Il check up organizzativo: perché fare i raggi X alla propria azienda
Uno dei tre fattori che vengono presi in considerazione per assegnare il riconoscimento più ambito nel baseball è la cosiddetta Media di battuta, ovvero il rapporto tra il numero totale di battute valide e quello dei turni disponibili alla battuta. Si tratta di una statistica molto importante anche per misurare la performance delle squadre: le più competitive e longeve sono proprio quelle che, nel tempo, hanno ottenuto e mantenuto una Media di battuta soddisfacente.
Come in questo sport, anche le aziende dovrebbero avere al tempo stesso sia la capacità di sfruttare il vento favorevole che i piedi ben puntati per terra sul campo. Tradotto in parole povere: una crescita positiva sia nei ricavi che nei margini di profitto. Il consulente aziendale nasce proprio per aiutarle a raggiungere questo obiettivo nonostante la complessità dell’ambiente competitivo, dei mezzi tecnologici e dell’abilità degli avversari. Il suo lavoro non si svolge in un ipotetico futuro, bensì in un presente fatto di cambiamenti repentini, gare da vincere subito e pianificazione strategica sempre più breve e mutevole: variabili che hanno trasformato la routine del management in una perenne gestione della crisi.
Alla luce di questo contesto, chiamare un esterno per aggiustare ciò che non va all’interno può risultare una sorta di scaricabarile. Quando un consulente aziendale viene convocato, il leader però non se ne va: resta al suo posto e continua a svolgere le sue mansioni. Più semplicemente, sfrutta uno strumento in più per gestire la sua organizzazione, ovvero il check up organizzativo: una verifica di ciò che funziona e di ciò che va invece cambiato in una determinata realtà.
Cosa può evidenziare questo tipo di lavoro?
- Il clima dell’organizzazione, ovvero lo stato di salute dell’ambiente di lavoro
- Il livello di engagement, ovvero l’intensità della connessione o partecipazione dei dipendenti con un’organizzazione
- La tipologia di leadership, più orientata a un confronto o ad un allineamento senza discussioni
- La possibilità o meno di comunicare in modo aperto e dare feedback
- La resilienza dell’azienda
- L’aderenza alla cultura organizzativa
- La coesione della squadra
- Le competenze e le performance degli individui, in relazione al contesto organizzativo e al ruolo specifico, e l’eventuale gap esistente tra le aspettative altrui e le proprie percezioni.
L’obiettivo ultimo del consulente è risolvere i problemi, ma questo non avviene subito. Non ci sono ricette già pronte, ma soluzioni personalizzate che vengono confezionate nel tempo. Col check-up organizzativo inizia quindi un processo volto a comprendere quali fattori interni ed esterni influenzano l’operato dell’azienda, esaminandoli da un nuovo punto di vista.
Questa osservazione non può essere temporanea, bensì ampia e continua, in grado di trasmettere informazioni e consigli in tempo reale. Il consulente non può e non deve tuttavia sostituirsi ai ruoli formalizzati né far sì che gli altri sviluppino una dipendenza nei suoi confronti. Al contrario, dovrebbe fare in modo che l’organizzazione e le persone apprendano ciò che è importante, trasformando queste lezioni in skills.
Il check-up organizzativo che il consulente aziendale svolge si compone quindi di una parte di osservazione e di una fase costruens che da questa prescinde. Di fatto, si inizia dando un feedback e si prosegue suggerendo quelle operazioni di “calibratura” che sono necessarie per il funzionamento di ogni organizzazione e coinvolgendo tutti gli attori, ognuno in funzione e in modo proporzionale al suo livello di responsabilità. Il risultato finale di questa operazione sarà come un abito cucito da un sarto che ha ascoltato le richieste del suo cliente, preso le misure e fatto le modifiche necessarie. Oggi, per vincere, non basta raggiungere la vetta o il traguardo che ci siamo prefissati nel breve. Serve anche pensare solidamente nel lungo e trovare il proprio equilibrio dentro questa logica.
Immagine di vectorjuice su Freepik
Psicologo del Lavoro Organizzazioni, CEO at Net Working Srl, Co-founder The European Hardiness Institute, Presidente Manageritalia Executive Professional, Istruttore Interventi Basati sulla Mindfulness(MBI/MBSR), blogger