Lavoro: le figure professionali che serviranno al Metaverso
Lo ha sottolineato in occasione del Milano Marketing Festival, Sir Martin Sorrell, già fondatore di WPP nonché CEO di S4 Capital: attualmente l’impatto mediatico del Metaverso è maggiore rispetto a quello economico.
Eppure, è un dato di fatto che le Big Tech, ovvero Facebook, Microsoft e via dicendo, stiano concentrando sempre più attenzioni e investimenti nello sviluppo di mondi virtuali. O, per l’appunto, di metaversi. E questi, quando si diffonderanno, cambieranno concretamente il modo di lavorare.
È possibile pensare al Metaverso come a una rete di mondi virtuali tridimensionali, all’interno dei quali degli avatar – ogni persona che vi accederà avrà un avatar – potranno interagire tra loro: potranno parlare, potranno discutere di un nuovo progetto, condividere informazioni o fare affari. In un mondo in cui lo smart working è ormai parte della normalità, il Metaverso può rimodellare il concetto stesso di lavoro a distanza, creando nuove forme immersive di collaborazione a distanza.
Il Metaverso, però, non si creerà e non si svilupperà da solo: parallelamente al suo impatto sul mondo del lavoro, questo nuovo universo virtuale impatterà anche sul mercato del lavoro, con l’aumento importante delle ricerche di figure ben definite.
«Non si tratterà della nascita da zero di nuove figure professionali» spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di selezione del personale «quanto invece della specializzazione di figure già esistenti».
«Prima di tutto» prosegue l’head hunter «serviranno professionisti in grado di costruire sia gli spazi virtuali, sia i prodotti che li comporranno. Ecco allora che le aziende attive nel Metaverso avranno la necessità di poter contare su sviluppatori, ingegneri, designer e creatori digitali, tutti profili che nei prossimi anni saranno quindi ancora più ricercati di quanto avviene oggi».
Il mondo virtuale del Metaverso non deve però essere unicamente creato: deve essere anche gestito e protetto, soprattutto dalle minacce esterne. Ecco, quindi, che il Metaverso incrementerà ulteriormente le ricerche di esperti di cyber security, «capaci di ridurre al minimo le falle degli spazi virtuali, per mettere al sicuro sia i dati dei singoli utenti del Metaverso, sia quelli delle imprese».
«Sarebbe infine sbagliato pensare al Metaverso unicamente come a un luogo per ottimizzare il lavoro da remoto. Ci saranno conseguenze importanti anche nel mondo della socialità, del gaming e persino del turismo. Non è fantascienza: tra qualche anno potremmo effettivamente essere alla ricerca di architetti per la realizzazione di sale meeting virtuali e, allo stesso tempo, di consulenti di viaggio virtuali», conclude Carola Adami.