IHS Markit PMI: si riconferma a novembre la forte crescita nel manifatturiero dell’Eurozona
Pur rimanendo indicativo di una forte crescita, l’Indice destagionalizzato IHS Markit PMI® del Settore Manifatturiero dell’Eurozona di novembre è diminuito leggermente. Malgrado l’indice principale si sia contratto a 53.8, da 54.8 di ottobre, è risultato leggermente migliore della precedente stima flash e ha segnalato il quinto miglioramento mensile consecutivo delle condizioni operative del settore manifatturiero dell’eurozona. L’incremento inoltre si è mantenuto ben al di sopra della media a lungo termine dell’indagine.
Gli ultimi dati di novembre sono indicativi di notevoli divergenze a livello settoriale. Detto ciò, il sottosettore dei beni capitali e quello dei beni intermedi hanno continuato ad espandersi a tassi mensili elevati. In contrasto, quello dei beni di consumo, per la prima volta in sei mesi, ha registrato un modesto deterioramento delle condizioni operative.
Ad eccezione dei Paesi Bassi e dell’Irlanda, nel corso dell’ultima indagine tutte le nazioni hanno riportato un indebolimento dei loro rispettivi PMI. La Germania è stata la nazione a riportare i risultati migliori, seguita dai Paesi Bassi e l’Irlanda.
Forti crescite sono state osservate in Austria e Italia, a differenza delle marginali contrazioni riportate in Spagna e Francia. La Grecia è rimasta la nazione che di gran lunga ha registrato i risultati peggiori, riportando a novembre un forte e accelerato tasso di contrazione.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di novembre
Germania | 57.8 (flash: 57.9) | minimo in 2 mesi |
Paesi Bassi | 54.4 | massimo in 22 mesi |
Irlanda | 52.2 | massimo in 3 mesi |
Austria | 51.7 | minimo in 2 mesi |
Italia | 51.5 | minimo in 5 mesi |
Spagna | 49.8 | minimo in 5 mesi |
Francia | 49.6 (flash: 49.1) | minimo in 6 mesi |
Grecia | 42.3 | minimo in 6 mesi |
Anche se con una crescita in diminuzione rispetto al valore record in due anni e mezzo di ottobre e al tasso più lento da luglio, per il quinto mese consecutivo è stato riportato un incremento della produzione manifatturiera. Una tendenza simile è stata osservata per i nuovi ordini, dove l’espansione è diminuita al livello più debole dell’attuale sequenza di cinque mesi per via dei rallentamenti della crescita nei mercati nazionali ed esteri.
Anche se con una crescita elevata, i nuovi ordini destinati all’estero, incluso il commercio intra eurozona, sono aumentati al tasso più lento da agosto e Germania, Paesi Bassi e Austria hanno riportato a novembre le espansioni maggiori nelle esportazioni.
Il quarto ed elevato aumento del lavoro inevaso è stato indicativo di una pressione sulla capacità. Le aziende hanno invece fatto fronte alla maggiore produttività abbassando i livelli del personale per il diciannovesimo mese consecutivo. Perdite occupazionali sono state più evidenti in Grecia, Germania e Austria.
Le maggiori esigenze di produzione e nuovi ordini hanno fatto innalzare l’attività di acquisto delle aziende, con una crescita ad un tasso tra i migliori osservati in due anni e mezzo. Tale espansione ha aggiunto ulteriore pressione sui fornitori, e infatti i loro tempi medi di consegna sono peggiorati al tasso maggiore in sette mesi.
Di conseguenza, qualora possibili sono state utilizzate le giacenze di materie prime e di semilavorati per assicurare i livelli di produzione. Le giacenze degli acquisti sono diminuite notevolmente per il ventiduesimo mese consecutivo. Anche i livelli di magazzino si sono considerevolmente ridotti, con gli ultimi dati che hanno mostrato la contrazione mensile maggiore da fine 2009.
Sul fronte dei prezzi, l’inflazione dei costi di acquisto è accelerata al tasso maggiore registrato dall’indagine in quasi due anni, con tutte le nazioni che hanno riportato maggiori aumenti dei prezzi di acquisto rispetto al mese precedente.
Gli sforzi per proteggere i margini hanno causato il secondo mese consecutivo di aumento dei prezzi di vendita, con un modesto tasso di inflazione che però è risultato il maggiore in un anno e mezzo.
Per concludere, guardando ai prossimi 12 mesi, migliora l’ottimismo al tasso maggiore in oltre due anni e mezzo. Le imprese olandesi, italiane e tedesche sono state quelle che a novembre hanno riportato l’ottimismo maggiore.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, analizzando i dati finali PMI del manifatturiero dell’eurozona ha dichiarato: “Il settore manifatturiero dell’eurozona ha continuato a registrare a novembre un decente livello di crescita. Malgrado il tasso di espansione sia diminuito rispetto al valore record in 32 mesi di ottobre per le nuove misure restrittive, la crescita continua dovrebbe aiutare a ridurre l’impatto della crisi economica data dalle misure di contenimento da Covid-19, che ha colpito duramente il settore dei servizi. L’indagine quindi aggiunge evidenze che la regione eviterà durante l’ultimo trimestre dell’anno una contrazione simile a quella registrata nel secondo trimestre. La Germania, con un tasso di crescita della produzione e dei nuovi ordini difficilmente superati durante i 25 anni di storia dell’indagine, ancora una volta rappresenta la forza trainante dell’espansione della regione. Escludendo la Germania, la crescita della produzione si è quasi bloccata, e i nuovi ordini sono diminuiti per la prima volta da giugno. La conseguente divergenza tra la Germania e il resto della regione in termini di espansione produttiva è adesso la maggiore mai osservata. È incoraggiante osservare come il cambio tendenza dell’ottimismo per l’anno prossimo indica previsioni più rosee. Ciò suggerisce che la crescita dovrebbe prendere sempre più piede nei prossimi mesi per l’allentamento delle misure restrittive e la ripresa della propensione allo spendere, specialmente sotto forma di investimento, in risposta alle recenti novità sullo sviluppo del vaccino. Inoltre, la dipendenza dalla Germania potrebbe diminuire presto, poiché le previsioni degli affari sono migliorate o rimaste positive in tutte le nazioni con la notevole eccezione della Francia che pare sia destinata a rallentare la ripresa della regione. Allo stesso tempo la carenza di materiale sta contribuendo ad una maggiore pressione sui prezzi, con i fornitori che risultano sempre più pronti a incrementare i prezzi per via della presenza del mercato del venditore per parecchi beni chiave. Tale ritorno di potere decisionale sui prezzi è di buon auspicio per i profitti e aiuta a ridurre le preoccupazioni deflazionistiche in senso lato”.