IHS Markit PMI: la forte crescita manifatturiera non riesce a controbilanciare la contrazione del terziario dell’eurozona

 IHS Markit PMI: la forte crescita manifatturiera non riesce a controbilanciare la contrazione del terziario dell’eurozona

A febbraio, l’economia del settore privato dell’eurozona segna di nuovo un modesto calo della produzione, anche se l’Indice destagionalizzato IHS Markit PMI® della Produzione Composita ha indicato valori in rialzo che hanno mostrato un rallentamento della contrazione. L’indice di febbraio si è posizionato su 48.8, registrando un aumento rispetto a 47.8 di gennaio e alla recente stima flash.

Gli ultimi dati hanno ancora una volta mostrato un’economia generalmente a due velocità. Da una parte il manifatturiero, che ha registrato la più forte espansione della produzione degli ultimi quattro mesi, alimentata dal rafforzamento della domanda sia nazionale che estera. In netto contrasto, il settore dei servizi, specialmente in quelle aree dove l’impatto delle restrizioni sociali è stato maggiore, ha indicato un’altra forte riduzione dell’attività.

L’Italia e la Germania sono state le uniche nazioni a registrare a febbraio una crescita modesta della produzione grazie alle forti prestazioni manifatturiere che hanno decisamente ammortizzato la debolezza dell’industria terziaria.

Nelle altre nazioni si sono registrati tassi complessivamente in flessione, con l’Irlanda che ancora una volta ha indicato la contrazione più forte, seguita dalla Spagna e subito dopo dalla Francia.

Tornando all’eurozona nel suo complesso, la modesta riduzione dell’attività è stata nuovamente legata al flusso dei nuovi ordini, che ha mostrato una contrazione per il quinto mese consecutivo, anche se quella di febbraio è stata marginale. Tale risultato è in parte il riflesso del più forte incremento dei nuovi ordini esteri in quasi tre anni.

Sul fronte occupazionale si sono registrate alcune notizie positive quali il primo netto incremento, anche se marginale, in 12 mesi. La crescita degli organici si è vista in tutta l’eurozona ad eccezione della Spagna, dove si è registrato un altro declino dei posti di lavoro.  Tra le rimanenti quattro nazioni di cui abbiamo dati disponibili, la Francia ha indicato l’aumento maggiore dei livelli occupazionali.

L’aumento dei posti di lavoro si è tuttavia limitato alla copertura dell’attuale capacità operativa residua, come evidenziato dal calo delle commesse inevase di febbraio. Sebbene marginale, l’ultima contrazione degli ordini in giacenza estende a 2 anni l’attuale sequenza di calo su base mensile.

Le spese operative di tutto il settore privato hanno registrato un forte incremento nel mese di febbraio, a causa del rapido aumento dei costi del settore manifatturiero, a sua volta provocato dall’accentuato ritardo delle consegne per le crescenti difficoltà legate al globale aumento della domanda e del movimento delle merci. Gli ultimi dati hanno registrato per il nono mese consecutivo un’inflazione dei prezzi di acquisto ed al tasso maggiore da novembre 2018.

Come risposta all’incremento dei costi, i prezzi di vendita hanno indicato il primo rialzo da febbraio 2020, anche se il livello di inflazione è stato marginale.

In conclusione, le speranze sulla buona riuscita della campagna vaccinale e sul forte allentamento delle restrizioni anti Covid-19 hanno contribuito ad accrescere il livello di fiducia al valore più alto in tre anni.

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L’Indice IHS Markit PMI® dell’Attività Terziaria dell’eurozona è rimasto impantanato su un valore inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0, registrando il sesto mese consecutivo di contrazione dell’attività terziaria. L’indice è variato di poco da 45.4 di gennaio, indicando a febbraio 45.7.

Ancora una volta, tutte e cinque le nazioni monitorate hanno registrato un calo dell’attività, con in cima alla classifica l’Irlanda e la Spagna. Francia e Germania hanno indicato valori simili di contrazione, con la seconda che ha mostrato il valore peggiore dallo scorso maggio.

A causare tale riduzione generale dell’attività è stato ancora una volta il calo del flusso di nuovi ordini, in flessione per il settimo mese consecutivo. Anche le vendite estere sono state inferiori, ma al tasso più lento degli ultimi 12 mesi.

Visti i modesti incrementi in Germania e Francia, a febbraio si è registrato un netto incremento delle assunzioni nel settore terziario dell’eurozona. Sebbene lieve, è stata la prima crescita in 12 mesi e riflette parzialmente le proiezioni più ottimistiche* sull’attività da qui ad un anno. Le aspettative del settore terziario di febbraio sono infatti migliorate segnando il valore più alto da aprile 2018.

L’inflazione dei prezzi di acquisto di febbraio è nel frattempo rimasta invariata rispetto al record in cinque mesi di gennaio, con i commenti raccolti che citano l’aumento di alcuni prodotti e servizi. Il difficile contesto economico ha comunque causato la dodicesima riduzione mensile consecutiva dei prezzi di vendita e tutte le nazioni monitorate dall’indagine hanno indicato una contrazione rispetto a gennaio.

Commento

Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, ha dichiarato quanto segue: “Il quarto mese consecutivo di contrazione dell’attività economica mostra che l’eurozona si sta dirigendo verso una doppia recessione, anche se il rallentamento del tasso di contrazione sottolinea ampiamente quanto l’ultimo declino sia di gran lunga minore rispetto a quello causato lo scorso anno dalla pandemia. Se nei servizi, molte aziende del settore dell’accoglienza continuano a subire gli effetti delle limitazioni legate al Covid-19, il manifatturiero se la sta cavando bene attenuando l’impatto economico generale delle restrizioni. Persino la parte più duramente colpita del terziario sta mostrando maggiore resilienza dello scorso anno, dando segnali di adattamento alle misure di distanziamento sociale. Sta diventando sempre più evidente che dovremo utilizzare molte misure anti Covid-19 ancora per qualche tempo, vista in parte la lentezza della distribuzione del vaccino. Questo potrebbe allungare i tempi di ripercussione della pandemia sull’economia fino alla seconda parte dell’anno, attenuando il ritmo di ripresa. Ci si domanda quanto queste misure di contenimento limiteranno la distribuzione di beni e servizi in un contesto di ripresa della domanda, poiché questo potrebbe incidere sul potere sui prezzi nei prossimi mesi e influenzare la durata di innalzamento dei prezzi attualmente in corso”.

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