Imprenditoria femminile: in Italia cresce a rilento il numero di imprenditrici

  • Secondo l’analisi di Cribis il numero di imprese italiane guidate da donne rappresentano il 19,2% del totale, in aumento di circa il 10% rispetto al 2023.
  • Lazio, Abruzzo e Basilicata si riconfermano le regioni a maggiore concentrazione di società femminili rispetto al totale delle imprese.

Cribis, società del gruppo CRIF specializzata nelle informazioni commerciali su aziende italiane ed estere, ha pubblicato oggi i risultati del suo ultimo report sull’imprenditoria femminile in Italia. Secondo il report, sono 1.050.000 le società in Italia, corrispondenti al 19,2% del totale del campione analizzato (campione totale 5.500.000 circa) a caratterizzarsi per la gestione femminile, in crescita del 10,3% rispetto all’anno precedente, portando il numero di imprenditrici oltre il milione.

Sono considerate “femminili” le società che soddisfano uno dei seguenti criteri: le società di capitali in cui la maggioranza (>50%) dei componenti dell’organo di amministrazione sia costituita da donne o la maggioranza delle quote di capitale sia detenuta da donne; le società di persona in cui la maggioranza (>50%) degli esponenti sia donna; oppure le ditte individuali il cui titolare sia donna.

Per quanto riguarda la dimensione delle aziende a conduzione femminile, la stragrande maggioranza sono microimprese, il 95,8% del totale.
Secondo i dati Cribis, seppur in crescita, il livello di internazionalizzazione delle imprese al femminile resta basso: sebbene infatti le imprese con un livello di internazionalizzazione tra alto e medio siano cresciute del 4,4% rispetto al 2024, solo il 0.9% delle società analizzate ha un livello di internazionalizzazione alto, riconfermando una scarsa incidenza a livello globale.
Discorso analogo per quanto riguarda la Digital Attitude, che registra una crescita del 4,3% delle imprese con un livello tra alto e medio rispetto all’anno precedente. Dominano ancora, tuttavia, le imprese con basso livello di digital attitude che rappresentano l’84,6% del totale.

La Regione con la maggiore incidenza di imprese femminili sul totale delle aziende presenti si riconferma il Lazio con il 20,5%, seguito da Abruzzo Basilicata che si condividono il secondo gradino del podio con il 20,4%, chiude al terzo posto l’Umbria con il 20,2%.

Trend differente se si considerano i dati relativi alle province. Guidano la classifica Prato con il 23,8% delle Imprese Femminili sul totale Imprese nella provincia, seguita poi da Frosinone e La Spezia con rispettivamente il 22,5% per entrambe.

Per quanto riguarda i settori, la maggior concentrazione delle imprese femminili si ha nei servizi sociali, con il 52,5% sul totale delle imprese (crescita significativa di quasi 10 punti percentuali dall’anno precedente), nelle industrie tessili (39,6%) e nel commercio al dettaglio di abbigliamento (39,1%) riconfermando il trend dell’anno precedente.

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