‘KPMG CEO Outlook 2024’: la 10^ edizione raccoglie l’opinione di 1.300 CEO di aziende globali
I CEO delle grandi aziende globali sono ottimisti sulle prospettive di crescita dell’economia. Il 72% dei rispondenti si dichiara fiducioso riguardo all’andamento dell’economia nei prossimi tre anni. Un dato in linea con quello registrato lo scorso anno (73%), ma che appare nettamente inferiore al 93% del 2015. I leader vedono anche parecchie minacce, tra cui, in primis, la gestione delle supply chain, la resilenza dei modelli operativi e i rischi legati alla cyber security. Nonostante le guerre in corso, le tensioni e la frammentazione dell’ordine internazionale, la geopolitica, che lo scorso anno era il rischio principale per le imprese, quest’anno scende al quarto posto.
Sono queste le principali evidenze della ricerca KPMG ‘CEO Outlook 2024’, che raccoglie le opinioni di più di 1.300 CEO di aziende con ricavi superiori ai 500 milioni di dollari. La ricerca, giunta quest’anno alla sua decima edizione, rappresenta un punto di riferimento per cogliere gli umori dei business leader aziendali nello scenario globale e per riflettere sui temi in agenda.
Il livello di fiducia dei CEO riguardo alla crescita globale è dimostrato anche dal fatto che il 92% di essi afferma di voler aumentare il numero di dipendenti della propria azienda nei prossimi tre anni, la percentuale più alta dal 2020.
I CEO mostrano ottimismo, nonostante sentano aumentare la pressione nei loro confronti: il 72% confessa di sentirsi più sotto pressione rispetto all’anno precedente.
La priorità è investire nell’AI
Per la maggioranza dei CEO (64%) l’AI è la principale priorità di investimento, nonostante non si preveda un ritorno se non entro i prossimi 3-5 anni.
Secondo i leader globali, i principali vantaggi dell’implementazione dell’AI quest’anno sono: maggiore efficienza e produttività, aggiornamento delle competenze della forza lavoro e spinta all’innovazione organizzativa. Nonostante questo, i CEO rimangono consapevoli dei rischi legati alla rapida spinta all’implementazione di nuove tecnologie. Ben oltre la metà (61%) ha citato le sfide etiche come la principale difficoltà da affrontare quando si implementa l’AI all’interno dell’azienda, seguita dalla mancanza di regolamentazione (50%) e di competenze e capacità tecniche (48%).
Se si guarda al rapporto tra nuove tecnologie e forza lavoro, oltre tre quarti (76%) dei CEO ritengono che l’AI non avrà un impatto rilevante sul numero di posti di lavoro nella propria azienda, ma solo il 38% ritiene che i propri dipendenti abbiano le competenze giuste per sfruttare appieno i vantaggi dell’AI.
L’attenzione verso le tematiche ESG
Nel decennio analizzato, i CEO hanno confermato il proprio impegno verso ESG e sostenibilità come fonte di creazione di valore. Nel 2015 i CEO classificavano il rischio ambientale come uno dei fattori meno preoccupanti, mentre nel 2024, quasi un quarto (24%) riconosce che il principale pericolo legato al mancato rispetto delle aspettative ESG è quello di dare un vantaggio ai propri concorrenti, seguito dalla minaccia alla propria continuità (21%) e dalle sfide legate al recruitment (16%).
Nonostante in alcuni paesi si assista ad una crescente politicizzazione dell’agenda ESG, i CEO sono particolarmente sensibili all’impatto che le questioni ESG possono avere sulla fiducia e sulla reputazione della propria azienda. Tre quarti (76%) dei CEO hanno affermato che sarebbero disposti a cedere una parte del business, anche se redditizia, nel caso in cui questa danneggi la reputazione aziendale. Tuttavia, ben oltre la metà (66%) dei CEO ammette di non essere preparata a rispondere alle crescenti aspettative degli stakeholder, così come degli azionisti, quando si tratta di temi ESG.
Lavoro: il dibattito sul ritorno in ufficio
I risultati della survey di quest’anno mostrano una crescente convinzione da parte dei CEO che un ritorno in ufficio sarà possibile nel prossimo futuro: nel 2024 l’83% degli intervistati prevede un ritorno completo in ufficio entro i prossimi tre anni, una percentuale in netto aumento rispetto al 64% del 2023. Parallelamente, l’87% dei rispondenti afferma di essere disposto a collegare promozioni, premi e aumenti di stipendio per incentivare il ritorno in presenza in ufficio.
Sempre in tema di gestione dei talenti, quasi un terzo dei CEO (31%) afferma di essere preoccupato per i cambiamenti nel mercato del lavoro, in particolare per il numero di dipendenti che presto andranno in pensione e per la mancanza di lavoratori qualificati pronti a sostituirli. In risposta a questa carenza di talenti, l’80% dei CEO concorda sul fatto che le aziende dovrebbero investire nello sviluppo delle competenze e nell’apprendimento continuo.
“I risultati del campione italiano della CEO Outlook rispecchiano quelli evidenziati a livello globale, con una sostanziale fiducia dei leader nei confronti dell’andamento dell’economia – commenta Mario Corti, Senior Partner KPMG. In una fase di shock permanenti che si susseguono continuamente le aziende italiane stanno dimostrando una qualità essenziale: la resilienza. A livello strategico il tema più rilevante è quello di individuare le priorità; mentre a livello operativo la sfida è quella di costruire modelli efficaci, in grado di rispondere alle continue variazioni della domanda e del mercato”.