IHS Markit PMI®: nell’ultimo mese del 2020 accelera la crescita manifatturiera dell’eurozona
Durante l’ultimo mese del 2020, l’Indice destagionalizzato IHS Markit PMI® del Settore Manifatturiero dell’Eurozona è migliorato e ha segnato il valore maggiore da maggio 2018. Registrando 55.2, in salita da 53.8 di novembre ma leggermente più basso della precedente stima flash, per il sesto mese consecutivo l’indice si è attestato al di sopra dell’importante soglia neutra di non cambiamento di 50.0 che separa la crescita dalla contrazione.
Malgrado i tre sottosettori abbiano registrato un miglioramento delle condizioni operative rispetto a novembre, i tassi di crescita sono risultati notevolmente differenti. I produttori dei beni di investimento hanno registrato il miglioramento maggiore, seguiti dal sottosettore dei beni intermedi, dove è anche stata riportata una forte crescita. In contrasto, solo una leggera crescita è stata riportata nel segmento dei produttori dei beni di consumo.
Con il tasso di espansione migliore in quasi tre anni, la Germania ha ancora una volta guidato la crescita, insieme ai Paesi Bassi che hanno registrato la prestazione migliore in oltre due anni. Anche l’Irlanda ha riportato una forte espansione, la maggiore in cinque mesi.
Tutte le altre nazioni coperte dall’indagine, durante l’ultimo mese, hanno osservato miglioramenti nei loro PMI. Austria e Italia hanno indicato forti crescite rispetto a quelle molto più modeste della Francia e della Spagna. La Grecia è rimasta l’unica nazione che ha riportato una contrazione manifatturiera.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di dicembre
Germania 58.3 (flash: 58.6) massimo in 34 mesi
Paesi Bassi 58.2 massimo in 27 mesi
Irlanda 57.2 massimo in 5 mesi
Austria 53.5 massimo in 2 mesi
Italia 52.8 massimo in 2 mesi
Francia 51.1 (flash: 51.1) massimo in 2 mesi
Spagna 51.0 massimo in 2 mesi
Grecia 46.9 massimo in 2 mesi
Gli ultimi dati hanno segnalato il sesto mese consecutivo di aumento della produzione manifatturiera, con un tasso di espansione elevato e in salita da novembre. Il miglioramento è stato collegato al simile aumento dei nuovi ordini, anch’essi aumentati per il sesto mese consecutivo.
Gli ordini esteri, incluso il commercio intro-eurozona, sono aumentati notevolmente e ad un tasso maggiore da novembre. I Paesi Bassi e la Germania hanno riportato di gran lunga gli incrementi più cospicui delle esportazioni.
Rimane evidente qualche pressione sulla capacità, in quanto il lavoro inevaso è aumentato per il quinto mese consecutivo e ad un tasso che è stato vicino al valore record in 32 mesi di ottobre.
Le aziende in media hanno però effettuato ulteriori tagli ai loro livelli del personale, estendendo l’attuale sequenza di declino a 20 mesi. I tagli del personale sono stati più evidenti in Germania, anche se le maggiori assunzioni in Italia e in minor misura in Francia hanno fatto sì che il crollo generale del livello occupazionale del settore manifatturiero dell’eurozona sia stato marginale.
La produzione di dicembre è stata in parte influenzata dai ritardi nelle consegne di materiale di dicembre. L’attività di acquisto è diminuita per il quarto mese consecutivo e al tasso più veloce da febbraio 2018, e i tempi medi di consegna sono peggiorati al tasso maggiore da aprile. Durante l’ultima indagine sono stati riportati spesso ritardi nei trasporti, dovuti alle restrizioni legate al Covid-19 e alla generale carenza di materiale presso i fornitori.
Ciò ha aiutato a capire meglio il rapido e accelerato aumento dei prezzi medi di acquisto di fine 2020. Gli ultimi dati hanno mostrato come le spese operative siano aumentate al tasso maggiore da novembre 2018 e ad un tasso di inflazione elevato nell’intera regione. I prezzi di vendita, di conseguenza, sono aumentati per il terzo mese consecutivo e al tasso maggiore da febbraio 2019.
Conseguentemente ai ritardi nella ricezione dei beni acquistati, le imprese manifatturiere hanno continuato a riportare contrazione delle loro giacenze di materie prime e semi lavorati. I livelli di magazzino di conseguenza sono diminuiti notevolmente, estendendo l’attuale sequenza di contrazione a sette mesi.
Per concludere, l’ottimismo delle aziende per quanto riguarda l’attività dei prossimi 12 mesi è migliorato al livello maggiore in quasi tre anni per via della speranza di un ritorno alla normalità delle condizioni operative entro la fine del 2021. A dicembre, le aziende manifatturiere italiane ed olandesi sono state quelle più ottimiste.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, analizzando i dati finali PMI del manifatturiero dell’eurozona ha dichiarato: “Il settore manifatturiero dell’eurozona ha concluso il 2020 in maniera incoraggiante, riportando una delle crescite più veloci della produzione degli ultimi tre anni., Con l’inasprimento delle restrizioni anti Covid-19 di fine anno, la forte prestazione del manifatturiero fornisce un quadro più contrastante rispetto alle chiusure dei primi mesi dell’anno. Le aziende del manifatturiero hanno fornito un supporto fondamentale all’economia, considerato che il settore dei servizi è stato colpito più duramente dalle misure di distanziamento sociale. La forte crescita di dicembre nel manifatturiero si è materializzata principalmente grazie alla forte espansione della domanda per i beni tedeschi, a sua volta agevolata dall’aumento delle esportazioni. Se un forte aumento è stato osservato anche nei Paesi Bassi e in Irlanda, questo è in parte il risultato della temporanea impennata della domanda proveniente dal Regno Unito prima della fine del periodo di transizione della Brexit. Il livello occupazionale ha continuato a riportare tagli, seguendo il simile andamento di ripresa avutosi con la crisi finanziaria globale, con il miglioramento del mercato del lavoro arrivato dopo l’aumento della produzione. Supponendo che la crescita della produzione continui, questa dovrebbe essere presto seguita dall’espansione dei livelli del personale. Di conseguenza, grazie alla capacità di ripresa del settore, pare che in questo quarto trimestre l’economia sarà colpita dalla pandemia con un’entità di gran lunga inferiore rispetto al declino senza precedenti del secondo trimestre. Inoltre, le previsioni per i prossimi dodici mesi ai livelli più alti in quasi tre anni suggeriscono che tale tendenza potrebbe estendersi al 2021. Tuttavia, l’aumento di diffusione del virus potrebbe nel breve termine ostacolare il commercio e, di conseguenza, contenere la crescita”.