La responsabilità sociale delle imprese per la rigenerazione delle periferie
Il profondo cambiamento innescato dall’emergenza Covid-19 sottolinea l’urgenza di realizzare un modello di sviluppo capace di rafforzare inclusione e coesione sociale, tanto più necessarie quanto più messe a rischio dall’accentuarsi delle disuguaglianze. Le grandi città sono un luogo decisivo dove agire per non mancare questo obiettivo, in particolare dedicando costante attenzione, risorse e impegno alle periferie, che sono la parte più fragile della città, dove le disuguaglianze tra le persone sono più evidenti.
In questo contesto si pone il confronto tra Assolombarda, Fondazione Sodalitas e Fondazione Cariplo per mobilitare le energie in campo nel promuovere il contributo delle imprese ai processi di rigenerazione economica, sociale e ambientale della città.
Il primo passo di un percorso che prevede l’analisi e l’attivazione delle risorse imprenditoriali presenti sul territorio è stata la realizzazione di una ricerca, curata da Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, i cui risultati sono stati ora pubblicati nella collana “Quaderni dell’Osservatorio” di Fondazione Cariplo.
La ricerca, che ha focalizzato l’attenzione sugli interventi di riqualificazione territoriale, ha preso in esame 126 imprese, principalmente di dimensioni grandi (69%) o medie (21%) associate ad Assolombarda e/o a Fondazione Sodalitas, selezionate sulla base di una provata esperienza nell’ambito della CSR, tanto che il 79% delle aziende analizzate gestisce il tema della CSR in modo esplicito e strutturato.
Il primo dato rilevante che emerge è quello che vede il 35% delle imprese analizzate impegnate in iniziative di rigenerazione e sviluppo territoriale attivate negli ultimi 2 anni.
Considerando le modalità degli interventi svolti si può notare che, nel complesso, la modalità prevalente è la donazione. Il 32% delle imprese attive in tale ambito, infatti, dona beni o servizi e il 30% dona denaro. Le sponsorizzazioni sono utilizzate dal 24% delle imprese, il volontariato d’impresa dal 21% e una quota analoga riguarda le imprese impegnate direttamente nella progettazione degli interventi.
Entrando nel merito dei bisogni affrontati dagli interventi realizzati e pianificati dalle imprese, i dati raccolti evidenziano come temi prevalenti l’inclusione sociale (10%), il miglioramento della salute e la realizzazione di infrastrutture per il quartiere (9%).
Per quanto riguarda la pianificazione di futuri interventi, invece, i temi più ricorrenti sono i luoghi di socializzazione (13%) e l’integrazione di stranieri e migranti (11%).
Incrociando i dati relativi alla frequenza degli interventi realizzati e pianificati si ottiene una classificazione dei bisogni. Tra i bisogni «consolidati» troviamo i temi dell’occupabilità dei giovani, l’inclusione sociale, le infrastrutture del quartiere, i luoghi di socializzazione e gli stili di vita salutari. Fra i bisogni «calanti» le aree verdi, il miglioramento della salute, la qualità di vita dei bambini, le attività culturali e di socializzazione e il sostegno ad attività sportive o culturali. Vi sono poi bisogni un po’ «trascurati» quali inclusione lavorativa, contrasto alle povertà, housing, alimentazione, strutture sportive, contrasto alle dipendenze, assistenza agli anziani. Infine, fra i bisogni «emergenti» troviamo abbandono scolastico e NEET e integrazione di stranieri e migranti.
Un altro tema esaminato è stato quello della collaborazione con gli attori del territorio per la realizzazione dei progetti di rigenerazione e riqualificazione. Il 62% delle imprese ha attivato collaborazioni con altri soggetti quali il Comune/Consiglio di zona (68%), le organizzazioni non profit (55%), le università (53%) e le scuole (48%). Risulta, invece, più raro il caso di collaborazioni con altre imprese (10%), anche se due terzi delle imprese rispondenti si dichiara «molto» o «abbastanza» interessato a realizzare tale collaborazione per interventi futuri.
Per concludere, è stato sondato l’interesse a sostenere future iniziative e la modalità preferita di partecipazione a tali interventi. L’89% delle imprese ha dichiarato il proprio interesse a sostenere iniziative di rigenerazione e sviluppo territoriale realizzate da soggetti pubblici e nonprofit o Fondazioni di Comunità nel proprio territorio.
Riguardo alle modalità di sostegno, il 44% delle imprese sarebbe disponibile a partecipare all’ideazione delle iniziative, il 30% parteciperebbe alla sua realizzazione, il 15% sarebbe disposta a fornire un contributo economico.
Infine, risulta che il 93% circa delle imprese già attive in interventi di riqualificazione ha in programma di realizzarne di nuovi in futuro. Circa il 40% delle imprese non ancora attive sta pensando di attivarsi.
Il Quaderno dà, inoltre, evidenza di alcune esperienze concrete realizzate da importanti attori operanti sul territorio milanese. In particolare, sono stati presi in considerazione i progetti che avessero come obiettivo la promozione di azioni di rigenerazione urbana finalizzate a riattivare cultura e socialità nelle periferie milanesi e nell’hinterland.
Sono descritti venti casi di progetti virtuosi, implementati nella Città metropolitana e promossi da imprese singole o associate e da fondazioni (di impresa e non). Le aziende coinvolte sono: a2a, Bayer, Bracco, NTT DATA Italia, Fondazione Snam, Fondazione Banco dell’Energia, Fondazione Cariplo, Fondazione Falck, Sistemi Urbani (Ferrovie dello Stato), KPMG, Saint-Gobain, Enel, Nike, IGPDecaux, Politecnico di Milano, Fondazione Ernesto Pellegrini Onlus, Samsung Italia, Solvay, Mapei, Zeta Service.