Il 64% dei brand punta su 3D e realtà aumentata, il 70% di processi aziendali avvengono su whatsapp, il social e-commerce nuovo trend
Con l’esplosione del digitale, le aziende italiane del settore retail hanno accettato – e qualche volta subito – le nuove sfide che impone il mercato nazionale e globale, e stanno cercando di tenere il passo per mantenere una posizione di competitività.
Sdoganato ormai l’interrogativo “fisico o digitale”, non si parla più di phygital ma di qualcosa che va addirittura oltre lo shopping: il futuro del retail è farsi creator di esperienze.
I department store diventeranno ancora di più luoghi di entertaimnent dove il consumatore si reca per vivere un’esperienza e godere di servizi accessori che non siano solo il semplice acquisto di un prodotto.
L’e-commerce da “tendenza” si fa accelerator che fa crescere l’economia delle imprese italiane: il commercio digitale sta diventando un ecosistema dove canale tradizionale e digitale non solo vivono insieme e si “alimentano” a vicenda, ma evolve costantemente verso forme sempre più ibride.
Il 64% dei brand sta investendo in esperienze immersive sul web, come la realtà aumentata e il 3d che aumenta del 94% quelli che sono i tassi di conversione dell’e-commerce: i consumatori sono più propensi ad acquistare 11 volte in più se possono disporre di questi servizi, con il 65% in meno di carrelli abbandonati.
Questo e molto altro emerge dall’osservatorio Retail Hub – tech company verticale sul retail che “sintonizza” aziende e start up – durante due dei suoi ultimi eventi, i quali hanno fornito un’interessante overview sul mondo retail e innovazione.
Come il Leadership in Retail: nella suggestiva cornice del lago di Como in Villa D’Este, un evento esclusivo e unico nel suo genere dove 130 leader tra CEO, executive, imprenditori delle realtà più solide ed innovative in Italia e nel mondo si sono riuniti per scoprire il futuro ed analizzare i cambiamenti di un settore in costante evoluzione.
Helen Marlen Group, Bonprix, Sephora, Alessi, Boggi, Kiko, Missoni, Marinella, Mercedes-Benz Italia, Nestlé, Central Group Europe, Gruppo Lonati, Nau!, Tecnomat si sono confrontate su modelli di business originali, start up, nuovi servizi per le aziende e come le nuove generazioni stanno cambiando le imprese ereditate. La sfida ad un’omnicanalità perfetta, dove rendere tutti i flussi ancora più fluidi affinché il cliente possa acquistare sentendosi in unico canale; aumento vertiginoso degli investimenti in tecnologia sul web e market place; proposte di valore che coinvolgano allo stesso tempo consumatori tradizionali e generazioni native digitali.
Una “fotografia” interessante del settore – dati alla mano – è stata fornita dalla ricerca presentata da Alix Partners sulla base di interviste a 3000 manager – di cui 300 per settore in 9 paesi – tra i 25 e i 65 anni e che ha analizzato in generale quanto il passaggio al digitale ha avuto un impatto disruptive sui retailer. Il 62% degli executive ritengono di
essere stati negativamente impattati dall’evoluzione dei modelli di business digitali, e il 59% si ritiene impattato dalle relazioni dirette e digitali sviluppate dai brands, che bypassano i rivenditori.
Ma cosa si aspettano oggi i manager del retail? Sviluppare l’agilità necessaria da parte del proprio team per essere all’altezza di cavalcare il cambiamento, alla luce delle forze trasformative che interessano il settore: declino demografico che sta riplasmando la società, con profonde implicazioni a livello di economia, settori e manodopera a livello globale; transizione climatica; deglobalizzazione con impatti a lungo termine sulle supply chain e sulle relative strutture di costo; tecnologia, evolvere verso modelli digitali per non restare indietro. Gli impatti per le aziende? Nuove abitudini di consumo con la Gen Z e i nuovi trend che ne conseguono (social commerce, personalizzazione, esperienza purpose driven, shopping journey), nuovi mercati, supply chain più locali ed integrate, omnicanalità e deserto dei profitti. Molti retailer ritengono che la maggiore penetrazione dell’online incrementi la profittabilità aziendale, mentre molti altri non considerano correttamente gli effettivi costi e benefici da allocare al canale e non comprende così l’effettivo valore economico degli store online.
Al di là dei numeri, dalla voce dei grandi manager presenti al Leadership, viene fuori una riflessione condivisa sull’antifragilità del negozio fisico: malgrado tutto, l’esperienza fisica non viene abbandonata. Testare con mano i prodotti e raggiungere fisicamente il negozio resterà ancora molto presente, unita alla possibilità di ricevere comodamente e in velocità a casa propria gli stessi prodotti dello scaffale. L’evoluzione del negozio fisico si giocherà sull’enfatizzazione di prodotti e servizi tramite la realtà aumentata, liberando risorse e tempo.
Un mercato da tenere d’occhio e dal potenziale enorme? Quello indiano. Come un tempo la Cina, il mercato in India sta crescendo in maniera vertiginosa, è altamente tecnologico con le sue migliaia di start up e oltre 120 unicorni prettamente nel settore tech. Per questo – secondo il parere dell’esperto Alessandro Giuliani, Managing Director SDA Bocconi Asia Center, che è intervenuto all’evento – l’India per le aziende è un paese in cui vale la pena essere, dall’altissimo potenziale in termini di investimenti e di brand. Un mercato che, pur nella sua complessità, rappresenta il futuro del retail.
«Leadership in Retail è un evento per noi molto importante poiché le aziende e i manager hanno l’opportunità di confrontarsi, dialogare e scambiarsi visioni e aspirazioni in ottica di arricchimento del proprio background. È altresì un’occasione privilegiata per capire le “regole del gioco” e vedere quanto il settore sia sempre in piena trasformazione, con logiche e strategie fluide e continui adattamenti. Un appuntamento ideato per capire insieme come affrontare questa continua evoluzione» afferma Massimo Volpe, co-founder di Retail Hub.
E se la domanda delle aziende del settore appare forte e chiara, l’offerta è altrettanto all’altezza. Se da una parte ci sono le imprese, dall’altra troviamo start up promettenti che forniscono tutto ciò di cui si ha bisogno per essere competitivi e all’avanguardia sul mercato digitale.
Moda tra 3D e realtà aumentata, come vendere su whatsapp e usare l’AI per ottimizzare e non sostituire, essere sostenibili con un click: queste sono solo alcune delle novità individuate da Retail Hub – che con la piattaforma Innovation Explorer “scova” le più dirompenti start up nel mondo per metterle a disposizione delle aziende e fornire così le tecnologie di ultima generazione che sempre più spesso è difficile individuare – e che sono state presentate durante l’ultimo The Innovation Club, appuntamento periodico dove Retail Hub presenta gruppi di start up che fanno parte del suo portfolio davanti a un’audience di retailer.
Come Future Fashion, startup che trasforma qualsiasi business in 3D per creare un’esperienza d’acquisto innovativa ed integrabile in tutti i sistemi software aziendali.
La piattaforma permette ai brand di caricare foto prodotto e generare modelli 3D altamente fotorealistici, tali da sostituire il campione fisico. Una volta generato il modello 3D di un articolo si possono realizzare infinite varianti (materiale/colore) fino a digitalizzare tutta la collezione e tagliare del 70% i costi di campionario. Il 3D dell’oggetto è integrabile facilmente in qualsiasi sito web tramite 3D viewer dotato di realtà aumentata (AR) con cui è possibile visualizzare l’articolo nello spazio circostante, aumentando l’interazione del cliente con l’oggetto e migliorando del 60% la conversione in vendite.
Con il 70 % di processi aziendali che avvengono su whatsapp, questo canale è considerato ormai il canale business del futuro: ne è convinta LIFEDATA, altra start up protagonista dell’Innovation Club di Retail Hub che porta su wa i processi CRM, marketing e vendita in azienda e l’aiuta ad essere più agile, trasformando i processi per la Omnichannel Customer Experience.
Social media ed e-commerce hanno un legame sempre più stretto. Secondo i dati di Statista, il mercato globale dei social e-commerce crescerà costantemente nei prossimi anni e supererà la soglia di 1 trilione entro il 2024.
Motivo per tenere d’occhio Letsell, la prima piattaforma di social e-commerce in Europa, opportunità ideale per le aziende che vogliono aumentare i volumi di vendita senza sostenere costi pubblicitari tramite il word of mouth: l’utente diventa un media per i brand e viene incentivato a condividere il prodotto ad altri utenti ricevendo una ricompensa in cashback del 10% su ogni ordine.
Risparmiare tempo, ridurre i costi, aumentare le revenues, mantenere intatta la qualità: questi gli aspetti dell’intelligenza artificiale buona che da nemica si fa alleata quando si parla di ottimizzazione. Come dimostra Kleecks, piattaforma che analizza i siti di e-commerce, li confronta con quelli della concorrenza e li ottimizza in tempo reale. Un booster che fa leva su due elementi chiave: l’AI, che si occupa dell’ottimizzazione del sito e del marketing, e l’approccio No-code, non richiede quindi la scrittura di righe di codice per gestire le funzioni. Nei fatti, ottimizza i flussi di lavoro, snellendo processi e procedure. Non sarà necessario mettere attorno a un tavolo le varie figure professionali, affidare i vari compiti e attendere che ciascuno abbia fatto la sua parte. Kleecks, a differenza di altre piattaforme, non si limita a offrire solo suggerimenti ma li implementa ed è in grado di automatizzare numerose operazioni: ritocchi alla SEO, aggiornamenti dell’interfaccia utente, contenuti, elementi grafici. Il tutto senza intervenire direttamente sul CMS del sito stesso.
Sempre più spesso oggi i consumatori, quando acquistano un prodotto o un servizio online tengono d’occhio non solo il prezzo, ma anche un altro aspetto non meno importante: il profilo etico dell’azienda che lo realizza o distribuisce. Come emerso durante l’Innovation Club di Retail Hub esiste una nuova generazione di consumatori: il 91% preferisce acquistare da un brand che supporta una causa in cui crede e 1/3 delle persone è disposto a pagare di più per prodotti o servizi sostenibili. Non tutte le aziende però si sono attivate per migliorare il proprio posizionamento su queste tematiche.
Ed è proprio a loro che si rivolge con la sua proposta la start up italiana Cents, una piattaforma ad alto coefficiente digitale e notevole impatto sociale che unisce l’esperienza benefica a quella dell’acquisto e aiuta le aziende che vendono tramite e-commerce a generare un impatto positivo sulla società proponendo ai loro clienti una piccola donazione ad una delle non profit accreditate. La piattaforma di e-commerce dona una percentuale ad ogni ordine e consente all’acquirente di scegliere, in fase di pagamento, se effettuare o meno una donazione.
Alcune di queste start up presentate durante l’Innovation Club, insieme ad altre sono presenti all’interno dell’House Of Innovation di Retail Hub (House of Innovation Booking – Retail HUB) un esclusivo spazio di sperimentazione e di incontro tra tutte le startup e pmi innovative che stanno aiutando ad evolvere il settore del retail (fisico e online) e le aziende.
Progetto che entro il 2024 si farà ancora più grande e aprirà per la prima volta in Italia all’interno di un outlet, Scalo Milano Outlet&More: un grande hub dell’innovazione, un’area esperienziale e “showroom” di dispositivi tra i più avveniristici presenti sul mercato che potranno essere testati per la prima volta nell’ambito di un’area totalmente retail.