IHS Markit: per via delle restrizioni da Covid-19, il Flash PMI dell’eurozona di novembre segnala una forte flessione
Con l’introduzione di misure di restrizione più rigide adottate dalle varie nazioni per frenare l’aumento del tasso di contagio da Covid-19, l’attività economica dell’eurozona di novembre si è ridotta notevolmente.
Il PMI Flash IHS Markit Composito dell’Eurozona è crollato a novembre a 45.1 da 50.0 di ottobre, segnando il valore minore da maggio. Ad eccezione delle riduzioni cui abbiamo assistito nei primi due trimestri dell’anno, finora la lettura media del PMI del quarto trimestre è la più bassa dall’ultimo trimestre 2012, nel corso della crisi del debito dell’eurozona, ed indica una forte contrazione del PIL.
Tale tendenza negativa è stata generale, con il settore terziario che comunque ha subìto gli effetti più pesanti delle misure di contenimento adottate. A novembre, a causa della minore espansione dei nuovi ordini, la crescita della produzione manifatturiera è leggermente rallentata, indicando i valori minimi da luglio, mese in cui è iniziata la ripresa. L’attività terziaria, invece, ha indicato una contrazione per il terzo mese consecutivo ad un tasso marcatamente accelerato, il più rapido da maggio.
Nel manifatturiero il flusso di nuovi ordini ha indicato l’incremento più lento degli ultimi cinque mesi, mentre le commesse in entrata del terziario sono crollate ad un tasso mai visto da maggio. L’ospitalità, i viaggi e le aziende a diretto contatto con il consumatore hanno soprattutto fatto riferimento ad una debole domanda causata dalle restrizioni aggiuntive adottate dai vari governi dell’eurozona nel corso della seconda ondata pandemica.
Trend divergenti si sono avuti in tutta l’eurozona, con la Germania ancora una volta in controtendenza rispetto alla recessione registrata altrove.
Il PMI Flash composito della Francia è crollato da 47.5 a 39.9, segnando il terzo calo mensile consecutivo dell’attività e la flessione più marcata da maggio, e agendo così da principale freno sull’intera eurozona. Il mese di calo del terziario, peraltro accelerato, si è accompagnato alla prima contrazione della produzione industriale da maggio.
Di contro, la Germania ha continuato ad espandersi, sebbene il PMI Flash composito sia sceso da 55.0 a 52.0, registrando la più debole espansione da luglio, mese in cui la ripresa ha avuto inizio. Anche se la crescita della produzione manifatturiera è rallentata, si è mantenuta tra le maggiori nell’arco della serie storica. L’attività terziaria è tuttavia diminuita per il secondo mese consecutivo, registrando il più alto tasso di contrazione da maggio.
Nel resto dell’eurozona l’attività si è ridotta per il quarto mese consecutivo, indicando il più rapido tasso di contrazione da maggio 2009, escludendo il tracollo avutosi tra marzo e giugno. Al quasi stallo della crescita della produzione manifatturiera si è aggiunto la flessione sempre più impietosa dell’attività terziaria, spingendo ancora più in basso il PMI flash composito, da 47.2 a 42.4.
L’occupazione, allo stesso tempo, ha indicato una riduzione in tutta l’eurozona per il nono mese consecutivo, con un tasso di licenziamento fermo sui valori minimi post-pandemici di ottobre.
Il taglio di posti di lavoro si è registrato sia nel manifatturiero che nel terziario, sebbene il primo settore abbia indicato una contrazione più lenta, quelle dei servizi ha invece riportato tagli ad un tasso più veloce.
Guardando i numeri nazionali, in Germania i posti di lavoro sono aumentati per la prima volta da febbraio e la Francia ha registrato il minor numero di licenziamenti da inizio della pandemia. I tagli occupazionali si sono tuttavia accentuati nel resto dell’eurozona segnando il valore peggiore da giugno.
L’attuale necessità di ridurre il personale è stata di nuovo spesso motivata dall’accrescimento di capacità operativa, rispecchiando la forte riduzione del lavoro inevaso. In assenza di nuovi ordini, quelli esistenti si sono esauriti ad un ritmo mai visto prima di giugno. L’aumento delle commesse in giacenza del manifatturiero, indotto dal forte rialzo del lavoro inevaso tedesco, si è contrapposto al maggiore tasso di riduzione del terziario.
Con l’indebolimento della domanda, le aziende hanno sempre più offerto sconti per incentivare le vendite, causando a novembre il crollo maggiore dei prezzi medi di vendita. I prezzi dei beni hanno tuttavia indicato un modesto rialzo, registrando il maggiore incremento da maggio 2019 e dovuto all’aumento dei prezzi di acquisto. Le aziende manifatturiere hanno riportato il più alto incremento dei prezzi medi di acquisto da gennaio 2019, collegato spesso all’aumento della domanda e all’ampia carenza di molte materie prime chiave. I tempi di consegna si sono allungati, segnando l’aumento più consistente da maggio.
Volgendo lo sguardo in avanti, le aspettative sui prossimi 12 mesi hanno recuperato il recente crollo di ottobre segnando il secondo valore più alto da febbraio. Le aziende manifatturiere si sono mostrate particolarmente ottimiste, indicando il livello maggiore di fiducia da marzo 2018. Anche il terziario ha tuttavia mostrato prospettive più positive per i prossimi 12 mesi, attribuendole comunemente alle recenti notizie incoraggianti sulle ricerche effettuate sul vaccino.
Commento
Commentando i dati PMI Flash, Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha dichiarato: “A novembre, l’economia dell’eurozona è tornata ad indicare un forte declino per via dei continui sforzi per reprimere la crescente ondata di infezioni da Covid-19. Gli ultimi dati mostrano una maggiore probabilità di contrazione del PIL dell’area euro durante il quarto trimestre. Il settore dei servizi, specialmente le aziende a stretto contatto con la clientela e le strutture ricettive, ha di nuovo subìto il colpo più forte, anche se l’indebolimento della domanda ha danneggiato anche quello manifatturiero. Buone notizie invece arrivano dal settore manifatturiero, con le aziende produttrici tedesche che, grazie al nuovo aumento di domanda, stanno continuando a mostrare una particolarmente elevata resilienza. Sia le imprese del manifatturiero che quelle dei servizi hanno inoltre mostrato più ottimismo per l’anno a venire. Tale aspettativa è stata attribuita alla crescente speranza in un ritorno alla normalità nel corso dell’anno prossimo per via delle recenti e incoraggianti notizie in materia di vaccini. La cosa più importante, tuttavia, è la nuova contrazione dell’economia del quarto trimestre che rappresenta un notevole passo indietro per lo stato di salute della regione ed estende il periodo di ripresa. Dopo la contrazione del 7.4% del PIL durante il 2020, ci aspettiamo per il 2021 un’espansione del solo 3.7%”.