IHS Markit Flash PMI: a settembre, la ripresa vacilla e ristagna l’attività economica dell’eurozona
Seppure indicando tendenze sempre più divergenti tra i settori e le nazioni, l’attività economica dell’eurozona segna a settembre una fase di stallo. La crescita più rapida del manifatturiero, con in testa la Germania, è stata controbilanciata da un nuovo calo del settore terziario, spesso collegato alla recrudescenza del tasso di contagio del Covid-19.
Si è continuata a registrare una netta contrazione dell’occupazione, ad un tasso tuttavia rallentato principalmente nel manifatturiero grazie in parte al miglioramento delle aspettative future. Allo stesso tempo nel corso del mese, la pressione sui prezzi ha indicato una moderazione.
L’indice Flash del IHS Markit PMI® Composito dell’eurozona di settembre è diminuito per il secondo mese consecutivo, scendendo da 51.9 di agosto a 50.1 ed indicando un incremento dell’attività economica molto marginale. Dopo la forte ripresa di luglio e di agosto, quest’ultima tuttavia minore, dovuta all’allentamento delle misure restrittive in forza nel secondo trimestre a causa del Covid-19, il PMI ha indicato un’economia quasi in stallo fino alla fine del terzo trimestre poiché la crescita del contagio e le misure di distanziamento sociale adottate hanno frenato la domanda, soprattutto per i servizi più a diretto contatto con i consumatori.
A settembre, la crescita della produzione manifatturiera ha indicato la più rapida accelerazione da febbraio 2018, alimentata dal maggiore incremento di nuovi ordini ricevuti in questo periodo. Il settore terziario invece, che già ad agosto aveva mostrato valori vicini allo stallo, ha indicato la più forte contrazione della produzione da maggio, anche se il tasso di declino è stato molto più debole di quelli avutisi durante il picco pandemico.
La Germania ha continuato a guidare la classifica della ripresa. Eppure, persino in territorio tedesco la forte impennata della produzione manifatturiera, in crescita al tasso più rapido da gennaio 2018, è stata controbilanciata dal primo calo dell’attività terziaria da giugno, causando un rallentamento del ritmo di espansione per il secondo mese consecutivo.
Nel frattempo, per la prima volta in quattro mesi, la Francia ha indicato la prima contrazione dell’attività economica, causata da un calo della produzione terziaria che ha compromesso il modesto rialzo della produzione manifatturiera.
Nel resto della regione, dopo il breve ritorno alla crescita di luglio, l’attività economica ha indicato il secondo calo mensile consecutivo, con un’accelerazione del tasso di contrazione del terziario accompagnato da una più lenta crescita della produzione manifatturiera.
I livelli occupazionali si sono nel frattempo ridotti per il settimo mese consecutivo. Nonostante continui a mostrare una progressiva diminuzione rispetto al record di aprile, il tasso dei tagli occupazionali ha indicato il valore più forte da giugno 2013, precedentemente quindi la pandemia. Il calo del personale del manifatturiero fino al valore più basso da febbraio è risultato in netto contrasto con il leggero aumento dei tagli avutisi nel terziario.
Ciò riflette le divergenti tendenze dell’attività economica dei due settori. La minore diminuzione degli organici in Germania e Francia è stata parzialmente controbilanciata dai maggiori tagli osservati nel resto della regione.
Il lavoro inevaso ha registrato un tasso di contrazione leggermente inferiore, mostrando una robusta e confortante crescita nel manifatturiero ma un calo maggiore nel terziario a causa del crollo dei nuovi ordini di quest’ultimo settore. Se l’accumulo degli ordini in fase di lavorazione nel manifatturiero segnala una crescente pressione sulle capacità operative del settore, i dati del terziario indicano una maggiore capacità in eccesso.
I prezzi medi di vendita di beni e servizi hanno nel frattempo indicato il calo più forte da giugno, contraendosi per il settimo mese consecutivo. Le aziende monitorate hanno riportato sempre più frequentemente la necessità di offrire sconti per stimolare le vendite.
Il calo dei prezzi di vendita di settembre si è verificato nonostante i costi siano di nuovo aumentati e per il quarto mese consecutivo. L’incremento è stato però solo modesto e ad un tasso leggermente inferiore rispetto ad agosto. La riduzione dei prezzi di acquisto del manifatturiero, spesso legati all’apprezzamento dell’euro, è stata controbilanciata dall’ennesimo aumento dei costi affrontati dal terziario, causati dalle maggiori spese sui dispositivi di protezione.
Il calo dei prezzi di vendita uniti all’aumento dei costi ha causato la maggiore compressione dei margini aziendali da dicembre 2018.
Guardando avanti, le prospettive sull’attività nei prossimi 12 mesi hanno toccato il valore più alto da febbraio, migliorando sia nel manifatturiero che nel terziario e sia in Germania che in Francia che nel resto dell’eurozona. L’ottimismo è scaturito principalmente dalla convinzione che i disagi dovuti al Covid-19 diminuiranno nel corso dell’anno a venire.
Commento
Commentando i dati PMI Flash, Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha dichiarato: “A settembre si è bloccata la ripresa dell’economia dell’Eurozona per via dell’incremento dei casi di Covid-19 che ha causato nuovamente la contrazione dell’attività del settore dei servizi della regione. È evidente che siamo di fronte ad un’economia a due velocità. Le fabbriche riportano una crescita della produzione alimentata dalla sempre maggiore domanda, soprattutto estera, e dalla riapertura del commercio al dettaglio in parecchie nazioni. Il settore più grande, quello dei servizi però è ritornato a contrarsi notevolmente per via degli interrogativi sollevati sull’impatto della trasmissione virale sulle imprese di consumo con alto contatto interpersonale. Le aziende dei servizi hanno inoltre riportato maggiori tagli del personale provocati dalle preoccupazioni sui costi e sulle spese generali. Quelle del manifatturiero hanno per fortuna osservato una contrazione dell’occupazione più lenta, poiché è iniziata ad emergere una pressione sulla capacità. Ciò suggerisce che il tasso di contrazione occupazionale ha già raggiunto il picco. Un importante incoraggiamento viene dell’aumento dell’ottimismo delle aziende per quanto riguarda l’anno prossimo. Tale tendenza è però spesso basata sulla contrazione del tasso di infezione che per i mesi futuri non è per niente garantito. Allo stato attuale, la preoccupazione principale è se l’indebolimento dei dati di settembre aumenterà nel quarto trimestre, provocando un ritorno alla recessione dopo la troppo breve ripresa del terzo trimestre”.