I giovani nelle PMI: non sono nostri cloni
Lo sviluppo tecnologico ha trasformato radicalmente il modo in cui viviamo e lavoriamo. Le competenze digitali saranno sempre più un metro di misura dell’impresa. Una rampa di lancio o un fossato incolmabile. È una traiettoria con cui fare i conti.
Questo può creare un ulteriore conflitto tra le nuove generazioni e quelle precedenti.
A capo delle nostre PMI di produzione di prima generazione troviamo spesso un ex operaio che ha cominciato con una pressa o un tornio, e poi via via ha aggiunto qualche macchina e assunto altri operai.
Molti imprenditori e imprenditrici lamentano di non trovare giovani da assumere in azienda.
Il punto è: per quale lavoro?
I giovani non sono nostri cloni
Perché se noi adulti cerchiamo nei giovani da assumere i nostri cloni con qualche anno di meno, sbagliamo clamorosamente.
I giovani nati dopo il 1985 sono chiamati nativi digitali, o millennials.
Il termine “nativi digitali” è stato coniato nel 2001 da Marc Prensky, educatore e autore americano, per descrivere i giovani che hanno sviluppato abilità e competenze tecnologiche in modo “naturale”, nati in un mondo di smartphone, tablet e comunicazione social.
A differenza degli “Immigrati digitali”, molti di noi, che abbiamo dovuto imparare ad utilizzare i dispositivi digitali.
Cresciuti a “pane e tecnologia”, i giovani sono particolarmente abili nell’uso di strumenti tecnologici, preziosi per le piccole e medie imprese, per migliorarne efficienza e innovazione.
5 buone ragioni per una prospettiva di lavoro interessante per i giovani e utile per l’impresa:
1. Competenze Digitali come Vantaggio Competitivo
Dobbiamo decidere: le competenze digitali sono una barriera, oppure un nostro vantaggio competitivo? Servono a rendere più fresca la presenza online del sito aziendale, fondamentale in un mercato sempre più digitale, a strutturare un sistema di Customer Relationship Management (CRM) su cloud, per automatizzare il processo di gestione dei clienti, migliorare la comunicazione e personalizzare le offerte, a ottimizzare i processi interni.
La difficoltà che un imprenditore senior ha nel dialogare con società che forniscono servizi tecnologici potrebbe essere superata dall’avere al fianco una persona giovane, dipendente dell’azienda, con la stessa dimestichezza digitale.
2. Innovazione e Creatività
I millennials sono abituati alla continua condivisione di informazioni. Lo fanno tutti i giorni sui social network. Qualcuno direbbe anche troppo.
Un approccio multitasking e collaborativo può portare un’ondata di creatività in azienda: contribuendo ad esempio a sviluppare strategie di marketing innovative e a migliorare il servizio clienti, con una migliore interazione.
I giovani dipendenti potrebbero curare campagne di marketing sui social media, creare contenuti virali attraverso video brevi e coinvolgenti, utilizzando hashtag popolari per aumentare la visibilità del marchio.
La loro esperienza social può portare a messaggi aziendali più efficaci e mirati.
3. Formazione e Aggiornamento continuo
E’ essenziale offrire ai giovani lavoratori formazione come crescita costante.
Questo non solo aiuta a colmare eventuali lacune di competenze specifiche, ma anche a trasformare la loro pratica in competenze tecniche approfondite, permettendo ai giovani di diventare veri esperti in alcuni ambiti. Ad esempio, sul tema della cybersecurity, cioè come proteggere i dati aziendali, che sembra un rischio remoto, finché non ti capita.
Workshop tenuti da esperti del settore possono fornire le competenze necessarie per identificare e prevenire le minacce informatiche. Questo migliora la “cultura della sicurezza” aziendale, la sensibilità dei dipendenti ad affrontare rischi futuri.
4. Adattamento e Flessibilità
I nativi digitali sanno adattarsi rapidamente ai cambiamenti.
Questa flessibilità è un grande vantaggio per le PMI, che devono rispondere in modo agile al mercato e saper cogliere nuove opportunità.
Coinvolgere i giovani in progetti del team di ricerca e sviluppo interno può favorire aggiornamenti frequenti nel nostro prodotto, portare a soluzioni innovative, aumentando la competitività dell’azienda.
La capacità dei millennials di lavorare in ambienti dinamici facilita questo approccio.
5. Inclusione e Diversità– Scambio di Know how
I giovani possono essere coinvolti in programmi di scambio reciproco di competenze fra millennials e dipendenti più anziani.
Ad esempio, un giovane esperto di digitale può insegnare ai colleghi adulti come utilizzare un software di programmazione della produzione. Un dipendente senior può trasmettere conoscenze tecniche sul settore specifico dell’azienda.
Questo scambio bidirezionale valorizza la diversità di esperienze e migliora la coesione del team.
Inserire ragazzi e ragazze con un talento digitale può stimolare il problem-solving creativo, offrire nuove prospettive e la generazione di nuove idee, elementi cruciali per il successo e la crescita continua dell’impresa.
Le PMI possono trarre vantaggio dai giovani, integrando le loro abilità tecnologiche alle capacità tecniche presenti in azienda.
Un costante scambio reciproco di esperienza e di fiducia significa anche dare ai giovani responsabilità, farli sentire preziosi e che il loro contributo è importante.
Anzi, indispensabile per formare la prossima generazione di leader innovatori.
La frase di oggi
“A volte uno si crede incompleto. Ed è soltanto giovane”, Italo Calvino.