IHS Markit PMI: all’inizio del 2022, la crescita dell’eurozona perde ancora più vigore
Gli ultimi dati PMI® raccolti da IHS Markit mostrano ad inizio anno una nuova frenata della crescita dell’economia dell’eurozona, poiché la variante Omicron ha ostacolato l’attività, soprattutto nel settore dei servizi. Detto ciò, il rallentamento dell’espansione è stato frenato dalle nuove spinte registrate dalla produzione manifatturiera, quest’ultima infatti ha indicato la crescita più rapida dallo scorso settembre.
Allo stesso tempo, dopo il leggero rallentamento di fine anno, i dati raccolti nell’indagine di gennaio hanno indicato una nuova accelerazione dell’inflazione in tutta l’eurozona.
L’Indice IHS Markit PMI® della Produzione Composita dell’Eurozona di gennaio, una volta destagionalizzato, si è posizionato su 52.3, in calo da 53.3 di dicembre ed ha segnato un tasso più debole di espansione della produzione del settore privato dell’eurozona. Gli ultimi dati hanno generalmente evidenziato il più debole incremento dell’attività economica da marzo scorso, mese in cui l’indice principale è tornato in territorio di espansione.
L’indebolimento della crescita di gennaio rispecchia la minore espansione del settore terziario, dal momento che la produzione manifatturiera ha indicato uno slancio più rapido. I dati raccolti in quest’ultima indagine hanno indicato mesi consecutivi in cui l’economia manifatturiera ha superato quella terziaria.
Classifica del PMI* Composito per Paese:
Irlanda | 56.5 | Valore invariato |
Germania | 53.8 (flash 54.3) | massimo in 4 mesi |
Francia | 52.7 (flash 52.7) | minimo in 9 mesi |
Italia | 50.1 | minimo in 12 mesi |
Spagna | 47.9 | minimo in 11 mesi |
Seguendo un andamento che si ripete dallo scorso aprile, tra tutte le nazioni monitorate dell’eurozona l’Irlanda ha indicato la crescita più veloce della produzione combinata del manifatturiero e terziario, con un’espansione invariata rispetto alla forte prestazione di dicembre. Allo stesso tempo, si può dire che la Germania ha indicato a gennaio una ripresa dell’attività economica tornando in territorio di crescita dopo la marginale contrazione di dicembre. Al contrario, la Francia ha perso slancio, l’Italia è in generale stagnazione e la Spagna ha indicato la prima contrazione da febbraio dello scorso anno.
I dati sull’eurozona raccolti a gennaio hanno continuato a mostrare una crescita degli ordini ricevuti dal settore privato. I dati settoriali hanno registrato l’aumento del flusso delle nuove commesse sia nel manifatturiero che nel terziario, ma è stato il primo a registrare l’incremento più rapido. Il rallentamento della domanda di servizi ha pesato sul consolidamento della prestazione generale, che ha indicato l’espansione più debole nella sequenza di ripresa degli ultimi 11 mesi.
La crescita occupazionale ha tuttavia segnato un’accelerazione nel mese di gennaio ed è rimasta notevolmente superiore alla media storica. Il miglioramento del tasso di creazione di posti di lavoro è tuttavia dipeso soltanto dal settore manifatturiero, visto che l’aumento delle assunzioni presso le aziende terziarie è andato a moderarsi.
Nel frattempo, la capacità operativa ha continuato a mostrare uno stato di affaticamento in tutto il territorio monitorato, rispecchiando le problematiche legate alla disponibilità di personale, alle carenze di materiale e prodotti, ma anche al flusso di ordini aggiuntivi. Il tasso di accumulo di commesse inevase è stato elevato, anche se il più debole in nove mesi.
In merito alle prospettive future, le previsioni sull’attività nei prossimi 12 mesi sono aumentate indicando un miglioramento dell’ottimismo* che a gennaio ha toccato il valore più forte da ottobre.
In ultimo, i dati dell’ultima indagine hanno segnalato un peggioramento della pressione sui prezzi nell’eurozona, con tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita accelerati. L’aumento del carico dei costi è stato solo poco più veloce di dicembre, ma più rapido di qualsiasi altro registrato prima di novembre, mese in cui si è raggiunto il record storico assoluto. I prezzi di vendita. Di conseguenza i prezzi di vendita sono saliti molto più velocemente ed il tasso di inflazione solo lievemente inferiore al picco di novembre.
Servizi
L’Indice IHS Markit PMI® dell’Attività Terziaria dell’Eurozona ha registrato a gennaio 51.1, scendendo da 53.1 di dicembre. Sebbene tale valore sia comunque superiore alla soglia di non cambiamento di 50.0, e quindi coerente con l’andamento di crescita, segnala tuttavia la più debole espansione dell’attività terziaria dell’eurozona dallo scorso aprile.
Il rallentamento della crescita dell’attività economica coincide con l’indebolimento del flusso dei nuovi ordini ricevuti a gennaio. Nell’arco dell’attuale sequenza di nove mesi di espansione, quest’ultimo miglioramento della domanda è stato il più debole. Il lavoro inevaso ha continuato tuttavia ad aumentare e ad un ritmo più veloce.
Per migliorare la capacità operativa, a gennaio è stato assunto personale aggiuntivo, segnando un tasso di creazione occupazionale poco più debole del mese precedente, ma più rapido rispetto alla media storica.
I prezzi di acquisto di gennaio sono aumentati sostanzialmente, segnando il secondo valore più veloce di sempre, superato soltanto dal picco di novembre. L’inflazione dei prezzi di vendita è nel frattempo accelerata segnando un nuovo record di serie.
Commento
Chris Williamson, Chief Economist presso IHS Markit, ha dichiarato quanto segue: “Dopo l’indebolimento della crescita del trimestre finale del 2021, a gennaio l’economia dell’eurozona registra un nuovo rallentamento. Le aziende stanno indicando un attenuamento della domanda e continui disagi legati sia alla carenza di personale che ai problemi sulla fornitura di materie prime a causa della pandemia. Questo rallentamento coincide con l’irrigidimento più severo da maggio scorso delle misure anti-virus in tutto il territorio dell’eurozona, a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19 provocati dalla variante Omicron. La Spagna è stata la nazione che ne ha risentito maggiormente, ricadendo in zona contrazione, mentre l’Italia ha registrato una stagnazione dell’attività economica. Entrambi i risultati sono stati collegati al calo della produzione terziaria. La Francia, nel frattempo, sta registrando l’espansione più debole dallo scorso aprile. La Germania, in controtendenza, sta godendosi un momento felice facendo presagire che l’impatto di Omicron sarà più breve e meno severo delle ondate avute precedentemente. L’attività del settore terziario tedesco, dopo essere stata colpita più severamente dalla variante Omicron alla fine dello scorso anno, sta già recuperando mentre la produzione manifatturiera sta rinvigorendosi ancora di più. La preoccupazione principale riguarda le pressioni inflazionistiche che continuano a peggiorare, con l’impennata dei prezzi energetici che nei prossimi mesi potrebbero aggiungere ulteriore pressione al rialzo. I conti delle famiglie sono già allo stremo e le aziende stanno affrontando nuovi aumenti sui costi. A questo si aggiungono gli ulteriori potenziali rischi al ribasso sulle previsioni future legate alle tensioni in Ucraina, il cui aggravamento potrebbe spingere ancora più in basso la fiducia economica”.