Il costo sui mercati internazionali del necessario lockdown
La flessione delle quote di domanda mondiale detenute dal Belpaese
La crisi sanitaria sta modificando i rapporti di forza sui mercati internazionali. Nel secondo trimestre 2020, il blocco delle attività produttive ha drasticamente ridotto le quote di mercato detenute delle imprese italiane nell’arena internazionale. A fronte di una flessione del commercio mondiale in euro pari al 21.6%, le esportazioni italiane hanno infatti accusato una contrazione del 28.8%, evidenziando una dinamica più negativa della domanda mondiale.
Le determinanti
La contrazione della quote di domanda mondiale è principalmente guidata da un effetto competitività, che riflette la chiusura delle attività non essenziali, e da un effetto negativo legato alla struttura geografica del portafoglio mercati delle imprese italiane. Le esportazioni italiane nel II trimestre si sono infatti dirette principalmente verso mercati che hanno ridotto notevolmente la propria domanda, in primo luogo la Germania, Stati Uniti e Francia. Risulta invece positivo l’effetto esercitato dalla struttura merceologica dell’export made in Italy, grazie alle performance positive dell’export agroalimentare e farmaceutico.
Il riposizionamento competitivo per il sistema moda
Sul panorama europeo, l’Italia ha infatti accusato la caduta più significativa in termini di competitività, insieme a Francia, Gran Bretagna e Spagna, economie che hanno adottato parimente restrizioni severe in merito alla chiusura delle attività produttive non essenziali durante la fase di lockdown.
Uno dei comparti maggiormente interessati dal riposizionamento competitivo internazionale è il Sistema Moda. Nel periodo aprile-maggio, la quota di commercio mondiale delle esportazioni italiane segna un netto peggioramento, alla pari del competitor francese.
Viceversa, guadagnano quote di commercio mondiale la Germania e soprattutto la Cina, ritornata già ad aprile ai livelli di attività prossimi a quelli pre-Covid-19.