IHS MARKIT PMI: a marzo, il terziario italiano continua ad indicare una contrazione
Dai dati PMI® raccolti alla fine del primo trimestre, il settore dei servizi in Italia è rimasto impantanato in zona contrazione. L’attività economica ha continuato a scendere e ad un tasso leggermente accelerato, mentre il flusso dei nuovi ordini ha segnato ancora un calo. Ne consegue che le aziende hanno continuato a ridurre i posti di lavoro nel mese di marzo e ad un tasso più rapido.
Cionondimeno, la campagna vaccinale anti Covid-19 e le speranze di una ripresa hanno spronato i livelli di fiducia di marzo, registrando il valore più forte di ottimismo in più di un decennio.
L’Indice destagionalizzato delle Attività Economiche, indicatore principale di questo report che chiede alle aziende monitorate di paragonare l’andamento dell’attività del mese in corso rispetto a quello precedente, ha registrato a marzo 48.6, in leggera discesa rispetto a 48.8 di febbraio. Con marzo salgono a otto i mesi consecutivi in cui l’attività terziaria indica una contrazione, anche se quest’ultima è stata complessivamente marginale.
A marzo, a causare il nuovo calo è stata ancora una volta la diminuzione del flusso dei nuovi ordini. Dopo il leggero rialzo di febbraio, i nuovi ordini sono di nuovo marginalmente diminuiti e molte aziende intervistate hanno menzionato le deboli condizioni della domanda legate alle restrizioni anti Covid-19. Anche gli ordini esteri sono diminuiti nel mese di marzo, estendendo l’attuale sequenza di contrazione a 21 mesi, sebbene il tasso di contrazione sia stato il più lento da agosto 2019.
Nel frattempo, le aziende dei servizi hanno continuato a ridurre i posti di lavoro e, nel corso dell’indagine di marzo, il campione monitorato lo ha attribuito al mancato rimpiazzo di personale dimissionario. Rispetto a febbraio, il tasso di licenziamento è leggermente accelerato risultando nel complesso moderato.
L’indebolimento delle vendite e le diminuite richieste di produzione hanno intanto permesso alle aziende di alleggerire ulteriormente il cumulo delle commesse in giacenza, il cui volume si è ridotto al tasso più lento in 13 mesi e comunque solo leggermente.
Parlando dello stato dei prezzi, nell’ultimo mese che conclude il primo trimestre di quest’anno, la pressione sui costi è rimasta forte, con le aziende che lo hanno collegato all’aumento delle utenze, del carburante e delle spese amministrative. Anche se alleggerito, il tasso di inflazione è stato forte.
Eppure, le aziende terziarie intervistate a marzo hanno continuato ad offrire sconti, come parte degli sforzi per incentivare le vendite. Le tariffe medie sono diminuite per il ventesimo mese consecutivo e ad un ritmo generalmente moderato.
La fiducia registrata a marzo ha portato notizie positive. L’ottimismo del campione intervistato è stato incentivato dalle speranze di miglioramento della domanda e di ripresa economica legate all’allentamento delle restrizioni per l’attuale campagna di vaccinazione. Il livello di ottimismo è stato il più alto da settembre 2010 ed ha indicato un forte valore di fiducia sulle prospettive dell’attività nei prossimi 12 mesi.
IHS MARKIT – PMI® COMPOSITO IN ITALIA
Crescita sostenuta alla fine del primo trimestre
L’Indice Composito della Produzione ha registrato a marzo 51.9, in salita quindi rispetto a 51.4 di febbraio e segnalando una crescita sostenuta del settore privato italiano. L’ultima lettura è stata inoltre la più alta da luglio dello scorso anno.
Settorialmente, il rialzo è stato guidato dal manifatturiero, che ha indicato il maggiore rialzo della produzione degli ultimi tre anni. Nel frattempo, i servizi hanno indicato un’altra contrazione dell’attività, anche se quest’ultima è stata lieve.
A spingere il rialzo avutosi a marzo è stata ancora una volta l’espansione dei nuovi ordini ricevuti dalle aziende italiane del settore privato. Il tasso di crescita è stato il più rapido da settembre 2018 e nel complesso moderato. La domanda di marzo è anche giunta dal mercato estero, visto l’incremento record delle commesse provenienti dal mercato internazionale.
Contemporaneamente, le aziende hanno indicato il primo incremento del lavoro inevaso da giugno 2018, ma ad un tasso complessivo lieve. Dopo il leggero aumento di febbraio, l’occupazione del settore privato di marzo è rimasta pressoché invariata, con l’indice destagionalizzato corrispettivo che ha indicato un valore appena superiore alla soglia di non cambiamento di 50.0.
Volgendo lo sguardo sui prezzi, a fine terzo trimestre le pressioni inflazionistiche sono rimaste robuste, L’onere dei costi ha indicato il maggior incremento da febbraio 2012 e la risposta delle aziende monitorate nel settore privato italiano è stata quella di aumentare i prezzi di vendita per la prima volta dalla fine del 2018.
Concludendo, le aziende hanno indicato previsioni più ottimistiche per l’attività nei prossimi dodici mesi, registrando a marzo il tasso più alto di fiducia della serie storica, ovvero da luglio 2012.
COMMENTO
Lewis Cooper, Economist presso la IHS Markit, ha dichiarato: “A fine primo trimestre, il settore dei servizi in Italia è rimasto bloccato in zona contrazione. L’attività economica è scesa ulteriormente, in parte a causa del nuovo calo del flusso di commesse in entrata. Le aziende intervistate lo hanno collegato alla domanda debole dovuta alle misure di contenimento del Covid-19. Ciononostante, il settore terziario ha mostrato il più forte valore di fiducia in più di dieci anni, con le aziende mostratesi ottimiste di una forte ripresa una volta allentate le misure restrittive grazie alla campagna vaccinale. Malgrado la mediocre prestazione del terziario, la produzione complessiva del settore privato italiano di marzo ha di nuovo segnato un aumento grazie alla più forte espansione della produzione industriale in più di tre anni che ha compensato il calo dell’attività terziaria. Ancora una volta, i nuovi ordini sono aumentati e al tasso più veloce da settembre 2018, mentre gli ordini provenienti dal mercato estero sono balzati ad un valore di crescita record. Nell’insieme, i dati dell’economia italiana mettono in luce esiti contrastanti. È un segnale positivo che, nonostante le limitazioni anti Covid-19, la ripresa continui ad essere sostenuta, con il terziario che mostra molta più resilienza rispetto alla primavera dello scorso anno. Certo è che le aziende hanno indicato il livello record di ottimismo sulle previsioni sugli affari nei prossimi dodici mesi, con la fiducia nutrita dalle speranze di un forte rimbalzo dell’economia e di un allentamento delle restrizioni. Tuttavia, l’ottimismo è vincolato al successo della campagna vaccinale, e la contrazione del terziario è una grande preoccupazione per la ripresa dell’economia. Con la terza ondata di contagi che in Europa sta imponendo misure ancora più restrittive, la ripresa nel breve termine sembra vacillare”.