IHS Markit PMI: ad aprile, la crescita del settore privato dell’eurozona continua a rafforzarsi
L’indagine di aprile mostra un miglioramento dell’espansione del settore privato dell’eurozona, con gli ultimi dati che indicano il più rapido incremento dallo scorso luglio e il secondo in ordine di grandezza in oltre due anni e mezzo. Questo è quanto rilevato dall’Indice IHS Markit PMI® della Produzione Composita dell’eurozona, che ha registrato 53.8, in salita da 53.2 di marzo.
Sono due quindi i mesi consecutivi in cui l’indice segnala una crescita e gli ultimi dati mostrano rialzi dell’attività sia manifatturiera che terziaria. Continua ad essere il manifatturiero il settore che guida la ripresa registrando un aumento pressoché invariato rispetto al tasso record di marzo. La produzione del terziario è tornata a crescere dopo sette mesi consecutivi di contrazione, anche se l’incremento è stato nel complesso marginale.
La Germania continua a guidare la classifica generale di crescita, con una forte espansione sostenuta dalla forte prestazione dell’economia manifatturiera.
Allo stesso tempo, la Spagna ha indicato l’espansione migliore in più di due anni con il settore terziario che ha registrato un balzo in avanti grazie alla programmata riapertura delle aziende e in linea con le aspettative di allentamento delle misure anti Covid.
Classifica del PMI* Composito per Paese:
Germania 55.8 (flash: 56.0) minimo in 2 mesi
Spagna 55.2 massimo in 25 mesi
Francia 51.6 (flash: 51.7) massimo in 8 mesi
Italia 51.2 minimo in 3 mesi
Francia e Italia hanno nel frattempo indicato una crescita modesta della produzione generale del settore privato, con la Francia che ad aprile ha registrato la migliore espansione degli ultimi otto mesi.
A sostenere l’espansione del settore privato complessivo dell’eurozona è stato il secondo mese consecutivo di incremento dei nuovi ordini, il più forte in oltre due anni e mezzo. L’aumento delle vendite è riferito sia al mercato nazionale che internazionale con il tasso di crescita delle commesse estere ad un livello quasi invariato rispetto al valore record assoluto di marzo.
Ad aprile, con il continuo incremento dei nuovi ordini, le aziende hanno mostrato un nuovo rialzo delle commesse inevase, specialmente nel settore manifatturiero dove i ritardi di consegna di materiali hanno vincolato la produzione. Il tasso di crescita è stato peraltro il più alto in 39 mesi ed ha contribuito a spiegare il motivo per cui le aziende hanno incrementato gli organici. L’indagine di aprile ha infatti indicato un aumento dei livelli occupazionali per il terzo mese consecutivo ed al tasso più forte in due anni.
L’aumento dei livelli di fiducia ha anch’esso incoraggiato le aziende a rafforzare il personale operativo. Da metà 2012, ovvero dalla prima volta in cui i dati compositi sono stati disponibili, l’indagine di aprile ha registrato il più alto ottimismo sull’attività futura.
Allo stesso tempo, l’inflazione dei costi si è intensificata mostrando nei dati dell’ultima indagine il maggiore aumento delle spese operative degli ultimi dieci anni. Vista anche l’accresciuta domanda dei mercati, le aziende hanno potuto trasferire parte dell’aumento dei costi ai clienti sotto forma di prezzi di vendita maggiori. Gli ultimi dati hanno infatti mostrato il maggiore aumento dei prezzi di vendita da febbraio 2018.
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L’Indice IHS Markit PMI® dell’Attività Terziaria dell’eurozona ha superato ad aprile la soglia di non cambiamento di 50.0, indicando la prima espansione dell’attività terziaria da agosto 2020. Il tasso di incremento segnalato dall’indice di 50.5 è stato tuttavia marginale rispetto a 49.6 di marzo.
Sono state notevoli le differenze tra le prestazioni nazionali. Se la Spagna ha registrato un forte incremento dell’attività, Germania e Italia hanno indicato una contrazione. In Francia l’indice ha mostrato una marginale crescita.
Il debole incremento dell’attività complessiva dell’eurozona riflette l’attuale fiacchezza del flusso dei nuovi ordini. Anche se marginalmente, l’entrata delle commesse totali ha indicato un calo per il nono mese consecutivo ed uno dei motivi di questa debolezza resta il commercio estero, i cui ordini hanno indicato un calo per il trentaduesimo mese consecutivo.
Ciononostante, l’aumento della fiducia sul futuro ha rafforzato le aspettative spingendole al valore più alto da maggio 2017. Le positive proiezioni di aumento dell’attività nei prossimi mesi hanno contribuito a supportare il forte incremento dei livelli occupazionali.
Concludendo, ad aprile le spese operative hanno indicato il maggiore rialzo in 15 mesi. Parecchie aziende hanno di conseguenza aumentato i prezzi di vendita, sebbene le pressioni della concorrenza abbiano generalmente ostacolato questi tentativi. Ciò significa che l’inflazione dei prezzi di vendita si è mantenuta marginale.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, ha dichiarato quanto segue: “È incoraggiante osservare quanto, dai dati raccolti nell’indagine di aprile, appaia evidente che nel secondo trimestre l’eurozona uscirà dalla doppia recessione. Alla straordinaria prestazione manifatturiera, alimentata dall’impennata della domanda sia nazionale che estera visto che molte economie stanno riemergendo dalle restrizioni pandemiche, si aggiungono i segnali di un settore terziario che sta tornando in espansione. A meno che non vi siano nuove ondate di contagi provocate da nuove varianti, le restrizioni anti-Covid dovrebbero progressivamente allentarsi nei prossimi mesi, fornendo slancio all’attività economica terziaria che col trascorrere dell’estate, dovrebbe riprendere vigore. L’intensità della ripresa dipenderà ovviamente da quanto le restrizioni verranno allentate considerando che quelle relative agli spostamenti oltre confine nazionale potrebbero restare ancora per qualche tempo. Ma l’esperienza degli altri paesi ci suggerisce che la risalita dell’attività nazionale potrebbe essere vigorosa visto che il forzato contenimento della domanda e il volume dei risparmi daranno seguito ad un’impennata degli acquisti. Se la rinascita dell’economia sta facendo aumentare le pressioni inflazionistiche, che sembrano largamente confinate al settore manifatturiero, i costi del terziario, che costituiscono un elemento chiave delle misure inflazionistiche tracciate dalla BCE, restano solo modesti”.