La testa tra le nuvole: valutare la promessa del Database-as-a-Service
Dopo diversi anni difficili, finalmente gli sforzi digitali delle organizzazioni stanno iniziando a dare i loro frutti. La maggior parte delle aziende riferisce di aver iniziato a vedere miglioramenti significativi in termini di user experience grazie alla trasformazione digitale. Ma non è stato un processo privo di difficoltà. Ogni nuovo progetto digitale si basa sui dati, e molti. Secondo una stima, entro il 2025 creeremo collettivamente 463 miliardi di gigabyte di dati al giorno – dati che devono essere aggregati e resi utilizzabili. Disporre del database adatto per sfruttarli al meglio e produrre nuove applicazioni e servizi innovativi è fondamentale.
Questa esigenza ha dato origine alla tendenza verso il “Database-as-a-Service” (DBaaS) che, come ogni altra offerta cloud, può fornire enormi benefici, ma anche svantaggi – dall’inflessibilità dei prezzi fino al vendor lock-in. Mentre la domanda di DBaaS continua ad aumentare – una recente ricerca suggerisce che questo mercato crescerà del 69 per cento entro i prossimi cinque anni – le organizzazioni faranno fatica a realizzare i pieni vantaggi dei servizi di database a meno che non riescano a risolvere questi problemi.
La soluzione?
A prima vista, il motivo per cui le aziende si sono rivolte al cloud per risolvere i loro problemi di database è chiaro. Le soluzioni DBaaS sono altamente scalabili, in grado di approvvigionare o eliminare automaticamente le istanze di database per assicurare che l’organizzazione abbia sempre le giuste risorse per soddisfare le proprie esigenze. E poiché le responsabilità di gestione sono a carico del fornitore DBaaS, i team IT interni possono concentrarsi su ciò che sanno fare meglio – trasformare il proprio business.
Forse l’aspetto più importante è che le soluzioni DBaaS offrono un livello di agilità molto maggiore rispetto ai database autogestiti. Quando l’organizzazione ha bisogno di supportare nuovi servizi o applicazioni è in grado di fornire nuovi database on-demand in pochi minuti, piuttosto che in settimane o addirittura mesi. Si tratta di un tema particolarmente sentito per le imprese che hanno bisogno di bilanciare un’infrastruttura basata su database legacy, dove l’integrazione di nuove tecnologie potrebbe essere complessa, costosa e dispendiosa in termini di tempo e in cui un approccio DBaaS può rappresentare una valida alternativa.
Perché l’erba non è sempre più verde
Nonostante l’abbondanza di fattori che stimolano la domanda di DBaaS, alcuni dei primi utilizzatori hanno faticato per realizzare i benefici che si aspettavano dalle loro implementazioni. Molte hanno dovuto affrontare il cloud vendor lock-in con offerte native di servizi cloud disponibili sulla piattaforma del loro fornitore. Inoltre, se un’impresa vuole affidarsi a un diverso fornitore di servizi cloud dovrà cambiare anche il database sottostante, richiedendo la modifica dell’applicazione.
Ancora più importante, l’approccio ‘bundle’ che molti fornitori DBaaS offrono è tipicamente più costoso. Mentre l’accorpamento della tecnologia di database insieme alle funzionalità di gestione e all’infrastruttura sottostante può essere vantaggioso dal punto di vista della semplicità – dato che c’è solo una fattura da pagare – i costi coinvolti sono tipicamente piuttosto alti, e le organizzazioni possono trovare questo modello poco flessibile e inadatto.
Poiché la tecnologia del database, la gestione e l’infrastruttura sottostante sono offerti come parte di un unico pacchetto, le aziende non possono acquistare l’infrastruttura direttamente dal CSP, escludendo quindi la possibilità di sfruttare i differenti modelli di prezzo da loro offerti.
Riprendere il controllo
Mentre questi problemi da soli non sono in grado di smorzare lo slancio dietro la crescita del DBaaS, permane un senso di frustrazione per questa inflessibilità, insieme alla mancanza di controllo sui propri dati. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante: la maggior parte delle soluzioni DBaaS sono progettate in modo che il “Data Plane” – l’area in cui le richieste di dati vengono elaborate – si trovi all’interno del cloud del fornitore DBaaS, piuttosto che in quello dell’organizzazione, limitandone così il controllo da parte dell’azienda.
Le organizzazioni dovrebbero pretendere di più dalle soluzioni DBaaS: aspettarsi che permettano loro di utilizzare l’infrastruttura cloud del fornitore desiderato; richiedere un approccio più flessibile che permetta loro di fornirsi della tecnologia del database, della funzionalità di gestione e dell’infrastruttura cloud separatamente, consentendo loro la libertà di trovare il miglior prezzo possibile; e soprattutto, aspettarsi il pieno controllo sul piano dei dati, piuttosto che affidarlo al fornitore DBaaS, mettendo fine a questa dipendenza e garantendo prestazioni, bassa latenza e forte sicurezza.
Man mano che le organizzazioni si dirigono verso la “maturità digitale”, le sfide che hanno affrontato con le loro implementazioni DBaaS diventeranno sempre più evidenti. E a meno che gli utenti non le approccino con questa “carta dei diritti” in mente, il concetto stesso di DBaaS non sarà mai all’’altezza del suo vasto potenziale.
Sales Director Italy, Couchbase