IHS MARKIT PMI: le restrizioni per il Covid-19 hanno causato un crollo dell’attività edile senza precedenti
Le imprese edili italiane, a causa delle restrizioni governative atte a contrastare la diffusione del Covid-19, hanno segnalato ad aprile il maggiore crollo dell’attività e dei nuovi ordini mai registrato dall’indagine. La chiusura delle aziende e le difficoltà logistiche hanno aggiunto ulteriori pressioni sulla catena di fornitura, e nonostante le imprese edili hanno ridotto i loro acquisti, i tempi medi di consegna dei fornitori si sono allungati notevolmente. Il livello occupazionale è diminuito per il secondo mese consecutivo e le aziende sono rimaste pessimiste per quanto riguarda i prossimi dodici mesi. Detto ciò, diminuisce la pressione sui costi, infatti si riporta la prima contrazione dei pezzi di acquisto da giugno 2016.
Il valore principale dell’indagine è l’IHS Markit PMI sul settore edilizio italiano, un indice di diffusione destagionalizzato che monitora i cambiamenti del volume totale delle attività edile rispetto al mese precedente.
L’Indice Totale dell’Attività Edile di aprile ha raggiunto il livello di 4.8, crollato dal precedente valore minimo record di 15.9 di marzo e ha segnalato l’ennesimo forte crollo dell’attività edile. In particolare, il tasso di declino è stato di gran lunga il maggiore in oltre i 20 anni di raccolta dati.
Cali record sono stati osservati ad aprile in tutti e tre i sottosettori monitorati, quello dell’edilizia non residenziale ha riportato il crollo maggiore, anche se i valori degli altri due sono stati decisamente deboli.
Diminuiscono ulteriormente ad aprile i nuovi ordini totali ricevuti dalle imprese edili italiane. Le aziende campione hanno spesso attribuito il declino alle restrizioni governative e le conseguenti chiusure di parecchie imprese. Così come successo per l’attività, il tasso di riduzione è stato notevole, e superando il crollo di marzo ha raggiunto un nuovo record negativo.
La chiusura delle aziende ha ridotto le esigenze operative, causando quindi ad aprile ennesimi tagli occupazionali. Il tasso di riduzione è stato elevato e solo leggermente inferiore di quello osservato a marzo. Allo stesso tempo, l’attività di acquisto è diminuita al tasso maggiore della storia dell’indagine.
Le restrizioni su trasporti e forniture hanno provocato l’ennesimo aumento dei tempi medi di consegna del materiale edile. Il tasso di peggioramento delle consegne è inoltre aumentato al livello più veloce da quando è iniziata la raccolta dati nel luglio del 1999.
All’inizio del secondo trimestre, le imprese edili hanno notato l’ennesimo crollo dei costi di acquisto. Anche se marginale, il tasso di contrazione è stato il primo in quasi 4 anni. Le aziende campione hanno spesso riportato che il crollo è attribuibile ai prezzi più bassi di materie prime, quali il petrolio.
Il forte impatto sull’economia del Covid-19 e la conseguente incertezza sulla durata ed entità delle restrizioni hanno spinto le imprese edili a prevedere un crollo dell’attività durante i prossimi dodici mesi. Il livello di pessimismo non è stato però elevato come quello di marzo.
Commento
Annabel Fiddes Associate Director presso IHS Markit ha affermato: “Conseguentemente alle attuali misure restrittive atte ad arginare la diffusione del Covid-19, le imprese edili italiane hanno segnalato ad aprile l’ennesima forte contrazione dell’attività edile generale. Il conseguente crollo record dell’attività e dei nuovi ordini si è verificato per via delle misure governative che risultano in chiusure aziendali su larga scala e riduzione di spesa privata. Malgrado alcune aziende abbiano usato la cassa integrazione, altre hanno ridotto il livello del personale per via delle minori esigenze operative e delle incertezze causate dalla pandemia”.