Istat-Crea: l’agricoltura non aggancia la ripresa ma può contare su misure straordinarie
Nel 2021 l’agricoltura, silvicoltura e pesca, che l’anno precedente si era distinto come uno dei settori meno penalizzatI dai lockdown, non ha beneficiato del generale clima di ripresa che ha caratterizzato il secondo anno della pandemia da Covid-19.
Le produzioni non strettamente agricole (attività secondarie, in particolare l’agriturismo), più colpite dalla crisi sanitaria, hanno segnato un recupero consistente, ma la ripresa è stata compromessa dagli eventi climatici avversi che hanno penalizzato l’annata agraria.
Particolarmente colpiti sono stati i volumi produttivi delle coltivazioni mentre si è registrato un buon risultato per il comparto zootecnico. Il generale sensibile rialzo dei prezzi ha sostenuto il valore delle produzioni ma ha indotto un peggioramento della ragione di scambio che ha penalizzato gli operatori del settore. La guerra in Ucraina, in corso da oltre due mesi, ha annullato ogni possibile previsione: l’inasprimento dei rincari delle materie prime energetiche e le nuove difficoltà di approvvigionamento delle imprese, in aggiunta alle preesistenti strozzature all’offerta, potrebbero provocare conseguenze a lungo termine per l’agricoltura italiana.