La consapevolezza ambientale è molto elevata nella PMI italiana, manca però l’alfabetizzazione energetica
Il 54,07% delle piccole e medie imprese italiane ha implementato un qualche intervento di efficientamento energetico. Poi, però, solo il 6,67% conosce —ad esempio— il SEU (Sistema Efficiente di Utenza), dimostrando così un bassissimo grado di “alfabetizzazione energetica”. È quanto emerge da un sondaggio commissionato da EnergRed.com – E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle PMI – all’International Center for Social Research (ICSR).
«Lo studio si è proposto di sondare il livello di alfabetizzazione sulle rinnovabili nel segmento PMI e più nello specifico di rilevare il grado di conoscenza del SEU, il Sistema Efficiente di Utenza che consente ad un produttore di vendere energia elettrica direttamente ad un utilizzatore e che è oggi un indicatore importante per valutare il grado di conoscenza in questo ambito» spiega Moreno Scarchini, CEO di EnergRed.
La ricerca è stata realizzata dal 6 al 18 febbraio 2023 su base nazionale su un campione di 1.080 imprese con un numero di addetti compreso tra 10 e 249 impiegati e con un giro d’affari compreso tra i 2 ed i 50 milioni di euro.
Nell’ambito dell’efficienza energetica la PMI si dimostra molto attenta all’ambiente: il numero di interventi —includendo ogni tipo di iniziativa, anche solo la formazione o l’organizzazione— riguardano è molto elevato: si arriva addirittura all’83,72% per il settore delle costruzioni, al 82,69% per il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca ed al 75,30% per il settore delle attività manufatturiere.
Trainata forse anche dagli incentivi fiscali e dalla necessità di potersi presentare al pubblico con una “immagine green”, fatto è che la «coscienza verde» delle PMI italiane è davvero elevatissima. E cospicuo è anche il numero di aziende che hanno fatto ricorso ad una qualche forma di fotovoltaico (38,06%) e di quelle che si percepiscono come “energivore” (32,96%), confermando che la PMI italiana è davvero “Green Conscious”.
«Poi, però, pochissimi conoscono il SEU, andando a dimostrare uno scarso livello di “alfabetizzazione energetica”, il che significa che se il problema della sostenibilità è sentito, molto meno conosciute sono le soluzioni che l’impresa ha a disposizione per dare immediata soddisfazione a questa profonda esigenza di cambiamento» sottolinea Giorgio Mottironi, CMO di EnergRed.
Questo strumento risulta totalmente sconosciuto in ben 8 dei 19 settori ATECO (42%) ed in 15 settori su 19 (79%) la conoscenza del SEU è al di sotto del 10%, con le eccezioni del settore del trasporto (24,24%), delle costruzioni (16,28%) e dei dei tour operator e le aziende che erogano servizi di supporto alle imprese (11,39%).
«Per le attività manufatturiere che tanto potrebbero trarne vantaggio, il dato che risulta dal sondaggio è del 9,82%» evidenzia Giorgio Mottironi. «Ma è anche vero —prosegue il CMO di EnergRed— che questa categoria è forse la più eterogenea, include dall’industria alimentare a quella tessile, passando per quella metallurgica e per quella del tabacco: in tutto sono 33 classi e non tutte hanno la stessa sensibilità energetica come neanche avrebbero lo stesso grado di ritorno economico dal SEU».
Cosa è in concreto il SEU? «Si tratta di un impianto fotovoltaico che si integra facilmente con la preesistente configurazione impiantistica senza alterarne in alcun modo la funzionalità e che, se abbinato alla nostra metodologia Care&Share, si può avere a costo zero, abbattendo anche la bolletta elettrica grazie all’autoconsumo» risponde Moreno Scarchini.