La bio dei freelance italiani: ecco chi sono e come lavorare con loro
Sebbene il periodo storico non garantisca alcuna sicurezza in ambito lavorativo, sono tanti i giovani lavoratori che continuano a credere nel proprio lavoro e che decidono di intraprendere la propria attività in modo autonomo. Secondo il report aggiornato al 2020 “Osservatorio sulle Partite IVA” realizzato dal Dipartimento delle Finanze, il periodo di pandemia ha notevolmente influito sull’apertura di partite IVA e sul numero di professionisti che hanno deciso di intraprendere la vita da freelance. Anche in piena emergenza sanitaria, l’Italia si riconferma il secondo paese europeo con un maggior numero di professionisti freelance con partita IVA dopo la Grecia.
E se da un lato la voglia di essere CEO di stessi è una delle prospettive più allettanti, dall’altro lato l’adeguamento al mercato del lavoro spinge i giovani di oggi a intraprendere una carriera lavorativa che possa unire autonomia e dinamicità.
“Il mercato del lavoro è in continua evoluzione e la figura del freelance si sta facendo strada all’interno di un panorama lavorativo sempre più inclusivo” – spiega Andrea Zangiacomi, CEO di Digitazon – “I giovani di oggi e in particolar modo i Millennials, sono più inclini a valutare la possibilità di lavorare in modo autonomo piuttosto che ricercare costantemente il famigerato posto fisso. Questo nuovo approccio lavorativo dato da un ricambio generazionale è sempre più diffuso e sta cambiando per sempre il mercato del lavoro”.
Ecco l’identikit del freelance italiano
I lavoratori italiani che decidono di intraprendere un percorso da freelance sono per il 62,7% di sesso maschile anche se i dati sull’apertura di partite IVA per quanto riguarda le donne sono in aumento. Ma se c’è una cosa certa è che sempre più giovani decidono di intraprendere la vita da freelance: il 48% delle nuove partite IVA è stato avviato da giovani under 35 e il 31% da soggetti nella classe 36-50 anni, anche se nell’ultimo anno si è registrato un calo di freelance nella classe più anziana lasciando posto ad un sempre maggiore numero di giovani professionisti.
Se dovessimo collocare i freelance italiani in una ripartizione territoriale, i dati dimostrerebbero che il 44% è localizzato al Nord, il 21,4% al Centro e il 34,1% al Sud e Isole. A causa della pandemia in corso e della crisi economica generata dalla situazione sanitaria, tutte le regioni italiane hanno accusato un netto calo di freelance nel mondo del lavoro autonomo e in particolar modo nelle Marche (-19%), in Liguria (-18,7%) e Toscana (-17,6%), il più contenuto in Veneto (-5,3%).
La classificazione per settore produttivo evidenzia, invece, che è il settore del commercio ad avere un maggior numero di freelance attivi (+20% del totale) seguito dalle attività professionali (16,3%) e dall’agricoltura (10,8%). Rispetto al 2019, il 2020 è stato l’anno in cui la sanità risulta essere l’unico settore in attivo con un +9,5% di freelance mentre tutti gli altri comparti invece ne hanno subito un netto calo dal -34,1% per alloggio e ristorazione; 33,5% per attività sportive e d’intrattenimento al -24% per le manifatturiere.
Come lavorare con i freelance: 5 step fondamentali per scegliere quello giusto
Allo stesso tempo, in Italia, sono nate piattaforme come Digitazon, startup che permette a PMI e corporate di selezionare e ingaggiare i freelance più giusti per i propri obiettivi, con lo scopo di avvicinare domanda e offerta, risolvere il problema della gig economy e contribuire a definire un mercato del lavoro più agile e aperto.
Dalla loro esperienza con la piattaforma, i fondatori di Digitazon, hanno visto che non è semplice trovare il freelance più adatto così hanno stilato la lista dei 5 step da seguire per selezionare e affidare un progetto ad un freelance:
- Creare un annuncio che sia chiaro, completo e che spieghi esattamente che tipologia di professionista stiamo cercando e di lavoro che dovrà svolgere. Descrivere le competenze e le soft skills che vengono richieste per una posizione è fondamentale per poter attirare il giusto target di professionisti. Sarà poi importante dare delle linee guida sul lavoro da svolgere in modo tale da aumentare la short list con quei freelance che si sentono all’altezza del compito che dovranno fare.
- Selezionare i portfolio e i curriculum che riteniamo più in linea con la nostra mansione e successivamente contattare i professionisti per fissare una call conoscitiva. Il portfolio è la carta d’identità del professionista, il timone, ciò che lo qualifica come esperto in una materia. Senza di esso, è poco utile proseguire con una call conoscitiva.
- Trasparenza, obiettività ed efficienza: durante la call conoscitiva è fondamentale iniziare a conoscere chi abbiamo davanti e, proprio per questo, la trasparenza da ambo i lati è fondamentale sia per quanto riguarda i task della mansione e le tempistiche e sia per quanto riguarda il lato economico.
- Una volta scelto il freelance giusto, dare un feedback sul motivo per cui sarebbe perfetto per quel determinato ruolo è fondamentale. Far capire al professionista che c’è stima e rispetto per il percorso lavorativo e personale è il modo migliore per iniziare un rapporto lavorativo serio ed efficace.
- Non puntare sul risparmio ma sulla qualità: scegliere un professionista da inserire nella propria realtà significa far entrare nel proprio business una persona competente di cui potersi fidare. Le capacità e le competenze giuste sono fondamentali per rendere questa collaborazione brillante e positiva per ambo i lati. Per questo motivo, è necessario puntare tutto sulla qualità: un lavoro fatto a regola d’arte è il miglior investimento per il successo futuro.
“Crediamo che le PMI possano trovare beneficio affidandosi ai liberi professionisti italiani per la loro crescita aziendale ma devono imparare a selezionarli in modo strutturato e sensato. In Digitazon, facciamo proprio questo: diamo sia alle aziende che ai freelance gli strumenti per incontrarsi, conoscersi e lavorare nel migliore dei modi.” spiega Angelica Peretti, co-founder di Digitazon.