HCOB PMI®Flash: si attenua la flessione dell’eurozona grazie alla stabilizzazione del terziario, ma si intensifica la pressione sui prezzi

 HCOB PMI®Flash: si attenua la flessione dell’eurozona grazie alla stabilizzazione del terziario, ma si intensifica la pressione sui prezzi

Dall’analisi dei dati provvisori dell’indagine PMI® di febbraio, l’attività economica dell’eurozona sta indicando il più lento tasso di calo in otto mesi, dovuto a una stabilizzazione della produzione terziaria che sta compensando la maggiore contrazione del manifatturiero. La fiducia per l’anno a venire è migliorata, toccando un picco di rialzo in dieci mesi che ha incoraggiato le aziende ad aumentare gli organici tanto da registrare un’espansione delle assunzioni a un livello mai visto da luglio scorso. Ciò aggiunge ulteriori segnali di moderazione del rallentamento dell’eurozona.

Dal punto di vista nazionale, la maggiore contrazione in Germania e il forte calo della produzione in Francia hanno controbilanciato la crescita più rapida del resto dell’eurozona.

Dopo i ritardi di gennaio causati dai disagi dei trasporti sul Mar Rosso, i tempi di consegna sono migliorati alleggerendo maggiormente la pressione sui prezzi del settore manifatturiero. Tuttavia, l’inflazione del settore terziario è rimasta elevata rispetto alla media storica, causando a febbraio l’accelerazione dei tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita generali fino ai valori più alti da maggio dello scorso anno.

Produzione e domanda

Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell’eurozona, che è calcolato in base a circa l’85% delle risposte finali dell’indagine ed è redatto da S&P Global, è salito a febbraio a 48.9 da 47.9 di gennaio. Malgrado abbia segnalato il nono mese consecutivo di contrazione, il calo di febbraio è stato il meno elevato da giugno dello scorso anno. Anche se quest’ultima lettura ci lascia intendere che la più profonda contrazione dell’eurozona dal 2013 (esclusi i primi mesi di pandemia) si sta protraendo nel 2024, nel primo trimestre di quest’anno il tasso di calo sta mostrando segnali di rallentamento.

Le condizioni economiche dell’eurozona continuano tuttavia a diversificarsi per settore e nazione, mettendo soprattutto in evidenza la debolezza del manifatturiero, che a sua volta ha subìto un duro colpo in Germania.

A febbraio, la produzione manifatturiera dell’eurozona ha segnato l’undicesimo calo mensile consecutivo, ad un tasso che, dopo essere rallentato a gennaio, è di nuovo accelerato, indicando un altro mese di forte declino. Allo stesso modo, i nuovi ordini ricevuti dalle aziende manifatturiere hanno registrato un calo elevato rispetto alla media storica, anche se a un tasso che negli ultimi quattro mesi ha continuato gradualmente a ridursi. Dopo sei mesi di continuo deterioramento, l’attività economica del settore terziario di febbraio si è invece stabilizzata, grazie a un tasso di declino dei nuovi ordini ridottosi gradualmente in questi ultimi quattro mesi, fino a segnalare solo un marginale decremento della domanda.

Seguendo una tendenza simile, gli ordini esteri di beni e servizi sono diminuiti, registrando una forte contrazione del settore manifatturiero compensata da un calo più moderato del terziario.

Osservando le tendenze nazionali, in Germania la produzione è diminuita in modo particolarmente elevato, segnando l’ottavo mese consecutivo di crollo e al tasso più rapido dallo scorso ottobre. La contrazione moderata del settore terziario tedesco ha solo parzialmente compensato la forte contrazione manifatturiera.

Anche in Francia la produzione ha registrato una contrazione, sebbene sia stata la minore da giugno dello scorso anno, mese in cui è iniziato l’andamento al ribasso francese. Ciò si è verificato grazie al calo più lieve della produzione manifatturiera e terziaria.

Dopo gli ultimi cinque mesi di declino, il resto dell’eurozona ha riportato complessivamente una crescita e per il secondo mese consecutivo, beneficiando quindi del maggiore rialzo mensile dallo scorso maggio. L’accelerazione della crescita terziaria è stata accompagnata da una quasi stabilizzazione della produzione manifatturiera.

Occupazione

Dopo due mesi di declino a fine 2023, l’occupazione ha segnato a febbraio un aumento per il secondo mese consecutivo. Anche se quest’ultimo rialzo degli organici è stato solo modesto, ha comunque indicato il valore più elevato da luglio scorso. Ancora una volta, il divario tra i settori è degno di nota. Il forte tasso di tagli al personale registrato dal manifatturiero è stato compensato dalla crescita netta delle assunzioni del settore terziario, che ha toccato un picco in otto mesi. In Germania, il calo marginale dei livelli occupazionali si è accompagnato al lieve incremento avutosi in Francia e al più forte tasso di assunzione in nove mesi del resto dell’eurozona.

Scorte, forniture e attività di acquisto

Il pessimismo del settore manifatturiero è stato anche evidenziato dalla continua riduzione dell’attività di acquisto registrata dalle aziende, in calo per il ventesimo mese consecutivo, che a sua volta ha causato il tredicesimo mese consecutivo di contrazione delle giacenze degli acquisti.

È d’altro canto incoraggiante osservare che l’attuale calo dell’attività di acquisto ha ridotto la pressione sulla catena di fornitura. Lo scorso gennaio, i tempi di consegna si sono allungati soprattutto a causa dei disagi relativi ai trasporti nel Mar Rosso, ma a febbraio sono stati riportati tempi di consegna più veloci, dando il gradito segnale di una riduzione dei ritardi logistici.

Prezzi

A febbraio la pressione sui prezzi è aumentata.

L’aumento dei prezzi medi di acquisto affrontati dal manifatturiero e dal terziario è accelerato per il secondo mese consecutivo fino a toccare un picco di rialzo da maggio scorso. Nonostante sia stato nettamente inferiore rispetto ai record avutisi durante la pandemia, l’ultimo incremento ha spinto il tasso di crescita ancora più in alto della media pre-pandemica di lungo termine, indicando forti pressioni sui prezzi rispetto alla media storica. L’inflazione dei costi sostenuti dal settore terziario è salita ai massimi in nove mesi, e quella del manifatturiero ha indicato il calo minore in 11 mesi.

Anche l’inflazione dei prezzi di vendita è accelerata, con febbraio che ha segnato il quarto mese consecutivo di rialzo ed ha toccato il valore più alto da maggio scorso. Se escludiamo l’impennata di prezzi avutisi negli ultimi due anni fino a maggio dello scorso anno, il tasso di inflazione di febbraio è il più alto da gennaio 2018 e nettamente superiore alla media pre-pandemica di lungo termine. Anche se i prezzi di vendita del manifatturiero hanno indicato un calo lievemente maggiore, continuando la tendenza disinflazionistica del settore dei beni degli ultimi dieci mesi, i prezzi di vendita del terziario hanno indicato il più alto rialzo degli ultimi nove mesi, con un tasso di inflazione accelerato quindi per il quarto mese consecutivo. Se escludiamo la sequenza temporale che si estende per 19 mesi fino a maggio 2023, quest’ultimo aumento di prezzi del terziario è stato il più elevato da settembre 2000.

Prospettive future

Guardando in avanti, l’ottimismo sui prossimi 12 mesi registrato a febbraio è migliorato per il quinto mese consecutivo, toccando il valore maggiore da aprile 2023. La fiducia del settore terziario è salita al livello più alto in 11 mesi, riconquistando sempre più vigore dai minimi registrati a settembre. Nel manifatturiero però, il picco di rialzo in 11 mesi dell’ottimismo è lievemente scivolato, mantenendo comunque un valore molto superiore ai minimi di ottobre. Nei mesi recenti sono state registrate prospettive di crescita legate a speranze di una minore pressione sul costo della vita e alle aspettative di una riduzione dei tassi di interesse nei mesi a venire, ma anche a una politica di riduzione delle scorte del manifatturiero.

L’ottimismo per l’anno a venire ha tuttavia continuato a posizionarsi lievemente al di sotto della media pre-pandemica, in parte a causa dell’incertezza economica e delle preoccupazioni geopolitiche globali.

Commento

Commentando I dati PMI flash, Norman Liebke, Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Con l’eurozona che ha imboccato la strada della ripresa, si intravede un barlume di speranza. Ciò è particolarmente evidente nel settore dei servizi, dove il corrispondente indice HCOB PMI ha raggiunto quota 50, terminando quindi per la prima volta dallo scorso luglio la fase di contrazione. L’ultimo indice PMI fa ben sperare in una ripresa dell’eurozona, ecco perché le nostre previsioni di crescita HCOB per il 2024 restano sullo 0.8%. Gli ultimi dati relativi al livello di occupazione, in crescita più rapida rispetto al mese precedente, offrono un certo ottimismo. La Germania sta fungendo da freno per la crescita dell’eurozona. Mentre la ripresa della Francia è stata più forte sia per il settore dei servizi che per il manifatturiero, la Germania è rimasta indietro. Nello specifico, le esportazioni del terziario di febbraio hanno agevolato la Francia ma penalizzato la Germania. Una possibile spiegazione potrebbe essere la maggiore attività turistica, con la Francia che ne ha tratto un vantaggio maggiore rispetto alla Germania. Su come il settore manifatturiero rallenti l’economia europea è chiaramente dimostrato dal forte declino della produzione e dal rallentamento dei nuovi ordini. Le aziende campione hanno di conseguenza ridotto ulteriormente la loro forza lavoro e, esprimendo quindi pessimismo, le previsioni dell’attività dei prossimi dodici mesi sono rimaste al di sotto della media a lungo termine. Gli ultimi dati HCOB PMI rischiano di deludere la BCE. I prezzi di vendita sono aumentati a un tasso più veloce per il quarto mese consecutivo. La causa di ciò è interamente dovuta al settore ad alto impiego di manodopera dei servizi, che continua ad avere difficoltà legate agli aumenti salariali. Le nostre previsioni ribadiscono che a giugno la BCE ridurrà per la prima volta i tassi di interesse.”

Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/illustrazione-della-mappa-269790/ 

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