IHS Markit PMI: a marzo il settore manifatturiero dell’eurozona si espande al livello record
L’economia manifatturiera dell’eurozona ha registrato a marzo ottimi risultati, con le relative condizioni operative migliorate al livello massimo in quasi 24 anni di raccolta dati. Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’Indice PMI® è aumentato a 62.5, da 57.9 di febbraio ed è stato indicativo di un forte rafforzamento della prestazione del settore. L’indice è risultato al di sopra della soglia neutra di non cambiamento che separa l’espansione dalla contrazione di 50.0 per il nono mese consecutivo.
Ancora una volta, tutti e tre i sottosettori hanno registrato un rafforzamento su base mensile delle condizioni operative. I tassi di crescita sono stati inoltre maggiori in tutti i casi, anche se la crescita presso i sottosettori dei beni di investimento e intermedi è stata particolarmente elevata, raggiungendo a marzo, e in entrambi i casi, valori record.
La crescita è stata generale in tutta la regione, con la Germania e i Paesi Bassi in cima alla classifica. Entrambe le nazioni hanno registrato a marzo PMI a livelli record.
Anche l’Austria ha riportato una prestazione particolarmente forte, mentre Italia e Francia hanno registrato risultati tra i più alti delle loro rispettive medie storiche. La crescita dell’Irlanda ha raggiunto
il livello più alto in otto mesi, mentre la Spagna ha riportato il risultato migliore da fine 2006.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di marzo
Germania | 66.6 (flash: 66.6) | valore record |
Paesi Bassi | 64.7 | valore record |
Austria | 63.4 | massimo in 39 mesi |
Italia | 59.8 | massimo in 252 mesi |
Francia | 59.3 (flash: 58.8) | massimo in 246 mesi |
Irlanda | 57.1 | massimo in 8 mesi |
Spagna | 56.9 | massimo in 171 mesi |
Grecia | 51.8 | massimo in 13 mesi |
Al contrario, la Grecia, malgrado abbia riportato il migliore PMI in oltre un anno, ha registrato solo una modesta espansione.
Alla base del risultato dell’indice PMI principale dell’eurozona ci sono state le espansioni record di marzo della produzione e dei nuovi ordini. Un generale miglioramento della domanda, a seguito del maggiore ottimismo sulle condizioni del futuro economico, ha favorito le espansioni record della produzione e dei nuovi ordini. Gli ultimi dati hanno mostrato come i nuovi ordini esteri (incluso il traffico intra eurozona) siano aumentati per il nono mese consecutivo e ad un livello record per l’indagine.
L’ennesimo rafforzamento del commercio, degli ordini e della produzione ha aggiunto ulteriore pressione sulla, già allo stremo, catena di distribuzione. Secondo gli ultimi dati, i tempi medi di consegna dei beni si sono allungati ad un livello mai osservato finora, per via della carenza di materiale, della più forte domanda globale e delle attuali difficoltà di natura logistica collegate al Covid-19.
Tutto ciò ha incrementato le pressioni inflazionistiche. A marzo, i costi di acquisto sono aumentati al tasso più elevato in dieci anni. Se tutte le nazioni hanno registrato incrementi, i maggiori sono stati osservati in Austria, Germania e Paesi Bassi.
Di fronte a tale aumento di costi operativi e alla più forte domanda di mercato che ha rafforzato il potere decisionale sui prezzi, a marzo anche le tariffe delle aziende manifatturiere dell’eurozona sono aumentate notevolmente. Il tasso di inflazione è stato storicamente elevato, e ha raggiunto il livello massimo da aprile 2011.
Con le aziende che cercano di stimolare le attività produttive, aumenta notevolmente l’attività di acquisto, aggiungendo ulteriore pressione sulla catena di fornitura. Secondo gli ultimi dati, il tasso di aumento degli acquisti è stato il maggiore mai riportato dall’indagine, anche se con i continui ritardi nelle consegne, le aziende hanno pensato bene di utilizzare, qualora possibile, le loro giacenze. Anche se ad un tasso di contrazione più lento, le giacenze degli acquisti sono diminuite a marzo per il ventiseiesimo mese consecutivo.
Il maggiore carico di lavoro, evidenziato non solo dall’incremento dei nuovi ordini, ma anche dall’espansione record del livello del lavoro inevaso, ha favorito quindi l’incremento delle assunzioni. Maggiori livelli occupazionali sono stati riportati per il secondo mese consecutivo, con quello di marzo che è stato il più forte da agosto 2018.
Per concludere, rimangono generalmente stabili le previsioni sulla produzione dei prossimi 12 mesi rispetto al valore record di febbraio. Tra le nazioni monitorate dall’indagine, l’ottimismo maggiore è stato osservato nei Paesi Bassi e in Irlanda.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, analizzando i dati finali PMI del manifatturiero dell’eurozona ha dichiarato: “A marzo, il settore manifatturiero dell’eurozona è in fortissima crescita, con la produzione e i nuovi ordini in espansione a tassi mai osservati nei quasi 24 anni di storia del PMI. Malgrado la crescita sia concentrata prevalentemente in Germania, dove nel corso del mese è stata riportata un’espansione record, la tendenza al rialzo è stata generale in tutta la regione con le aziende che hanno tratto vantaggio dall’aumento della domanda nazionale e dalla rinascita delle esportazioni. A favorire questa crescita vigorosa è stato il forte miglioramento dell’ottimismo degli ultimi mesi, con previsioni di crescita per l’attività dei prossimi mesi che ha raggiunto livelli record a febbraio e a marzo. Tale risultato non ha soltanto stimolato la propensione alla spesa ma ha anche fatto innalzare investimenti e incrementi di magazzino, poiché le aziende si stanno preparando ad una crescita ancora più forte della domanda dopo la campagna vaccinale. Il quadro attuale però è offuscato dalle interruzioni sulla catena di distribuzione, che molto probabilmente si aggraveranno ulteriormente per via del blocco sul Canale di Suez. Con la domanda che supera l’offerta, i prezzi si stanno già alzando al tasso più veloce in dieci anni, creando di conseguenza un mercato assoggettato alla volontà del venditore per parecchi beni. Mentre i fattori che stanno guidando i prezzi al rialzo sembrano essere temporanei e collegabili alla ripresa iniziale dalle restrizioni anti Covid-19, qualsiasi altra pressione al rialzo dei costi delle aziende e sui prezzi di vendita non saranno ben accetti. Detto ciò, è incoraggiante notare che la recente espansione dell’attività dell’eurozona probabilmente abbia già superato il relativo picco pre Covid-19, e che le assunzioni sono già aumentate notevolmente in quanto i produttori manifatturieri stanno cercando di aumentare la loro capacità per far fronte alla maggiore domanda”.