Ogni imprenditore sa che il rischio è una componente inevitabile del suo mestiere.
Senza assumere rischi non ci sarebbe innovazione, crescita, competitività. E probabilmente non avremmo realizzato il business di cui oggi siamo a capo, o non l’avremmo portato avanti.
L’analisi del rischio ci porta a riflettere anche sulla differenza fra ciò che vogliamo fare e ciò che dobbiamo fare.
Quando Jack Welch diventò Amministratore Delegato della General Electric, avrebbe voluto investire per potenziare l’espansione sui mercati internazionali.
Dopo un’analisi del rischio si rese conto che doveva ridurre drasticamente le attività di una divisione che, pur garantendo profitti, era quarta in termini di quote di mercato, senza possibilità di sviluppo. E lo fece per due ragioni: la prima era che voleva posizionare l’azienda come leader incontrastato di mercato. La seconda? Lui stesso disse “Non voglio dare ai manager e a chi lavora con noi il senso che è accettabile non essere i numeri uno!”
Non tutti i rischi sono uguali.
La capacità di distinguere tra quelli accettabili e quelli pericolosi può fare la differenza tra il successo e il fallimento.
Cos’è un rischio accettabile?
E’ quello che, pur comportando una potenziale perdita, rientra nei limiti che l’azienda è in grado di gestire senza compromettere la sua stabilità a lungo termine.
Questo tipo di rischio:
- È calcolato sulla base di dati concreti e analisi.
- Ha un potenziale impatto negativo limitato e prevedibile.
- Può essere mitigato attraverso strategie preventive.
La domanda per valutarlo è:
“Nella peggiore delle ipotesi, cosa succederebbe?”
Esempio pratico: Investire una piccola percentuale del budget (es. 5-10%) in un nuovo mercato o tecnologia,anche in caso di insuccesso, non compromette la solidità aziendale.
Cos’è un rischio eccessivamente pericoloso?
È quello che può portare a gravi conseguenze economiche, operative o di reputazione, difficili da recuperare.
Spesso è il risultato di una decisione non supportata da dati o di una overconfidence, cioè una sopravvalutazione di un risultato positivo.
Un rischio pericoloso:
- Ha impatto significativo sui flussi di cassa o sul capitale (es. ci fa perdere oltre il 30% della cifra investita).
- Coinvolge fattori non controllabili (es. dipendere per l’80% del fatturato da un unico grande cliente).
- Manca di un piano di mitigazione dell’impatto o di recupero.
Esempio pratico: Investire una somma ingente per lanciare un prodotto senza una chiara validazione del mercato, senza test preliminari, senza un cliente disponibile a sperimentarlo….
Rischio e probabilità
il successo delle aziende dipende dalla capacità di identificare, analizzare e mitigare i rischi.
La soglia del rischio accettabile: una regola pratica
Secondo molti esperti di finanza aziendale e gestione del rischio, è prudente non rischiare più del 10-30% del capitale disponibile (incluso il capitale sociale e le riserve) per una nuova iniziativa.
Linee guida pratiche per decidere quanto rischiare:
- Iniziative ad alto rischio e lungo termine (es. sviluppo di un prodotto completamente nuovo): massimo 10-15% del capitale sociale.
- Iniziative moderate o strategiche (es. digitalizzazione interna o espansione in nuovo mercato estero): massimo 20-25%.
- Iniziative a basso rischio e alto impatto (es. piccoli miglioramenti operativi): fino a 30%, purché con ritorni prevedibili.
Sono tecniche che consentono di bilanciare rischio e stabilità, senza mettere a repentaglio la vita dell’azienda.
Importante è anche monitorare costantemente l’andamento del progetto e avere piani di uscita, exit strategy, che puoi percorrere con chiarezza nel caso di segnali negativi.
Questa soglia permette di:
- Mantenere una base sicura per l’operatività quotidiana.
- Avere margini di manovra per eventuali interventi correttivi.
Tuttavia, questa soglia varia in base al settore, al contesto di mercato e alla capacità dell’azienda di assorbire le perdite.
E anche al nostro carattere di imprenditori.
Una persona con un carattere prevalentemente analitico ha un basso orientamento al rischio.
Chi ha invece un carattere più direttivo possiede un più alto orientamento al rischio.
Ci accomunano poi alcune bucce di banana mentali che ci fanno interpretare in modo distorto le informazioni e prendere soluzioni inadeguate.
Ecco alcuni rischi specifici nelle 4 aree aziendali più importanti, le nostre “bucce di banana” mentali che possono influire sulle nostre decisioni e come affrontarle.
Analisi delle Aree e Domande Chiave
- Economia:
Come stai monitorando la salute finanziaria della tua azienda?
Focus:
- Gestione della liquidità e flussi di cassa.
- Rischi legati ai costi fissi e variabili.
- Affidabilità dei clienti nei pagamenti.
Bucce di banana:
- “Le difficoltà finanziarie si risolveranno da sole, con un po’ di fortuna.”
- “Non ho bisogno di monitorare i numeri, basta lavorare di più.”
Meglio se
Ti chiedi quali strumenti e forme di controllo (es. report finanziari e di controllo di gestione ) utilizzi per prevenire sorprese economiche?
- Tecnologia e organizzazione:
La tua infrastruttura è pronta per affrontare le sfide future?
Focus:
- Capacità di adottare nuove tecnologie.
- Efficienza dei processi aziendali.
- Rischio di obsolescenza o inefficienze operative.
Bucce di banana:
- “La tecnologia è un soprattutto costo, non un investimento.”
- “Non abbiamo bisogno di innovazioni, il nostro metodo funziona da anni.”
Meglio se:
imposti un piano per aggiornare i tuoi strumenti e migliorare l’organizzazione.
- Rapporto con i clienti e il mercato:
Sei allineato con le esigenze e i trend del tuo mercato?
Focus:
- sei capace di fidelizzare i clienti chiave?
- ti sai adattare ai cambiamenti nel comportamento dei consumatori?
- sei consapevole del Rischio di perdere competitività?
Bucce di banana:
- “I clienti non cambiano, ci resteranno sempre fedeli.”
- “Il mercato è stagnante, non posso fare nulla per aumentare le vendite.”
Meglio se
Imposti un piano per intercettare nuovi bisogni e opportunità nel mercato.
- Qualità professionale e rapporto con i collaboratori: Il tuo team è motivato e formato per affrontare le sfide?
Focus:
- hai rischi legati a turnover o ti sei accorto che mancano competenze importanti per oggi e per domani?
- il clima aziendale motiva il personale?
- la tua azienda sa attrarre e trattenere giovani e persone di talento?
Bucce di banana:
- “È impossibile trovare collaboratori validi, quindi mi arrangio con quello che ho.”
- “Non serve investire nella formazione o in nuove forme di welfare, sono leve inutili, sono un lusso per grandi aziende.”.”
Meglio se
Rifletti e realizzi azioni per valorizzare il potenziale dei tuoi collaboratori.
In conclusione:
L’analisi del rischio non serve a eliminare ogni incertezza, ma a prepararsi per affrontarla in modo strategico. Assumere rischi calcolati è fondamentale per crescere, ma è altrettanto importante saper riconoscere quando un rischio è troppo grande per essere gestito.
Riconosci le aree di rischio potenziale e cerca di elaborare un piano d’azione di prevenzione e di intervento. Questo è il segreto per essere imprenditori consapevoli.
La frase di oggi
“Il tuo vero rischio non è commettere errori. È non sapere esattamente cosa stai facendo”, Warren Buffett.
Questo è il segreto per essere imprenditori consapevoli.