IHS Markit PMI: nuovo record per il PMI manifatturiero dell’eurozona di maggio
L’economia manifatturiera dell’eurozona ha riportato a maggio un nuovo miglioramento da record delle condizioni operative. L’Indice PMI® principale ha registrato il nuovo valore record d’indagine di 63.1 (i dati dell’eurozona sono risultati disponibili da giugno del 1997), rispetto a 62.9 di aprile. Il PMI ha adesso registrato un valore superiore alla soglia neutra di non cambiamento di 50.0, che separa l’espansione dalla contrazione, per 11 mesi consecutivi.
Tutti e tre i sottosettori hanno ancora una volta registrato a maggio forti miglioramenti delle condizioni operative. I produttori di beni di investimento sono stati quelli che hanno di nuovo riportato la prestazione migliore, indicando espansioni veloci sia della produzione che dei nuovi ordini. Le altre due categorie, quelle dei beni intermedi e di consumo, hanno registrato maggiori crescite con i rispettivi PMI di maggio quasi da record.
A livello nazionale, i Paesi Bassi hanno registrato il PMI maggiore, seguiti dall’Austria. In entrambi i casi, i rispettivi PMI hanno raggiunto record assoluti.
Tra le altre sei nazioni coperte dall’indagine, anche l’Irlanda e l’Italia hanno registrato i livelli più alti dei loro PMI mai registrati sinora, mentre Grecia, Francia e Spagna hanno riportato record pluriennali. La Germania è stata l’unica nazione a riportare una crescita più lenta, malgrado sia comunque riuscita a registrare un tasso di espansione vicino a quello record di marzo.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di maggio
Paesi Bassi 69.4 record massimo
Austria 66.4 record massimo
Germania 64.4 (flash: 64.0) minimo in 3 mesi
Irlanda 64.1 record massimo
Italia 62.3 record massimo
Francia 59.4 (flash: 59.2) massimo in 248 mesi
Spagna 59.4 massimo in 276 mesi
Grecia 58.0 massimo in 253 mesi
La crescita della produzione manifatturiera, malgrado sia rimasta vicina al livello record d’indagine di marzo, è stata la più lenta registrata dall’indagine in tre mesi, con la produzione che ancora una volta è stata sostenuta dalla crescita rapida dei nuovi ordini. L’indagine di maggio ha mostrato come le vendite sono aumentate posizionandosi al terzo posto tra i valori più forti nella storia dell’indagine (superato solo dagli aumenti osservati nei precedenti due mesi). I nuovi ordini hanno indicato un incremento a causa della maggiore domanda nazionale ed estera, quest’ultima, che include il traffico intra eurozona, è aumentata ad un tasso storicamente elevato.
Ad ostacolare la produzione sono state le attuali difficoltà di approvvigionamento di beni presso i fornitori. I tempi medi di consegna sono peggiorati notevolmente e ad un tasso senza precedenti, ancora una volta infatti la domanda per i beni ha superato la capacità dei fornitori.
L’attività di acquisto tra le aziende manifatturiere dell’eurozona ha certamente raggiunto un nuovo valore record, i ritardi nelle consegne hanno però costretto le imprese campione ad utilizzare di nuovo le loro giacenze, qualora possibile. Di conseguenza si è registrato il ventottesimo mese consecutivo di declino delle giacenze degli acquisti. Nel tentativo di far fronte alla maggiore domanda, le imprese manifatturiere hanno registrato la maggiore riduzione delle giacenze dei prodotti finiti dall’indagine di novembre 2009.
Sul fronte dei prezzi, aumentano notevolmente e ancora una volta i costi, ad un tasso di inflazione che ha raggiunto un livello senza precedenti in linea con la generale carenza di materiale. Incentivate dalla forte domanda del mercato, le imprese manifatturiere hanno tratto vantaggio dal maggiore potere decisionale sui prezzi aumentando le loro tariffe al tasso più veloce in oltre 18 anni di disponibilità dei dati.
Con l’espansione dei nuovi ordini ad un tasso più veloce di quello della produzione, a maggio il livello del lavoro inevaso ha continuato ad aumentare. Il tasso di crescita ha inoltre raggiunto un nuovo valore record per il terzo mese consecutivo. Ciò ha incoraggiato le aziende ad aggiungere personale, che infatti è aumentato per il quarto mese consecutivo. La crescita ha inoltre registrato un’accelerazione e ha raggiunto il livello più alto da gennaio 2018. Ancora una volta tutte le nazioni hanno registrato un aumento dei livelli del personale, con Austria, Irlanda e i Paesi Bassi che hanno riportato le crescite maggiori.
Per concludere, malgrado siano diminuite al valore più basso in quattro mesi, rimangono prettamente positive le previsioni sul futuro di maggio. Le imprese manifatturiere sono rimaste ottimiste in merito alle possibili opportunità nei prossimi 12 mesi, sperando in ulteriori allentamenti delle restrizioni in relazione alla pandemia da Covid-19.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, analizzando i dati finali PMI del manifatturiero dell’eurozona ha dichiarato: “Il manifatturiero dell’eurozona continua a crescere ad un tasso senza precedenti in quasi 24 anni di storia dell’indagine, con il PMI che ha raggiunto un nuovo record per il terzo mese consecutivo. La crescita della produzione aggiunge segnali di un’economia che sta ritornando ad espandersi notevolmente durante il secondo trimestre. L’indagine di maggio ha però riportato ritardi record delle consegne, che hanno limitato la crescita della produzione e ostacolando la capacità delle aziende nel far fronte alla domanda in misura mai vista prima nella storia dell’indagine. Il maggiore volume di vendita sta di conseguenza svuotando i magazzini e facendo innalzare il livello di lavoro inevaso ad un livello record. Se da una parte questi indicatori che solitamente anticipano le tendenze sono di buon auspicio per la produzione, e se la crescita dei livelli occupazionali continuerà nei prossimi mesi vista la volontà delle aziende di far fronte alla crescente domanda, si assisterà però ad un aumento dei prezzi. La combinazione tra forte domanda e peggioramento dell’offerta sta facendo alzare i prezzi ad un livello mai osservato negli ultimi 24 anni. I dati dell’indagine stanno quindi mostrando come l’economia si stia preparando per una forte crescita nei mesi estivi, anche se probabilmente si osserverà un forte incremento dell’inflazione. Detto ciò, ci possiamo aspettare una moderazione della pressione dei prezzi in quanto l’effetto distruttivo della pandemia diminuirà ulteriormente nei prossimi mesi e la catena di distribuzione globale migliorerà. Con l’apertura di altre economie dovremmo inoltre assistere ad un cambio di direzione della domanda dai beni verso i servizi. Ciò dovrebbe in qualche modo allentare la pressione sui prezzi contribuendo però a sostenere la forte crescita della ripresa economica”.