Il vaccino per le aziende? La “Welfare Terapia”, per combattere e contrastare la crisi
Gratificare di più i dipendenti, puntando sul loro benessere, per risollevare le sorti dell’azienda. In altre parole, puntare tutto sul welfare aziendale.
Questa l’idea dell’avvocato Riccardo Zanon, esperto in diritto del lavoro, spiegata nel suo ultimo libro “Welfare terapia”, per ESTE Editore, un approccio di cui è l’ideatore.
Nello scenario di crisi economica causata dal Covid, l’autore spiega come sia importante per un’azienda che vuole non solo sopravvivere, ma ripartire e continuare a crescere, puntare sui propri collaboratori, facendoli sentire protetti, in modo che possano proseguire la loro attività in totale sicurezza.
Strumenti come lo smart working, la palestra online, il maggiordomo aziendale, il baby-sitting e il tanto screditato trasporto collettivo con le navette aziendali, che oggi, invece, eviterebbero di prendere i mezzi pubblici, possono fare la differenza, motivando maggiormente il dipendente e spingendolo a lavorare con maggior impegno e dedizione.
Zanon sottolinea come gran parte degli imprenditori, pur nella difficoltà del momento, si sia rimboccata le maniche e abbia agito, mettendo al riparo i dipendenti e l’azienda stessa. Per un’efficace azione del welfare aziendale, però, è necessario supportare questi interventi con un’adeguata attività di comunicazione, evitando il rischio di creare l’effetto opposto: dipendenti scontenti o frustrati.
Come ha rivelato una recente indagine di Nomisma e Cgil realizzata su una base dati di 70 aziende e un campione di 1.822 lavoratori (49%impiegati, 45% operai, 6% quadri), solo il 45% ha dichiarato di essere stato informato a grandi linee e il 9% di non essere stato informato. Questo significa scarsa politica informativa da parte delle imprese sugli strumenti messi a disposizione dei propri dipendenti. Un deficit di comunicazione che diventa controproducente per l’azienda stessa.
Come potevano i genitori gestire lavoro da casa e figli piccoli con le suole chiuse? Sarebbe stato sufficiente predisporre un piano di welfare aziendale, informando i lavoratori, dove previsto, della possibilità di poter avere il rimborso per la baby-sitter.
Oggi le cose stanno cambiando, la pandemia ha sollecitato l’attenzione su alcuni aspetti ancora poco conosciuti di uno strumento potente come il welfare aziendale. Le imprese risparmiano sul piano fiscale, ma possono offrire opportunità e servizi che agevolino e rendano migliore la vita dei propri dipendenti, non solo nella ‘normalità’, ma anche nel momento del disagio più inaspettato. In questo senso, il post-pandemia potrà aumentare ulteriormente l’interesse per questa forma di servizi e benefit che favoriscono una serenità del lavoratore e aiutano gli imprenditori ad avere dipendenti più sereni e contenti.