IHS Markit PMI: all’inizio del 2022, con le nuove restrizioni anti Covid-19, la produzione del settore terziario italiano registra una contrazione

 IHS Markit PMI: all’inizio del 2022, con le nuove restrizioni anti Covid-19, la produzione del settore terziario italiano registra una contrazione

Dalla lettura degli ultimi dati PMI® di gennaio, il settore terziario italiano è sceso in zona contrazione, colpito dalle nuove restrizioni introdotte per frenare la diffusione della variante Omicron. Sia la produzione che i nuovi ordini hanno indicato la prima contrazione da aprile scorso, sebbene i tassi di decremento siano stati complessivamente solo marginali. Di conseguenza la fiducia è scesa ai minimi in 12 mesi, con le aziende che lo hanno principalmente collegato ai timori di indebolimento della domanda dei clienti e alle relative restrizioni dovute al Covid-19.

Per gli altri indici, le pressioni inflazionistiche sono rimaste forti, anche se il tasso di incremento delle tariffe applicate si è ulteriormente attenuato rispetto al picco di novembre.

L’Indice principale destagionalizzato IHS Markit PMI® dell’Attività Terziaria in Italia è sceso a gennaio a 48.5 da 53.0 di dicembre, segnalando la prima contrazione della produzione dei servizi da aprile scorso, sebbene generalmente marginale.

Il principale fattore che ha causato la contrazione di gennaio è legato all’indebolimento delle condizioni della domanda. Il flusso dei nuovi ordini ricevuti dalle aziende terziarie italiane è diminuito per la prima volta in nove mesi, con le aziende intervistate che lo hanno collegato all’indebolimento della domanda a causa delle nuove restrizioni attuate per frenare l’ondata pandemica. Segni di resilienza si sono tuttavia avuti nella domanda nazionale, mentre quella estera è diminuita per il secondo mese consecutivo e al tasso più severo da gennaio dello scorso anno.

Allo stesso tempo, le pressioni inflazionistiche sono rimaste forti. I costi sostenuti sono estremamente aumentati viste le frequenti citazioni in merito all’aumento del costo del carburante, dei materiali, del trasporto, dei salari e dell’energia. Le tariffe medie applicate dal settore terziario sono di conseguenza aumentate per il quarto mese consecutivo e in modo elevato. Le aziende intervistate hanno collegato l’aumento delle tariffe agli sforzi fatti per mantenere i loro margini di profitto.

Detto ciò, il tasso di inflazione dei prezzi di vendita è diminuito ulteriormente rispetto al picco di novembre.

Nonostante il calo dei nuovi ordini di gennaio, le aziende terziarie hanno registrato di nuovo un rialzo del lavoro inevaso, estendendo l’attuale sequenza di incremento a cinque mesi. I dati raccolti hanno attribuito quest’ultimo incremento alle forti vendite registrate nell’ultimo trimestre 2021, così come all’assenza del personale causata dalla pandemia. Il tasso di accumulo di ordini in giacenza è sceso ai minimi in tre mesi ed è stato comunque lieve.

Il livello occupazionale di gennaio è pertanto aumentato per il nono mese consecutivo. Gli intervistati hanno dichiarato che le loro aziende hanno incrementato le assunzioni in linea con le previsioni di aumento delle vendite nei prossimi mesi. C’è da notare che il tasso di creazione occupazionale è leggermente aumentato rispetto a dicembre, segnando un valore storicamente elevato.

Per concludere, nel primo mese del 2022, le preoccupazioni sulle nuove restrizioni pandemiche e l’indebolimento della domanda hanno intaccato la fiducia del settore sull’attività nei prossimi dodici mesi. Sebbene le aziende siano rimaste nel complesso ottimiste, il livello di positività è sceso ai minimi in 12 mesi, e quelle che hanno mostrato fiducia, l’hanno collegata alla speranza di un forte rilancio economico e al miglioramento della domanda grazie all’attenuamento dei problemi legati al Covid-19.

IHS Markit PMI® Composito in Italia

A gennaio, stallo della crescita del settore privato a causa delle nuove restrizioni anti Covid-19

L’Indice Composito destagionalizzato della Produzione in Italia di gennaio ha segnato un forte calo posizionandosi su 50.1 da 54.7 di dicembre e segnalando una generale stagnazione della crescita del settore privato.

L’indice composito è una media ponderata dell’Indice della Produzione Manifatturiera e dell’Indice dell’Attività Terziaria*.

Dal punto di vista settoriale, il terziario, dopo otto mesi consecutivi di espansione, è sceso in zona contrazione poiché le nuove misure anti-pandemiche hanno colpito il settore, mentre la crescita del manifatturiero è notevolmente rallentata nel corso del mese.

Allo stesso tempo, il flusso generale dei nuovi ordini è di nuovo aumentato, ma ad un tasso nettamente inferiore, il più lento in 12 mesi di sequenza ed è stato solo marginale. Il calo dei nuovi ordini terziari ha controbilanciato il nuovo ma più lento rialzo della manifattura. Ciononostante, le aziende hanno riportato a gennaio un nuovo aumento delle commesse inevase, il cui tasso di accumulo è stato elevato ma il più lento da settembre scorso.

Questo ha determinato un costante aumento delle assunzioni nelle aziende italiane, con un tasso di incremento occupazionale accelerato a tasso moderato.

In merito ai prezzi, le pressioni inflazionistiche sono rimaste tra le più forti di sempre, ma il tasso medio di incremento sia dei prezzi di acquisto che di vendita è rallentato rispetto ai rispettivi record avutisi lo scorso novembre.

Commento

Lewis Cooper, Economist presso IHS Markit che elabora i dati dell’indagine Italy Services PMI®, ha dichiarato: “L’inizio del 2022 è stato instabile per il terziario italiano visto che le nuove restrizioni introdotte per limitare la diffusione della variante Omicron hanno pesato sulla prestazione del settore. Per la prima volta da aprile, la produzione è scesa in contrazione a causa della riduzione dei nuovi ordini e il tasso di contrazione della domanda estera particolarmente elevato. Il calo della produzione terziaria, insieme al più debole incremento della produzione manifatturiera, ha portato la crescita di inizio anno del settore privato ad una generale stagnazione, mentre il flusso dei nuovi ordini ha indicato un tasso di aumento nettamente ridotto. Le aziende hanno di conseguenza mostrato proiezioni più deboli sulla produzione dei prossimi dodici mesi. Nonostante si siano mantenute ottimiste, il livello di fiducia ha indicato il valore minore da dicembre 2020, mostrando un settore privato preoccupato che nei prossimi mesi nuove restrizioni unite a pressioni inflazionistiche ancora elevate possano inferire nuovi colpi alla domanda, e quindi alla crescita”.

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