IHS Markit PMI® Composito Eurozona: la contrazione del terziario causa il calo della produzione del settore privato
Per la prima volta in cinque mesi, spinta dalla forte contrazione dell’attività terziaria, l’economia del settore privato dell’eurozona di novembre torna a contrarsi. Questo è quanto si evince dall’Indice PMI® IHS Markit della Produzione Composita che ha registrato 45.3, diminuendo rispetto a 50.0 di ottobre, ma in leggero rialzo rispetto alla recente stima flash.
L’indice è stato spinto al ribasso dalla contrazione dell’attività del settore terziario che ha indicato il calo maggiore da maggio. Al contrario, la crescita della produzione manifatturiera si è mantenuta costante per il quinto mese consecutivo, malgrado abbia segnato il valore più debole da luglio.
L’espansione manifatturiera dell’eurozona è stata sostenuta soprattutto dalla Germania, che a novembre è stata quindi l’unica nazione a registrare una crescita della produzione privata complessiva. Cionostante, il rialzo è stato il più debole in cinque mesi.
Tutte le altre nazioni monitorate dall’indagine hanno registrato una diminuzione dell’attività. Francia, Italia e Spagna hanno tutte indicato forti cali, i più considerevoli dalle severe contrazioni di maggio. Allo stesso tempo, l’Irlanda ha osservato un declino relativamente modesto.
Classifica del PMI* Composito per Paese:
Germania 51.7 (flash: 52.0) minimo in 5 mesi
Irlanda 47.7 minimo in 2 mesi
Italia 42.7 minimo in 6 mesi
Spagna 41.7 minimo in 6 mesi
Francia 40.6 (flash: 39.9) minimo in 6 mesi
La contrazione del settore privato è stata strettamente collegata alle restrizioni sull’attività adottate per contenere il contagio da Covid-19 su scala globale. A causa delle limitazioni su movimenti e contatti sociali, il volume dei nuovi ordini di novembre ha inevitabilmente subìto una frenata.
La generale tendenza al ribasso dei nuovi ordini è stata la più considerevole da maggio, con un forte indebolimento di settori quali ospitalità e turismo. Si è anche registrato un calo delle commesse estere, anche se marginale, per la prima volta in tre mesi.
Il mancato flusso di nuovi ordini ha permesso alle aziende di mantenere il controllo del lavoro inevaso, diminuito a novembre per il ventunesimo mese consecutivo ed al tasso maggiore da giugno.
L’occupazione ha indicato un calo per il nono mese consecutivo, anche se al tasso più debole della sequenza, con flessioni modeste sia nel manifatturiero che nel terziario. In Italia e Spagna, i tagli agli impieghi hanno registrato i valori più alti, mentre in Germania gli organici sono leggermente aumentati. L’Irlanda ha indicato cambiamenti minimi, mentre in Francia si è osservata una riduzione modesta.
Allo stesso tempo, i prezzi di acquisto hanno indicato a novembre il sesto aumento mensile consecutivo. Il tasso di inflazione è stato forte, ma appena inferiore all’indagine precedente. Viceversa, i prezzi di vendita sono di nuovo diminuiti, estendendo a nove mesi l’attuale periodo di deflazione.
Infine, guardando ai prossimi 12 mesi, la fiducia sul futuro è notevolmente migliorata grazie all’incoraggiamento dato alle aziende dai recenti sviluppi sul vaccino anti Covid-19. L’ottimismo, tuttavia, ha indicato valori notevolmente inferiori dell’andamento a lungo termine.
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L’Indice PMI® IHS Markit dell’Attività Terziaria dell’eurozona è diminuito notevolmente a novembre, scendendo a 41.7 da 46.9 di ottobre. Posizionandosi al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0 per il terzo mese consecutivo, l’indice ha segnalato la più forte contrazione dell’attività terziaria da maggio.
Guidate da Francia, Italia e Spagna, tutte e cinque le nazioni monitorate dall’indagine hanno registrato una contrazione dell’attività, poiché le restrizioni attuate per frenare i contagi da Covid-19 hanno limitato l’attività economica.
Il volume generale dei nuovi ordini è diminuito per il quarto mese consecutivo ed al tasso più forte da maggio. Sia la domanda nazionale che estera è diminuita, con l’esportazione di nuovo in declino ad un ritmo considerevole.
Mantenendo l’andamento registrato dall’indagine da marzo scorso, anche a novembre si è osservata una perdita di posti di lavoro nell’economia terziaria, anche se modesta e ad uno tassi più deboli della sequenza. Tutte le nazioni hanno indicato una contrazione degli organici ad eccezione della Germania, paese in cui la crescita occupazionale ha toccato il valore più alto da febbraio.
A novembre, la pressione sui prezzi nell’economia terziaria si è mantenuta lieve, registrando un incremento solo modesto dei prezzi di acquisto. Ancora una volta, i prezzi di vendita sono stati ridotti, con le aziende dei servizi che, vista la difficile situazione, hanno offerto sconti.
La fiducia* sul futuro è migliorata a novembre, con un aumento dell’ottimismo in tutte e cinque le nazioni monitorate. Le aziende terziarie spagnole sono state quelle a mostrare la visione più ottimistica sul futuro.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, ha dichiarato: “L’economia dell’eurozona a novembre è tornata a contrarsi, poiché i governi hanno inasprito la lotta contro il Covid-19 e l’attività economica è stata di nuovo colpita dalle nuove misure attuate per frenare la seconda ondata di contagi. Questo è tuttavia un calo di gran lunga inferiore rispetto a quello osservato in primavera. Diversamente dai primi mesi dell’anno, il manifatturiero ha finora continuato a crescere, in parte sostenuto dalla ripresa della domanda internazionale, ed anche il terziario sta osservando un calo molto più lieve rispetto al primo periodo di chiusure. La relativa capacità di tenuta del terziario rispecchia in parte gli effetti della domanda industriale sui servizi di trasporto e di supporto in generale, ma riflette anche le minori restrizioni attuate rispetto ai mesi precedenti. Ciononostante, nel quarto trimestre molto probabilmente si assisterà ad un ulteriore indietreggiamento dell’economia dell’eurozona, con contrazioni particolarmente forti in Francia, Spagna e Italia. È incoraggiante assistere all’aumento delle aspettative di crescita, visto che gli sviluppi del vaccino hanno alimentato la speranza di un ritorno alla normalità nel 2021. È previsto un aumento di spesa da parte delle imprese e dei consumatori via via che le aspettative si rischiareranno, sebbene ci si aspetta che un grado elevato di cautela persista ancora per qualche tempo”.