Istat: prospettive poco favorevoli per l’economia italiana
Il quadro internazionale è caratterizzato da differenti posizioni cicliche delle principali economie e incertezza circa il proseguimento della fase di decelerazione dell’inflazione su cui pesa il rialzo delle quotazioni delle materie prime energetiche.
Le revisioni dei conti nazionali trimestrali, in Italia, hanno confermato le variazioni congiunturali del Pil per la prima parte del 2023 diffuse precedentemente: all’aumento tra gennaio e marzo (+0,6%) è seguito un calo nel secondo trimestre (-0,4%).
Dal lato dell’offerta, l’indice destagionalizzato della produzione industriale è cresciuto ad agosto dello 0,2% rispetto al periodo precedente e nella media giugno-agosto è aumentato dello 0,4%.
L’incremento medio della spesa per consumi finali delle famiglie nel secondo trimestre, a fronte di una sostanziale stabilità del reddito disponibile, si è accompagnato a un calo della propensione al risparmio, già da diversi trimestri inferiore ai livelli pre-Covid.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), a settembre, è aumentato e il differenziale positivo con la media dell’area euro si è ampliato consistentemente.
I risultati delle inchieste di famiglie e imprese a settembre suggeriscono che la fase di debolezza dell’economia italiana potrebbe proseguire nei prossimi mesi.
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