Lavoro: per 3 italiani su 4 rappresenta un fattore di disturbo del sonno
Il sonno rappresenta una necessità fondamentale per il benessere fisico, mentale ed emotivo: riposare nel modo corretto, ovvero circa 7-8 ore al giorno, regola il metabolismo e aiuta il cervello a eliminare le tossine dal tessuto neurale, elaborare informazioni e migliorare l’apprendimento, riducendo inoltre stress e ansia. Eppure, in Italia, 7 persone su 10 sono insoddisfatte della qualità o della durata del proprio sonno (72,3%) e oltre la metà afferma di avere difficoltà ad addormentarsi (58%).
È quanto emerge dall’Osservatorio Unobravo sui problemi del sonno in Italia, realizzato dal servizio di psicologia online per approfondire il tema e indagare il modo in cui l’insonnia e i disturbi del sonno rischiano di influire sul benessere psicologico delle persone. L’Osservatorio ha raccolto e analizzato i risultati relativi al test di screening gratuito e anonimo Insomnia Severity Index e le risposte raccolte attraverso un sondaggio condotto su un campione della base utenti di Unobravo per fornire una panoramica della situazione italiana.
Risvegli precoci, stress e ansia: le difficoltà più frequenti
I problemi del sonno possono avere un impatto molto serio: secondo i risultati del test di screening sull’insonnia elaborati dall’Osservatorio Unobravo, il 62,4% degli italiani dichiara di subire ripercussioni nella vita quotidiana conseguenti a problematiche col sonno, con gravi riduzioni dell’efficienza diurna. Le difficoltà vanno oltre la fase dell’addormentamento: quasi un terzo delle persone (32,5%) manifesta difficoltà a rimanere addormentato, mentre la metà (55%) si trova a fare i conti con risvegli precoci che non consentono di dormire le ore necessarie a recuperare le energie per la giornata. Inoltre, stress e ansia caratterizzano le notti di oltre due terzi delle persone (68,3%).
Lavoro, figli e smartphone: i tre “nemici” del sonno in Italia
A disturbare il sonno degli italiani sono in particolare i pensieri legati alla genitorialità o al lavoro, nonché l’utilizzo di dispositivi elettronici prima di andare a dormire.
Quasi 8 genitori su 10 riconoscono alle responsabilità genitoriali un ruolo importante sul mancato riposo. Sono soprattutto le donne a sentirne il peso: l’impatto sul sonno è significativo per oltre un terzo delle mamme intervistate (37,2%).
Il lavoro – secondo l’Osservatorio Unobravo – rappresenta un fattore di disturbo del sonno per oltre tre quarti degli italiani (76,9%). Una problematica che non risparmia né chi lavora su turni, con il 43,1% che lamenta un’influenza considerevole del lavoro sul proprio riposo, né chi ha orari flessibili o esercita la professione come freelance: rispettivamente il 24,8% e il 24,2% di queste categorie attribuiscono un ruolo significativo alla sfera professionale in relazione alle difficoltà a dormire bene. A farne le spese sono soprattutto coloro che ricoprono un ruolo dirigenziale (come CEO, CFO, CTO): il 32,6% dei casi parla di un’influenza rilevante del proprio lavoro.
Molte persone ammettono infine di adottare comportamenti che rischiano di alterare i ritmi e portare a disturbi del sonno, come l’utilizzo di dispositivi elettronici prima di coricarsi. Una consuetudine che è propria del 35% degli intervistati da Unobravo, che dichiara di usare device come smartphone, PC o tablet immediatamente prima di andare a letto, tutti i giorni e per un tempo superiore ai 30 minuti. Solo il 2,2% afferma di non utilizzare dispositivi elettronici prima di dormire.
I problemi del sonno nelle regioni italiane
I disturbi del sonno rischiano di causare problemi nella vita quotidiana, provocando in particolare sensazione di stanchezza e spossatezza durante l’intera giornata (40,2%), continui risvegli notturni o precoci (26,5%), calo delle capacità cognitive (19,8%) e aumento dell’irritabilità e dell’impulsività (14,7%).
Se a livello nazionale si tratta di un fenomeno diffuso, con più della metà degli italiani coinvolti nell’analisi di Unobravo (55,4%) che sperimenta almeno una delle quattro principali conseguenze di un sonno disturbato, a livello locale la regione che in proporzione risulta maggiormente colpita da tali problemi è l’Abruzzo, dove il 65,8% dei rispondenti accusa almeno uno degli effetti sopracitati. In Emilia-Romagna ci si attesta sul 63,8% e in Lombardia sul 61,2%. Seguono Liguria (58%) e Toscana (56,9%).
Dall’Osservatorio Unobravo emerge che a essere colpite – in queste cinque regioni capofila – sono soprattutto le donne (con percentuali che oscillano tra il 50,2% della Lombardia e l’84,2% della Liguria), mentre le fasce d’età più interessate sono quelle tra i 30 e i 44 anni e sotto i 30.
“È fondamentale prendersi cura del proprio sonno per assicurarsi una vita qualitativamente migliore. Dormire poco o male può compromettere la salute sotto tanti punti di vista, sia a livello fisico che mentale, arrivando anche alla manifestazione di disturbi come depressione o ansia”, spiega la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo. “Per questo è fondamentale non sottovalutare i sintomi e rivolgersi a un medico, per individuare eventuali patologie mediche sottostanti, o a uno psicologo online o in presenza, che sarà in grado di accompagnare la persona in un percorso dedicato per individuare e intervenire su pensieri disturbanti, ansie, paure o stress che potrebbero impedire un riposo sereno”.
L’Osservatorio Unobravo su insonnia e problemi del sonno in Italia, con l’approfondimento per regioni, può essere consultato a questo link: https://www.unobravo.com/dati/insonnia-e-problemi-del-sonno-in-italia
Unobravo inoltre ha messo a punto per tutti gli utenti un test di screening per valutare se si soffre di insonnia. È disponibile a questo link: https://www.unobravo.com/test/insonnia, è gratuito e non richiede alcun tipo di iscrizione.