La pandemia ha cambiato tutte le priorità; secondo Cegos, le skill di comunicazione sono al centro nell’hybrid context
Se la pandemia ha accelerato l’urgenza delle soft skill sul lavoro, in cima alle criticità oggi si pone l’efficacia personale, prima di tutto in termini comunicativi.
Subito dopo la gestione dello stress – derivante dai nuovi modi di lavorare e dal cambiamento di abitudini – che è cruciale per il 63% degli intervistati, 6 rispondenti su 10 (il 59%) ritengono estremamente rilevante sia saper gestire la propria efficacia personale nel remote working (gestione del tempo, organizzazione, motivazione) che saper comunicare efficacemente nonostante il distanziamento fisico.
Questi dati emergono dall’instant survey Hybrid Context realizzata da Cegos Italia, parte del Gruppo Cegos e tra i principali player del Learning & Development, su un campione di 200 aziende, per capire su quali capacità le aziende riscontrino particolari criticità e su quali sia necessario intervenire per operare in un contesto ibrido secondo una nuova normalità.
“Ognuno di noi ha un proprio approccio comunicativo. Non c’è uno stile giusto o sbagliato. Occorre, però, essere consapevoli del proprio e saper identificare quello utilizzato dall’interlocutore per agire di conseguenza nel modo più efficace possibile – commenta Emanuele Castellani, CEO di Cegos Italy & Cegos Apac. Si tratta di un fronte di competenze che riguarda tutti, a tutti i livelli e sul quale è possibile crescere a livello personale e manageriale, sfruttando l’intelligenza emotiva per migliorare relazioni interpersonali e risultati di business”.
Tra le altre capacità che le organizzazioni dovrebbero essere in grado di sviluppare in un contesto di lavoro sempre più ibrido, il saper vendere a distanza rappresenta una criticità rilevante per il 55% dei rispondenti.
Minore rilevanza viene attribuita sia al saper negoziare nel day by day per raggiungere i propri obiettivi che al saper sostenere conversazioni difficili (44% per entrambe); sapere gestire un team da remoto – dal micromanagement a un rapporto basato su fiducia e organizzazione – è considerato un aspetto importante per il 43% degli intervistati.
“In pratica per le aziende sarà importante trovare strumenti e modalità per agire da booster e acceleratori di performance, aiutando le persone sul fronte della comunicazione interpersonale, della gestione dei conflitti, dello stress management, della valorizzazione delle differenze e del clima aziendale, del self-empowerment – conclude Castellani. Per supportarle su questo fronte, puntando sempre all’innovazione delle metodologie, abbiamo recentemente introdotto come tool di riferimento Process Communication Model®. In termini formativi sarà fondamentale, infatti, per le organizzazioni la capacità di mixare digital learning con presenziale, oltre ad un forte focus su coaching e training specifici che accompagnino l’individuo in un cambiamento di mindset di tipo adattivo”.