Il 20% delle startup usa strumenti di intelligenza artificiale
Il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia nel 2022 ha toccato quota 422 milioni di euro (+21,9% rispetto all’anno precedente) ed è destinato (fonte: Anitec – Assinform) a superare i 700 milioni nel 2025.
Se la diffusione tra le PMI è ferma al 5,3%, che rapporto hanno invece le startup con l’utilizzo dell’AI?
A questa domanda ha risposto una recente ricerca di B-PlanNow (https://b-plannow.com/), acceleratore di startup per progetti in fase di avvio con un approccio unico e coerente.
L’indagine ha evidenziato come la diffusione tra le startup dell’intelligenza artificiale tocchi il 19,4%, inferiore rispetto al 24,3% delle grandi imprese ma comunque in una posizione migliore rispetto alle PMI.
“L’AI è certamente un’importante opportunità – chiarisce Nicola Zanetti, CEO e founder di B-PlanNow – ma dobbiamo fare delle distinzioni. Nelle startup l’intelligenza artificiale sopperisce in qualche modo all’esiguità delle risorse e dei team e spesso ha un ruolo importante in fase di lancio”.
La ricerca B-PlanNow mostra infatti che il 24% delle startup ha utilizzato tool di AI per generare idee di business utili al proprio percorso imprenditoriale, con una particolare predilezione per Ideas AI, utile strumento di brainstorming per chi si approccia per la prima volta a determinati concetti e paradigmi.
Il 23% del campione monitorato da B-PlanNow ha utilizzato tool di AI (eg, ValidatorAI e VenturusAI) come supporto per la validazione di un modello di business: lo strumento non sostituisce ovviamente il necessario confronto con il mercato (e potenziali investitori) al fine di costruire un MVP ma certamente può aiutare i newcomer nelle fasi più acerbe del loro cammino.
Ben il 51% del panel si è rivolto all’intelligenza artificiale per un aiuto concreto nella creazione di un naming originale e performante per la propria startup, qui la predilezione degli imprenditori in erba si distribuisce equamente tra Looka, Namelix, Xtemnsio e Namewink.
L’84% del campione analizzato da B-PlanNow ha utilizzato strumenti di AI per scrivere dei testi. Sembra questo, al momento, il vero Eldorado dell’intelligenza artificiale nel mondo startup, insieme con la scrittura di parti di codice (72% del panel). Sono, infatti, i task ripetitivi a dimostrarsi davvero time-consuming per chi si accinge a lanciare una nuova startup e ha bisogno, quindi, di ottimizzare al massimo anche i costi anche per la presenza di un team spesso in formato “ridotto”.
B-PlanNow ha anche chiesto al campione il proprio grado di soddisfazione nell’utilizzo di tool di AI: la risposta può sembrare poco scontata, in quanto solo il 65% dei founder di startup si dichiara pienamente appagato, mostrando dubbi sulla reale qualità degli output (78%) e sulla capacità dell’AI di rispondere davvero ai bisogni e agli input umani (89%).
“I dati mostrati dalla nostra ricerca – conclude Nicola Zanetti – tratteggiano un quadro ancora molto fluido ed in costante evoluzione. In B-PlanNow caldeggiamo l’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate ma un percorso business di successo non può prescindere dalle capacità e dalla volontà di imprenditori e di consulenti focalizzati sull’obiettivo”.