IHS Markit PMI: ad agosto la crescita del manifatturiero dell’eurozona rallenta al valore più basso in sei mesi
Il settore manifatturiero dell’area euro ha registrato ad agosto un’altra forte espansione, secondo gli ultimi dati PMI®, malgrado ancora una volta l’entità sia diminuita con l’indice principale al valore più basso in sei mesi. La lettura finale dell’indice IHS Markit PMI di agosto ha raggiunto 61.4, leggermente inferiore alla precedente stima flash di 61.5, e in discesa da 62.8 di luglio. Tale contrazione marca il secondo mese consecutivo di rallentamento del settore dall’espansione record registrata a giugno.
Tutti e tre i sottosettori hanno registrato un forte, anche se più debole, miglioramento delle condizioni operative durante il mese. Così come successo negli ultimi 12 mesi, la crescita presso i produttori dei beni di investimento ha continuato ad essere maggiore a quella registrata dai produttori dei beni di consumo e intermedi.
Tra le nazioni monitorate dell’eurozona, anche se con una crescita rallentata al livello più basso in 5 mesi, ancora una volta i Paesi Bassi hanno osservato il miglioramento più alto delle condizioni operative. Espansioni più tenui sono inoltre state riportate in Germania, Irlanda, Austria e Francia.
I dati di agosto sono stati particolarmente notevoli in Grecia, dove è stato registrato il PMI manifatturiero maggiore da aprile del 2000. Allo stesso tempo, anche Italia e Spagna hanno riportato espansioni più veloci.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di agosto
Paesi Bassi | 65.8 | minimo in 5 mesi |
Irlanda | 62.8 | minimo in 4 mesi |
Germania | 62.6 (flash: 62.7) | minimo in 6 mesi |
Austria | 61.8 | minimo in 6 mesi |
Italia | 60.9 | massimo in 2 mesi |
Spagna | 59.5 | massimo in 2 mesi |
Grecia | 59.3 | massimo in 256 mesi |
Francia | 57.5 (flash: 57.3) | minimo in 6 mesi |
Così come è successo ogni mese da luglio 2020, ad agosto la produzione manifatturiera ha continuato ad espandersi. La crescita riportata, malgrado sia risultata la più debole in sei mesi, è stata in generalmente elevata e ben al di sopra della media storica.
Il continuo miglioramento della domanda di beni dell’area euro ha supportato la forte produzione. Ad agosto gli ordini totali sono aumentati per il quattordicesimo mese consecutivo, mentre le esportazioni, incluso il commercio intra eurozona, hanno anche osservato una crescita ad un tasso elevato. Paesi Bassi, Germania e Italia hanno riportato risultati particolarmente buoni riguardo alle esportazioni. Il tasso generale di crescita della domanda estera nell’eurozona ad agosto ha comunque perso vigore.
Sono evidenti i segnali di forti pressioni sulla capacità dei manifatturieri dell’eurozona, il livello del lavoro inevaso, infatti, è aumentato ad un tasso storicamente senza precedenti se paragonato a quanto osservato precedentemente a marzo di questo anno. Ciò si è verificato malgrado le aziende ancora una volta abbiano utilizzato le giacenze di prodotti finiti dei loro magazzini per processare gli ordini.
Per dare una spinta alle loro capacità produttive le imprese manifatturiere hanno assunto ad agosto personale aggiuntivo, continuando quindi la tendenza di crescita iniziata a febbraio, con un tasso di creazione occupazionale in modesta contrazione dal record assoluto di luglio.
Guardando gli altri parametri, ancora una volta ad agosto i tempi medi di consegna si sono allungati ad un tasso considerevole per via della forte domanda di materiali e beni manifatturieri, anche se il tasso di allungamento si è ridotto ancora una volta leggermente dal record di maggio. Gli ultimi dati hanno mostrato come le aziende hanno aumentato ad agosto la loro attività di acquisto ad un tasso elevato. Per la prima volta da gennaio 2019, anche se lievemente, le giacenze degli acquisti sono aumentate.
La pressione sui prezzi allo stesso tempo è rimasta ostinatamente elevata a metà del terzo trimestre. Ancora una volta i costi di acquisto sono aumentati notevolmente a causa degli attuali problemi sulla catena di distribuzione e alla forte domanda di beni. Detto ciò, gli ultimi dati hanno mostrato il primo rallentamento dell’inflazione dei costi da quando i prezzi di acquisto hanno ricominciato ad aumentare nell’agosto del 2020.
Una tendenza simile è stata osservata per i prezzi di vendita, dove, dopo il record di luglio, il tasso di inflazione è rimasto storicamente elevato, ma è rallentato per la prima volta da gennaio.
Per concludere, ad agosto i manifatturieri dell’eurozona hanno riportato un approccio positivo in merito all’attività dei prossimi 12 mesi. Il livello di ottimismo è stato elevato, ma diminuito per il secondo mese consecutivo sino a raggiungere il valore più basso da novembre del 2020.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, analizzando i dati finali PMI del manifatturiero dell’eurozona ha dichiarato: “Ancora una volta ad agosto le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno riportato una produzione vivace, con uno scatto di crescita che ormai continua da quattordici mesi consecutivi. La questione fondamentale rimane ancora la carenza di componenti, con l’inabilità dei fornitori di produrre una quantità soddisfacente di parti o di far fronte alla carenza di capacità di trasporto per soddisfare le esigenze logistiche della domanda. A causa di questi problemi sulla fornitura, la crescita dei nuovi ordini ha superato quella della produzione con uno scarto senza precedenti nella storia dell’indagine, addirittura maggiore di quello record su 24 anni osservato a luglio. Di conseguenza, ancora una volta i prezzi di vendita sono aumentati notevolmente, anche se con qualche pressione al rialzo alleviata dal leggero raffreddamento dell’inflazione dei prezzi di acquisto, anche se gli ancora elevati prezzi dei materiali stanno aggravando i problemi dei manifatturieri. Allo stesso tempo, la crescita occupazionale è diminuita solo modestamente dal record storico di luglio, i produttori manifatturieri si sono infatti concentrati nello stimolare la capacità operativa. Ad agosto, una contrazione dell’ottimismo sulle prospettive future, collegata all’aumento della domanda, ai persistenti problemi sulla catena di distribuzione e alla diffusione della variante Delta, ha aggiunto segnali che sia la crescita della produzione che quella del livello occupazionale hanno raggiunto il loro picco”.