IHS Markit PMI: rilancio di crescita dell’eurozona di febbraio mentre l’inflazione dei prezzi di vendita tocca il record d’indagine
Dopo il rallentamento di gennaio, a metà del primo trimestre l’economia ha ripreso vigore segnando il più forte tasso di crescita dallo scorso settembre. L’espansione di febbraio è stata di eguale entità nei settori manifatturiero e terziario, con quest’ultimo che con un balzo maggiore di gennaio ha capitanato il rilancio dei valori di crescita composita.
L’accelerata espansione dell’attività economica si è tuttavia unita ad un incremento record di prezzi di vendita di beni e servizi.
Dopo il rallentamento ai minimi in 11 mesi di gennaio, l’Indice IHS Markit PMI® della Produzione Composita dell’Eurozona ha indicato un balzo in avanti da 52.3 a 55.5 di febbraio. Complessivamente, questo valore segnala il più elevato rialzo della produzione composita manifatturiera e terziaria dallo scorso settembre. L’espansione è stata anche la più rapida della media di serie. Tuttavia, poiché la capacità economica è stata frenata dalle carenze della fornitura e la poca disponibilità di personale, il valore di crescita si è mantenuto più debole rispetto ai picchi osservati nella seconda metà dello scorso anno.
Classifica del PMI Composito per Paese:
Irlanda 59.1 massimo in 3 mesi
Spagna 56.5 massimo in 3 mesi
Germania 55.6 (flash 56.2) massimo in 6 mesi
Francia 55.5 (flash 57.4) massimo in 2 mesi
Italia 53.6 massimo in 2 mesi
Dal punto di vista settoriale, i tassi produttivi hanno registrato valori di crescita uguali nel manifatturiero e nel terziario. Il forte miglioramento della crescita terziaria, dopo il rallentamento di gennaio causato dalla pandemia, ha dato la spinta ad un generale e più veloce rilancio.
A sostenere i livelli maggiori di attività economica è stato il flusso crescente di nuovi ordini, come mostrato dai dati dell’ultima indagine. A febbraio, la domanda di beni e servizi provenienti dall’eurozona è aumentata per il dodicesimo mese consecutivo con il ritmo progressivo di crescita più veloce da settembre scorso. In entrambi i settori l’incremento dei nuovi ordini è stato più forte.
L’attività economica ha tratto vantaggio anche delle condizioni della domanda proveniente dai mercati esteri visto che le esportazioni sono aumentate. Anche se ha indicato il ritmo di crescita più veloce degli ultimi quattro mesi, tale rialzo è stato poco più lento della media registrata durante gli ultimi 15 mesi di sequenza di espansione.
Per sostenere il livello dell’attività e far fronte al crescente flusso di nuovi ordini, a febbraio il settore privato dell’eurozona ha aumentato gli organici. Il tasso di creazione occupazionale ha inoltre preso vigore, accelerando al valore più forte in tre mesi. L’aumento delle assunzioni è stato particolarmente elevato nel manifatturiero, ma anche nel terziario dove ha registrato un valore forte rispetto ai dati storici.
La crescita degli organici è anche coincisa con un migliorato livello di ottimismo economico nel mese di febbraio. L’Indice sulle Previsioni Future ha toccato il valore maggiore in otto mesi.
Nonostante l’incremento delle forze lavoro, i dati raccolti nell’ultima indagine hanno continuato ad evidenziare difficoltà della capacità operativa di febbraio, dal momento che il lavoro inevaso è aumentato. Il tasso di accumulo di commesse in giacenza è stato il più veloce degli ultimi sei mesi e tra i maggiori nella storia dell’indagine.
Infine, i dati dell’ultima indagine hanno indicato un’intensificazione delle pressioni sui prezzi nell’eurozona di febbraio. Per il secondo mese consecutivo i costi hanno registrato un aumento più veloce. Il tasso di inflazione è stato inoltre il secondo più rapido di sempre, superato soltanto dal picco di novembre scorso. L’inflazione dei prezzi di vendita di febbraio ha nel frattempo toccato il record d’indagine.
Servizi
L’Indice IHS Markit PMI® dell’Attività Terziaria dell’Eurozona di febbraio è salito a 55.5 segnalando la più forte espansione della produzione terziaria in tre mesi e una sostanziale svolta rispetto ai minimi in nove mesi registrati a gennaio con 51.1.
Anche gli altri indici chiave che monitorano le condizioni di salute del settore sono aumentati a febbraio e con valori elevati. Nuovi ordini ed occupazione hanno registrato tassi più rapidi di incremento rispetto ad inizio anno. Il volume delle commesse inevase è tuttavia aumentato più rapidamente, con il maggior accumulo di ordini in giacenza dallo scorso agosto.
La fiducia economica si è nel frattempo rafforzata rispetto a gennaio con livelli di ottimismo storicamente elevati, i più alti in quattro mesi.
Le aziende del terziario dell’eurozona hanno inoltre registrato a febbraio pressioni inflazionistiche maggiori. Costi e prezzi di vendita sono aumentati a tassi più rapidi e in entrambi i casi hanno raggiunto record storici.
Commento
Chris Williamson, Chief Economist presso IHS Markit, ha dichiarato quanto segue: “Prima dell’invasione dell’Ucraina, i dati dell’indagine di febbraio hanno tracciato un quadro di robusto rilancio di crescita dell’economia dell’eurozona. L’attività economica è accelerata ad un ritmo di crescita del PIL superiore allo 0.6%, sostenuto dall’allentamento delle restrizioni pandemiche. Le misure anti Covid-19, dopo essere state reintrodotte a gennaio con il maggior rigore degli ultimi otto mesi per contrastare la minaccia dell’ondata Omicron, a febbraio si sono ridotte segnando l’incidenza minima da novembre, rilanciando la spesa soprattutto nei servizi a più diretto contatto dei consumatori. L’incremento della domanda ha indicato un’accelerazione e le assunzioni sono aumentate dal momento che le aziende hanno cominciato a presagire prospettive di miglioramento. Tuttavia, l’attività economica ha continuato ad essere vincolata sia delle strozzature della catena di fornitura che delle carenze di personale, traducendosi nella persistenza del mercato del venditore per parecchi beni e servizi. I prezzi hanno registrato il più alto aumento in quasi un quarto di secolo di raccolta dati. Anche se alcuni di questi ostacoli si ridurranno via via che l’ondata Omicron andrà a dissiparsi, il prezzo dell’energia e di altri beni principali, soprattutto agricoli, stanno di nuovo impennandosi a causa del conflitto in Ucraina. Ciò significa che siamo di fronte al grande rischio che l’inflazione aumenti e duri più a lungo del previsto, limitando il potere d’acquisto delle famiglie. Sebbene una stima dell’impatto del conflitto sia ancora prematura, è probabile che le prospettive di crescita siano state colpite da una maggiore avversione al rischio e dalle nuove sanzioni smorzando l’effetto della ripresa dalla pandemia. Nei prossimi mesi, oltre all’aumento dei rischi d’inflazione e l’affievolirsi delle prospettive di crescita per le aziende e le famiglie, si aggiunge l’effetto del conflitto in Ucraina che rende ancora più difficile l’azione di controllo dell’inflazione da parte della BCE, che a sua volta tenta di dare sostegno ad una robusta ripresa economica”.