Lavoro, Masini (Donne Impresa Confartigianato): “Bene primato imprese femminili. 16% sono artigiane ma sono molto esposte a crisi energetica”
Primato e ultimo posto: un paradosso tutto italiano per quanto riguarda il lavoro femminile. È un dato in controluce quello che emerge dagli studi di Donne Impresa Confartigianato. L’Italia è, infatti, al primo posto in Europa per numero di imprese femminili e lavoratrici autonome: sono 1.342.703 le imprese registrate di cui 219.198 sono imprese artigiane, con una quota del 16,3%. La vera lacuna rimane il lavoro dipendente che condanna il Paese alla maglia nera: ultimo posto in Europa per il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni in coppia con figli a carico.
“È certamente un bene per tutto il sistema che un capitale umano e professionale come quello femminile sia finalmente messo a frutto e che da escluso come era oggi sia protagonista”, è il commento di Costanza Masini, presidente di Donne Impresa Confartigianato per la provincia di Firenze (nella foto sopra). “Ciò che più mi preoccupa è come la forbice tra una parte dinamica e pienamente inserita e l’altra del tutto esclusa si stia divaricando ancora, per l’impatto della crisi e non solo”.
“Nel mondo dell’impresa – spiega Masini – siamo riuscite a farci largo, anche in settori tipicamente ‘maschili’. Per esempio, il 6,4% delle imprese edili, la cui filiera è trainante per tutta l’economia italiana, è a guida femminile. Il problema è il lavoro dipendente che sta diventando, nei fatti, inconciliabile con la scelta di fare figli e questo ha ripercussioni su tutta la società. In molti territori, come la nostra regione, c’è una rete di welfare che resiste ai colpi della crisi ma non è così ovunque”. “Mi preoccupano molto – sottolinea – quelle 651mila giovani donne under35 che non studiano e non lavorano”.
Anche nel territorio fiorentino si conferma la vivacità dell’impresa a condizione femminile con 20.300 imprese femminili attive pari al 22,3% del totale con netta prevalenza in servizi, commercio e manifatturiero.
Il problema più urgente è la crisi energetica. Masini, titolare di un’impresa gasivora, rileva come “le imprese a maggior presenza femminile sono nel settore manifatturiero più esposto all’impatto della crisi energetica”. Il comparto conta, infatti, 29.066 imprese femminili registrate (20,9% del totale imprese energivore), di cui 17.284 sono artigiane (25,8% delle imprese artigiane energivore); i settori energivori, inoltre, contano 380mila donne addette. “È chiaro che senza risposte strutturali alla crisi energetica il rischio è di vanificare molti dei progressi fatti”, conclude Masini.