IHS Markit PMI: all’inizio del quarto trimestre, l’economia dell’eurozona ristagna
Ad ottobre, l’economia del settore privato dell’eurozona segna un livello di stagnazione, come registrato dall’Indice IHS Markit PMI® della Produzione Composita posizionatosi su 50.0. Malgrado il miglioramento rispetto alla recente stima flash, l’indice è diminuito rispetto a 50.4 di settembre concludendo i tre mesi precedenti di crescita.
In linea con le recenti tendenze, l’indice principale nasconde un’economia che continua a misurare due velocità. La crescita della produzione manifatturiera è rimasta sostenuta peraltro al più forte tasso in due anni e mezzo. In netto contrasto, l’attività del settore terziario ha di nuovo segnato una contrazione, peggiorando fino al livello minimo da maggio.
Anche dal punto di vista nazionale si sono registrate notevoli divergenze dell’attività. La Germania, spronata da un settore manifatturiero in ripresa, è stata l’unica nazione che ha riportato un’espansione dell’attività del settore privato, indicando la crescita più forte in tre mesi.
Tutti gli altri paesi hanno indicato contrazioni dell’attività rispetto al mese precedente con la Spagna che ha segnato il calo maggiore, seguita dalla Francia. Italia e Irlanda hanno mostrato cali marginali dell’attività.
Il forte incremento del flusso delle commesse manifatturiere in entrata è stato fortemente controbilanciato dall’indebolimento dei servizi, registrando per la prima volta in quattro mesi, una diminuzione del livello dei nuovi ordini. Tuttavia, qualche buona notizia si è avuta dalle vendite estere che sono aumentate per il secondo mese consecutivo.
Classifica del PMI* Composito per Paese:
Germania 55.0 (flash: 54.5) massimo in 3 mesi
Italia 49.2 minimo in 4 mesi
Irlanda 49.0 massimo in 2 mesi
Francia 47.5 (flash: 47.3) minimo in 5 mesi
Spagna 44.1 minimo in 5 mesi
Si è registrato ad ottobre il ventesimo mese consecutivo di calo delle commesse inevase, anche se il tasso di contrazione è stato marginale ed il più debole da febbraio. Tuttavia, malgrado la nuova tornata di licenziamenti, le aziende sono state in grado di gestire facilmente il carico di lavoro. Sempre a ottobre sono stati registrati tagli all’occupazione per l’ottavo mese consecutivo, anche se quest’ultimo è stato il più debole della sequenza.
Si è registrata una diminuzione dell’occupazione in tutte le nazioni, con il tasso maggiore rilevato in Spagna. La riduzione minore si è invece registrata in Germania.
Il mese di ottobre ha indicato il quinto mese consecutivo di incremento dei prezzi d’acquisto. L’inflazione è stata forte ed ha indicato il tasso maggiore da febbraio, con un aumento simile rilevato sia nel manifatturiero che nel terziario.
Tuttavia, la competitività economica ha continuato a pesare sul potere sui prezzi delle aziende. Gli ultimi dati raccolti hanno mostrato prezzi medi di vendita in calo per l’ottavo mese consecutivo, anche se ad un ritmo marginale, il più debole dell’attuale sequenza di deflazione.
Volgendo lo sguardo sui prossimi 12 mesi, la fiducia è rimasta ad ottobre in territorio positivo, scendendo tuttavia ai valori minimi da maggio.
Services
L’Indice PMI® IHS Markit dell’Attività Terziaria dell’eurozona di ottobre è scivolato a 46.9. Quest’ultima lettura, diminuita rispetto a 48.0 del mese precedente, ha registrato il valore più basso da maggio ed ha indicato il secondo mese consecutivo di contrazione dell’attività.
Tutte le nazioni hanno registrato un calo dell’attività terziaria, anche se in percentuali differenti. La Germania ha indicato la flessione minore, con un ritmo di contrazione marginale. La Spagna, al contrario, ha segnalato il più forte tasso di decremento in cinque mesi.
Ad ottobre, si è registrato il terzo mese consecutivo di riduzione del flusso dei nuovi ordini, con un tasso di contrazione accelerato che ha toccato il valore più sostenuto in cinque mesi. Sia la domanda nazionale che quella estera hanno indicato una diminuzione, registrando il ventiseiesimo declino mensile consecutivo delle esportazioni, e ad un tasso considerevole.
Ottobre segna l’ottavo mese consecutivo di riduzione dei posti di lavoro, anche se la contrazione è stata modesta. Tagli occupazionali sono stati riportati in tutte le nazioni dell’eurozona, ad eccezione della Germania, dove si è registrata una modesta crescita.
Come anche indicato dal quinto aumento mensile consecutivo dei prezzi d’acquisto, ottobre ha continuato a mostrare una lieve pressione sui costi. Al contrario, la debole domanda e le pressioni della concorrenza hanno di nuovo incoraggiato le aziende terziarie dell’eurozona ad applicare sconti.
Infine, la fiducia nel futuro è crollata ai minimi in cinque mesi. L’ottimismo è peggiorato in modo particolarmente severo in Italia, ma il terziario francese ha indicato complessivamente il livello minore.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, ha dichiarato: “Con la reintroduzione delle misure di contenimento messe in atto per fronteggiare la seconda ondata di infezione da Covid-19, la ripresa economica dell’eurozona segna uno stallo. Visto il crescente indebolimento dei settori più a contatto diretto con i consumatori come l’ospitalità, a subirne gli effetti sono state principalmente le aziende terziarie, i cui dati hanno controbilanciato le migliori prestazioni avutesi nel manifatturiero nel corso del mese. Anche l’ottimismo sul futuro ha indicato un forte declino, scivolando indietro e segnando il valore peggiore da maggio, dal momento che le aziende si sono mostrate sempre più preoccupate dei dannosi effetti della seconda ondata di contagi. Con l’inasprimento delle misure di contenimento, sta diventando sempre più arduo prevedere che l’economia dell’eurozona possa eludere un ritorno alla contrazione, soprattutto perché molti sono i paesi che già mostrano un secondo declino, inclusa la Francia, l’Italia e la Spagna. Solo la Germania ha la spinta del settore manifatturiero che controbilancia la nuova flessione dell’attività terziaria, rivelando negli stati membri dell’eurozona tendenze economiche sempre più contrastanti. Per tutte le nazioni, comunque, le prospettive sembrano diventare sempre più cupe”.