La sfida del cambio generazionale in Italia: l’importanza di pianificare la successione della tua PMI

 La sfida del cambio generazionale in Italia: l’importanza di pianificare la successione della tua PMI

Gestire un’azienda richiede dedizione, lunghe ore di lavoro e un’attenzione costante alle operazioni quotidiane. Tuttavia, una delle questioni più cruciali e spesso trascurate dagli imprenditori è la pianificazione della successione aziendale. In Italia, i numeri e diversi studi evidenziano la portata del problema: il 70% delle micro PMI non supera il passaggio generazionale oltre la seconda generazione (fonte: Assolombarda e Banca del Ceresio), il 56% degli imprenditori italiani ha oltre 50 anni (fonte: I-AER) e il 23% delle PMI è guidato da titolari over 70 (fonte: Assoholding).

Molti imprenditori amano la propria azienda, i propri dipendenti e hanno una passione per quanto costruito; per questo motivo, spesso pensano di lavorare fino alla pensione o ritengono che non sia mai il momento giusto per fermarsi e riflettere su cosa accadrà all’azienda dopo il loro ritiro.

Tuttavia, pianificare è fondamentale, sia per avere un piano in caso di emergenza sia per evitare di trovarsi all’ultimo momento a dover agire in fretta. Questo può portare a conseguenze negative, come la svendita dell’azienda o, nel peggiore dei casi, la chiusura, con il licenziamento dei dipendenti e il rischio che il lavoro di una vita vada perso.

Ecco alcuni punti chiave da considerare per tempo, al fine di garantire una continuità aziendale e un passaggio generazionale di successo.

1. Creare un piano d’uscita solido

Pianificare con largo anticipo consente di esplorare diverse opzioni e scegliere quella più adatta alla propria situazione. Un piano d’uscita ben strutturato potrebbe includere la vendita a terzi, il passaggio dell’azienda a un familiare o a uno o più dipendenti di fiducia. Idealmente, il processo di pianificazione dovrebbe iniziare almeno 3-5 anni prima del pensionamento o dell’uscita prevista. Questo periodo permette di valutare le varie alternative con calma e di preparare l’azienda adeguatamente, sia dal punto di vista del personale che da quello finanziario.

2. Determinare il valore dell’azienda

Uno degli aspetti fondamentali della pianificazione è comprendere il valore reale dell’azienda. Spesso, gli imprenditori hanno una percezione errata del valore della propria impresa. Questo non significa che non vi sia valore nel lavoro svolto, ma che il mercato attribuisce valori specifici a seconda del settore, delle dimensioni e degli indicatori finanziari. Ogni azienda ha la sua storia e le sue particolarità, ma le medie di mercato costituiscono un utile punto di riferimento. È consigliabile lavorare con esperti del settore, come consulenti finanziari o valutatori aziendali, per ottenere una stima accurata (molti professionisti offrono una prima valutazione gratuita) o confrontarsi con altri imprenditori del settore. Una visione chiara del valore della propria azienda facilita le trattative di vendita e garantisce un prezzo equo che rifletta l’impegno di anni.

3. Organizzare la documentazione

Un altro passaggio essenziale nella pianificazione della successione è raccogliere e organizzare in modo sistematico la documentazione aziendale, sia internamente che con l’aiuto del commercialista. Questo comprende contratti, bilanci, un’analisi del fatturato per cliente negli ultimi 3-5 anni e altri documenti importanti per l’azienda. Una documentazione completa e ben strutturata non solo agevola la vendita, ma rende anche il passaggio di proprietà più fluido e attraente per i potenziali acquirenti. Una documentazione disorganizzata o parziale può rallentare le trattative e dare l’impressione di un’azienda male organizzata.

4. Identificare il giusto successore

La scelta del successore è una delle decisioni più delicate. Potrebbe trattarsi di un familiare, di un dipendente fidato o di un acquirente esterno. È fondamentale che il successore condivida la visione dell’azienda e sia in grado di farla crescere. La scelta richiede un’analisi attenta delle competenze e delle capacità gestionali del candidato, oltre a una fase di formazione e mentoring per prepararli adeguatamente al nuovo ruolo. Un passaggio ben pianificato previene conflitti e garantisce una transizione armoniosa, evitando turbolenze che potrebbero compromettere l’operatività aziendale.

5. Prendersi il tempo per mettere l’azienda in forma

Il valore dell’azienda spesso dipende da aspetti finanziari. Pianificare la successione con sufficiente anticipo consente di lavorare su alcune aree del business che potrebbero risultare poco chiare o meno attraenti per un potenziale acquirente. Gli aspetti su cui focalizzarsi variano da azienda ad azienda, ma molti investitori cercano un fatturato in crescita costante anno su anno, una marginalità superiore al 10%, un livello di debito gestibile e, se applicabile, un valore del magazzino non troppo elevato. Spesso le aziende hanno motivi validi per avere margini bassi o diverse linee di credito, ma non è semplice trovare un acquirente disposto a comprenderli senza sollevare dubbi. Lavorare con anticipo su questi KPI migliora le probabilità di un passaggio di proprietà di successo.

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