I turisti delle radici “influencer” dell’Italia
Il 2024 – anno delle radici italiane – accende i riflettori su una comunità, e quindi su una domanda potenziale, di dimensioni sorprendenti: si va dai poco più di 6 milioni di nostri concittadini residenti all’estero, che diventano 80 milioni con i discendenti e oriundi italiani, fino a 260 milioni se identifichiamo anche, secondo autorevoli stime, gli affini con legami parentali, chi comunque parla la nostra lingua o è particolarmente vicino alla nostra cultura, anche per motivi di lavoro. Numeri che fanno dell’Italia un caso pressoché unico al mondo.
Le nostre comunità all’estero spiccano per essere delle grandi promotrici naturali del Paese: l’87%, al rientro dal viaggio in Italia, consiglia caldamente le nostre destinazioni a parenti, amici e conoscenti. Sono clamorosi influencer: il 61% di chi è venuto nel nostro Paese lo ha fatto 3 volte o più nella sua vita e un ulteriore 27% è venuto due volte. Mettono l’Italia al centro del loro viaggio anche se vengono da oltre oceano: 6 su 10 visitano solo il nostro Paese mentre altri 3 visitano sì Paesi vicini ma in modo residuale. Si superano, nei risultati degli approfondimenti pubblicati, alcuni luoghi comuni legati a questi turisti: impiegano il 55% del tempo del viaggio a vedere l’Italia nel suo complesso, non solo le terre di origine, cui dedicano il restante 45%. Alloggiano prevalentemente in alberghi e strutture turistico ricettive, pur riservando attenzione anche all’ospitalità presso parenti. Fanno registrare valori di spesa decisamente alti: in media 3.100 euro a persona per viaggi di durata almeno di 2 settimane, spesso anche di 3 o 4.
Sono alcuni dei dati della ricerca di Confcommercio realizzata in collaborazione con Swg, TRA Consulting e Italyrooting consulting, pubblicata in occasione del Forum internazionale del turismo di Baveno.
Lo studio contiene tre livelli di approfondimento sul turismo delle radici: un’indagine sul valore economico, una ricerca demoscopica su turisti attuali e potenziali e un’analisi qualitativa, queste ultime due realizzate con interviste in Australia, Argentina, Brasile, Canada, Francia, Germania, UK e USA.
Ne emergono elementi utili per supportare i territori e le categorie degli operatori del turismo – ma anche del commercio, della cultura, dei trasporti, dell’artigianato – a realizzare nuovi “prodotti” turistici e correlati, capaci di attrarre in maniera specifica questo enorme mercato di riferimento, ma anche a rendere più attraente l’offerta per il turismo esperienziale che muove oggi la maggior parte dei mercati, a partire da quelli maturi, come l’Europa e il Nord America.
Ma ciò che rende particolarmente apprezzabili i turisti delle radici, oltre al fatto che si considerano Italiani come noi, è che, al rientro, portano con sé, e fanno conoscere, le produzioni più eccellenti del nostro made in Italy: enogastronomia, abbigliamento, artigianato, calzature, gioielli e libri. Un legame con l’Italia che, partendo certamente dalla curiosità e amore per la propria storia familiare, si estende a valori comuni a molti altri viaggiatori: la bellezza e la fama dell’Italia nel mondo, la sua cucina – di cui vogliono apprendere il più possibile tutti i segreti – la sua lingua, che vogliono imparare e perfezionare a tutti i costi anche con corsi dedicati durante il soggiorno, e la cultura del nostro Paese.
Confcommercio accompagnerà il 2024 con una serie di iniziative, soprattutto a livello locale, dedicate a tutti gli operatori e professionisti che al turismo delle radici vorranno avvicinarsi prendendo parte attiva a progetti di sviluppo delle destinazioni.
Il 2024 deve essere l’inizio di un grande percorso di ulteriore avvicinamento tra l’Italia e la sua meravigliosa e vasta comunità nel mondo.
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