del cambiamento sostenibile”.
“Il momento attuale sta portando molte aziende a una ridefinizione dei processi. In Italia molti clienti per gestire il “new normal” avranno bisogno di sistemi e modalità differenti rispetto al pre-COVID: più digitali e quindi più scalabili in ottica di smart working, ma anche più sostenibili. Lo studio SAP Concur, da sempre attenta a questo tema, evidenza come il nostro Paese, che in passato ha segnato un po’ il passo sul tema della sostenibilità, possa cogliere la riapertura come momento per innovare sul digitale, ad esempio eliminando la carta dai processi di gestione spesa o creando dei sistemi di incentivazione legati alla sostenibilità delle trasferte” conclude Gabriele Indrieri, Country Manager per Italia, Malta e Grecia di SAP Concur.
Metodologia della ricerca
Il sondaggio è stato condotto da Raconteur, tra 2.450 corporate travel decision maker e 2.000 viaggiatori d’affari nei seguenti mercati: Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia e Regno Unito. L’indagine è stata condotta tra gennaio e febbraio 2020. La ricerca completa è consultabile qui.