La Lombardia è la più scelta in Italia dagli studenti STEM. Negli ultimi 5 anni più iscrizioni tra le donne
La Lombardia è la regione nella quale si concentra il numero più alto di studenti delle facoltà STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) in Italia, pari al 17%, seguita da Lazio (13%) e Campania (12%). E qui studia anche la maggior parte delle studentesse: il 15% delle ragazze STEM in Italia frequenta un’università lombarda.
Sono queste alcune delle evidenze che emergono dallo studio “Il Gender Gap nelle lauree STEM: ricerca 2020”, promosso da Assolombarda, nell’ambito del progetto STEAMiamoci, ed elaborato dall’Osservatorio Talents Venture, che approfondisce il fenomeno del gender gap e traccia un quadro sulla presenza femminile nei percorsi STEM a livello locale e nazionale.
Il tema è stato al centro del webinar “Premio ITWIIN 2020” di oggi, organizzato dall’Associazione italiana Donne inventrici e innovatrici, in collaborazione con Assolombarda e Steamiamoci all’interno della Settimana della Cultura d’Impresa, per premiare i migliori brevetti al femminile, in tutti i campi scientifici, ingegneristici, tecnici e tecnologici.
La ricerca evidenzia che il numero degli iscritti STEM sul territorio lombardo è cresciuto del 15% negli ultimi cinque anni, facendo registrare un aumento leggermente superiore per le ragazze (+17%) rispetto ai ragazzi (+15%). La Lombardia è tra le regioni che fanno segnare una crescita maggiore insieme a Molise, Emilia-Romagna e Piemonte. A livello italiano accade il contrario: cresce più velocemente il numero di ragazzi rispetto a quello delle ragazze nonostante le facoltà scientifiche attraggano oltre un quarto (il 28%) delle studentesse straniere iscritte all’università italiana.
“La crescita degli studenti e delle studentesse iscritti a corsi di laurea STEM in Lombardia conferma il ruolo centrale che svolge la nostra regione nella formazione tecnico-scientifica – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. Ma essere il principale bacino nazionale di competenze STEM non è sufficiente se consideriamo che l’Italia registra ancora pochi iscritti totali in queste discipline, posizionandosi al di sotto della media europea: solo il 25% degli studenti italiani studia nelle facoltà scientifiche contro il 28% di quelli europei. I cambiamenti introdotti da Industria 4.0 e l’accelerazione dell’innovazione tecnologica hanno determinato un forte aumento della domanda di queste competenze da parte delle aziende, che però non trovano riscontro se guardiamo i laureati nelle discipline scientifiche. Ora abbiamo l’opportunità con le risorse del Recovery Fund di investire nella formazione anche di figure STEM: solo così potremo favorire l’occupabilità dei giovani e garantire il giusto grado di competitività alle nostre imprese”.
Gli atenei di Milano, Lodi e Pavia superano la media nazionale del 18,3% per presenza di ragazze STEM rispetto al totale della popolazione studentesca femminile in Italia. A guidare la classifica è Pavia con il 24,9% delle studentesse che studia in facoltà scientifiche, Milano registra il 19,1% e Lodi il 12,7%.
Dallo studio emerge inoltre che sono le donne a registrare performance accademiche migliori dei loro colleghi uomini nelle discipline STEM e sono sempre le donne a concludere più spesso nei tempi il proprio percorso di studi.
Le studentesse accusano però un gap in termini di occupabilità e di salario rispetto ai colleghi uomini. A un anno dalla laurea, il tasso di occupazione degli uomini laureati nei corsi STEM (91,8%) è più elevato di quello delle donne (89,3%) e, a livello salariale, le donne laureate STEM dichiarano di percepire in media una retribuzione mensile netta minore di quella dei colleghi uomini (€ 1.428 contro € 1.510).
“L’incidenza femminile sul mercato del lavoro nelle discipline STEM non è ancora soddisfacente. Il gender gap, che mina la competitività delle nostre imprese, può essere colmato solo promuovendo un forte cambiamento culturale – ha concluso Alessandro Spada -. Occorre incentivare la presenza femminile sia nei percorsi di studio sia nel mondo del lavoro, agendo a tutti livelli: sociale, formativo e produttivo. In questa logica abbiamo promosso STEAMiamoci, un progetto che mira a promuovere le competenze STEM e a sostenere l’importanza delle donne nel tessuto culturale e produttivo. Le imprese possono svolgere un ruolo determinante per valorizzare la diversità di genere come leva per la crescita”.
Tra le discipline STEM quella meno frequentata dalle donne, a livello nazionale, è Ingegneria elettronica e dell’informazione con solo il 20% delle studentesse che la sceglie, sebbene negli ultimi anni il trend di crescita sia stato comunque positivo.