HCOB PMI®Flash: nuovo declino dell’attività dell’eurozona con i servizi che si uniscono alla contrazione del settore manifatturiero
Dai dati previsionali dell’indagine PMI® di novembre, l’attività dell’eurozona è riscesa in contrazione per la seconda volta in tre mesi. Nel frattempo, l’ottimismo sulle previsioni future è crollato ai minimi in poco più di un anno. Continuano per le aziende le difficoltà nell’acquisire nuovi ordini, che risultano diminuiti per il sesto mese consecutivo e a un tasso elevato. Con il calo del flusso delle commesse in entrata e del lavoro inevaso, le aziende hanno anche ridotto gli organici, anche se marginalmente. I tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita sono nel frattempo aumentati rispetto a ottobre, entrambi registrando valori più deboli rispetto alla loro media annuale.
Il nuovo calo della produzione è dovuto al declino dell’attività economica terziaria, che per la prima volta in dieci mesi ha raggiunto il manifatturiero in zona contrazione, che ha a sua volta segnato un tasso di calo accelerato, con la produzione in forte declino e maggiore di ottobre.
In questo ultimo trimestre dell’anno, le differenze tra le prestazioni all’interno dell’eurozona sono di nuovo evidenti. Germania e Francia hanno entrambi indicato cali di produzione maggiori di ottobre, con la Francia che ha registrato la contrazione più rapida dell’attività da gennaio. Il resto dell’eurozona ha invece continuato a segnalare incrementi dell’attività, anche se a tassi di espansione lievi, i più lenti dell’attuale sequenza di crescita di 11 mesi.
Produzione e domanda
Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB Flash PMI Composito della Produzione dell’Eurozona, calcolato sulla base dell’85% circa delle risposte solitamente raccolte dall’indagine e redatto da S&P Global, dopo il valore di non cambiamento di ottobre di 50.0 è sceso a novembre a 48.1. La produzione ha dunque segnato una contrazione per due sui tre mesi passati, con quest’ultima di novembre che nonostante abbia indicato un tasso modesto, è stata la più elevata da gennaio.
Per la prima volta da gennaio, entrambi i settori monitorati hanno segnato a novembre una contrazione della produzione, con il terziario che si è unito al calo del manifatturiero. Tuttavia, il calo dell’attività terziaria è stato solo leggero e molto più debole di quello registrato dal manifatturiero, dove il tasso di riduzione è accelerato rispetto a ottobre. Salgono dunque a 20 i mesi consecutivi in cui il manifatturiero continua a registrare una contrazione.
Il declino dell’attività si riflette nel calo della domanda. I nuovi ordini di novembre sono diminuiti per il sesto mese consecutivo, e al tasso più rapido di quest’anno ancora in corso. Sia nel manifatturiero che nel terziario sono state registrate riduzioni maggiori del flusso delle commesse ricevute.
In linea con il quadro segnalato dai nuovi ordini totali, anche gli ordini provenienti dall’estero (incluso il commercio intra- eurozona) hanno indicato il calo più elevato dalla fine dello scorso anno. Le nuove esportazioni hanno indicato una contrazione forte e a un valore maggiore rispetto ai nuovi ordini totali.
Prospettive future
Con la nuova riduzione dell’attività di novembre si è anche registrato un indebolimento della fiducia sulle prospettive economiche nei prossimi 12 mesi. L’ottimismo si è deteriorato fortemente segnando il valore minore da settembre 2023. La perdita di fiducia complessiva si è concentrata nel settore terziario, dove l’ottimismo è sceso ai minimi in due anni. Per la prima volta in quattro anni e mezzo la Francia ha registrato pessimismo, mentre le aziende tedesche si sono mostrate lievemente più positive rispetto a ottobre. Nel frattempo, il resto dell’eurozona ha mantenuto un forte ottimismo sulle previsioni economiche per l’anno a venire, anche se lievemente minore del mese precedente.
Occupazione
A novembre e per il quarto mese consecutivo, le aziende dell’eurozona hanno ridotto gli organici, anche se ad un tasso solo marginale e più debole di ottobre. I due settori monitorati hanno tuttavia mostrato andamenti divergenti. Il personale manifatturiero ha registrato un forte calo, il maggiore da agosto 2020, mentre i livelli occupazionali del terziario hanno continuato ad aumentare, al tasso più rapido in quattro mesi. Calano i tagli occupazionali della Germania, ma la Francia e il resto dell’eurozona segnalano assunzioni.
Il settore privato mostra ancora segnali di capacità in eccesso, visto che il lavoro inevaso è di nuovo diminuito, peraltro registrando al tasso maggiore da gennaio.
Prezzi
Il tasso d’inflazione dei prezzi di acquisto di novembre è accelerato segnando un picco di rialzo in tre mesi, restando comunque più lento della media attuale del 2024. Il forte incremento delle spese gestionali affrontate dal terziario è stato in parte mitigato dal calo dei prezzi di acquisto del settore manifatturiero.
Anche i prezzi di vendita sono aumentati ad un tasso accelerato rispetto ad ottobre ma più debole rispetto alla media di questi ultimi 11 mesi dell’anno. Come accaduto per i costi, il rialzo dei prezzi di vendita dei servizi ha controbilanciato il calo registrato nel manifatturiero. Dal punto di vista composito, le tariffe applicate ai clienti sono aumentate in Germania, Francia e nel resto dell’eurozona.
Scorte e catena di fornitura
Con il settore manifatturiero dell’eurozona rimasto a novembre in contrazione, le aziende hanno di nuovo ridotto la loro attività di acquisto, che ha segnato il calo più rapido di quest’anno. Sia la giacenza degli acquisti che quella dei prodotti finiti sono diminuite maggiormente rispetto a ottobre. Concludendo, i tempi medi di consegna sono rimasti pressoché stabili, allungandosi solo marginalmente e con un impatto minore rispetto a ottobre.
Commento
Commentando I dati PMI flash Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Difficilmente la situazione avrebbe potuto rivelarsi peggiore. Il settore manifatturiero dell’eurozona sta affondando sempre più nella recessione, e adesso, dopo i due mesi precedenti di lieve crescita, anche il settore dei servizi sta iniziando ad essere in difficoltà. Non c’è da stupirsi, considerato il recente caos politico nelle maggiori economie dell’eurozona: il governo della Francia che si muove su un terreno instabile e la Germania alle presse con le elezioni anticipate. Se a tutto questo aggiungiamo l’elezione a presidente degli USA di Donald Trump, non c’è da meravigliarsi che l’economia stia avendo problemi. Le aziende al momento navigano a vista. Il settore dei servizi ha preso una svolta inaspettata, riportando il primo calo dell’attività da gennaio. Speravamo che minori livelli di inflazione e maggiori salari, avrebbero potuto incentivare i consumi e la domanda di servizi, ma anche questa speranza è stata infranta. Non ci sono i requisiti di una ripresa a breve termine in quanto sia i nuovi ordini che quelli in fase di lavorazione sono diminuiti a ritmi ancora più veloci di quelli registrati ad ottobre. Quello di novembre è un contesto di stagflazione. Da un lato, l’attività sta calando su tutti i livelli, dall’altro invece, i prezzi di acquisto e quelli di vendita stanno aumentando ancora più rapidamente. Questa ondata è causata dai costi dei servizi, collegati all’elevato incremento dei salari dell’eurozona nel terzo trimestre. L’inflazione dei prezzi di vendita del settore dei servizi è la maggiore preoccupazione per la BCE. In questo scenario, alcuni membri della BCE potrebbero persino discutere una sospensione dei tagli dei tassi a dicembre, ma la maggior parte si atterranno alla riduzione dei tassi di 25 punti base. A novembre i prezzi di acquisto del manifatturiero non sono diminuiti quanto il mese scorso. Se nei prossimi mesi l’euro continua a indebolirsi, i prezzi di acquisto potrebbero persino aumentare, a maggior ragione se la Commissione Europea imporrà dazi addizionali in risposta ai potenziali aumenti doganali da parte degli USA”.