IHS MARKIT PMI®: a gennaio, l’attività edile in Italia ritorna a contrarsi
Secondo gli ultimi dati PMI®, durante il primo mese dell’anno il settore edile italiano è ritornato a contrarsi. Dopo il leggero aumento di dicembre, l’attività edile totale è diminuita leggermente per via delle attuali restrizioni anti Covid-19 che hanno ostacolato la domanda. Dopo un periodo di crescita di sette mesi, i nuovi ordini si sono bloccati, mentre si intensifica la pressione sui costi sino a raggiungere il livello massimo in quasi nove anni.
L’indice principale dell’indagine è l’IHS Markit PMI sul settore edilizio italiano, un indice di diffusione destagionalizzato che monitora i cambiamenti del volume totale delle attività edili rispetto al mese precedente.
A gennaio, l’indice PMI principale, in diminuzione da 50.5 di dicembre e dalla soglia neutra di non cambiamento di 50.0, ha raggiunto 48.7, segnalando una nuova contrazione dell’attività edile. Secondo le aziende campione, le restrizioni anti Covid-19 hanno ridotto la domanda e bloccato le autorizzazioni per i nuovi ordini. Detto ciò, l’ultimo indice ha indicato una riduzione dell’attività di gran lunga più lenta rispetto a quella osservata la scorsa primavera.
A livello settoriale, quello dell’edilizia non residenziale, riportando la riduzione più veloce in tre mesi, ha osservato la contrazione dell’attività maggiore. Allo stesso tempo, l’attività dell’edilizia dell’ingegneria civile, dopo la leggera crescita di dicembre, è diminuita marginalmente, e la produzione dell’edilizia residenziale è risultata generalmente in stagnazione.
Nel primo mese dell’anno e rispetto a dicembre rimangono invariati i nuovi ordini ricevuti dal settore edile italiano. Il rispettivo indice destagionalizzato ha raggiunto la soglia di non cambiamento di 50.0, segnalando una stagnazione dei nuovi ordini e ponendo fine alla sequenza di crescita di sette mesi. Laddove sono stati riportati livelli di ordini inferiori, sono stati collegati alla pandemia da Covid-19.
Le aziende campione hanno di conseguenza ridotto a gennaio i loro acquisti al tasso maggiore dallo scorso aprile. Detto ciò, la catena di distribuzione ha continuato ad avere difficoltà e i tempi medi di consegna si allungano infatti al livello maggiore in tre mesi.
Il tasso di inflazione dei costi di acquisto ha nel frattempo raggiunto un valore record in quasi nove anni, con l’ultima crescita dei prezzi di acquisto che è stata attribuita dalle aziende aderenti all’indagine al costo maggiore delle materie prime e ai forti aumenti dei prezzi presso i fornitori. Sebbene leggermente, anche i subappaltatori hanno aumentato a gennaio le loro tariffe.
Conseguentemente alla debole domanda e ai margini più bassi, le imprese edili hanno ridotto ancora una volta a gennaio il loro personale. Detto questo, il tasso di contrazione è diminuito fino ad un livello marginale. Le imprese hanno inoltro diminuito l’utilizzo dei subappaltatori per il quinto mese consecutivo.
Le sfavorevoli condizioni di gennaio non hanno però fatto diminuire l’ottimismo delle aziende circa l’attività del prossimo anno, che ha raggiunto il livello maggiore da marzo 2011 ed è stato collegato alle attuali agevolazioni fiscali governative.
Commento
Lewis Cooper, Economist di IHS Markit ha affermato: “I dati PMI di gennaio hanno evidenziato una nuova contrazione dell’attività edile italiana causata dalle attuali restrizioni anti Covid-19 che hanno ostacolato la domanda. Il livello dei nuovi ordini ricevuti è risultato ad inizio 2021 in stagnazione, e alcune aziende campione hanno notato che le misure di contenimento hanno ridimensionato le vendite e causato attese più lunghe per le autorizzazioni necessarie. Le interruzioni sulla catena di distribuzione continuano in questo nuovo anno, con aumenti di prezzo presso i fornitori e costi maggiori per materie prime causati da carenze che hanno contribuito ad indicare il tasso di inflazione più veloce in quasi nove anni. Riguardo alla produzione dei prossimi 12 mesi, malgrado le più difficili condizioni di gennaio, le aziende edili hanno registrato l’ottimismo maggiore da marzo 2011, citando spesso come ragione le agevolazioni fiscali governative. È chiaro, infatti, che tali iniziative forniranno una reale ancora di salvezza alle aziende per i mesi futuri. Il crollo di attività di gennaio è stato leggero, e probabilmente si è trattato di un piccolo contrattempo che ha intralciato la strada della ripresa. Il procedere della distribuzione del vaccino e l’allentamento delle restrizioni dovrebbero far ricrescere il settore e le imprese stesse prevedono una forte ripresa nel 2021”.