HCOB PMI®Flash: con il leggero calo della domanda, si riduce l’attività economica dell’eurozona
I dati previsionali dell’indagine PMI® di ottobre, mostrano un’attività economica dell’eurozona in lieve calo per il secondo mese consecutivo, ed indicano un declino marginale complessivamente allineato con quello di settembre. La produzione si è ridotta in risposta all’indebolimento della domanda, con i nuovi ordini in calo per il quinto mese consecutivo. Le aziende hanno risposto al minore carico di ordini effettuando tagli ai posti di lavoro al ritmo maggiore in quasi quattro anni, mentre la fiducia è scesa ai minimi in 11 mesi. Allo stesso tempo, i costi affrontati dalle aziende hanno indicato il più lento incremento da novembre 2020, e similmente, l’inflazione dei prezzi di vendita è diminuita toccando i minimi in 44 mesi.
La marginale riduzione dell’attività economica complessiva ha celato la continua divergenza tra il settore manifatturiero e terziario. La produzione manifatturiera è di nuovo diminuita nettamente anche se il tasso di contrazione è sceso di poco rispetto a settembre. Nel frattempo, e nonostante l’indebolimento della domanda, il settore terziario è riuscito a mantenere l’attività in crescita. Detto ciò, la modesta espansione del terziario è stata anche la meno forte da febbraio.
Le ragioni chiave dell’indebolimento sono di nuovo collegate alle due principali economie dell’eurozona, Germania e Francia, indicando un’ulteriore elevata riduzione dell’attività economica ad inizio del trimestre finale dell’anno. Il resto dell’eurozona ha invece indicato un incremento della produzione e al tasso più rapido in quattro mesi.
Produzione e domanda
Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB Flash PMI Composito della Produzione dell’Eurozona, calcolato sulla base dell’85% circa delle risposte solitamente raccolte dall’indagine e redatto da S&P Global, si è posizionato ad ottobre su 49.7, sostanzialmente in linea con 49.6 di settembre. Quest’ultimo valore mostra il secondo mese consecutivo di calo marginale dell’attività economica dell’eurozona.
La produzione del settore manifatturiero ha indicato una forte flessione, contraendosi ad ottobre per il diciannovesimo mese consecutivo e in modo elevato, ma ad un tasso leggermente minore di quello osservato a settembre. Il terziario è invece rimasto in territorio positivo, indicando un lieve incremento mensile dell’attività economica. Il tasso di espansione è però rallentato toccando i minimi in otto mesi, con i nuovi ordini in diminuzione per il secondo mese consecutivo.
I nuovi ordini sono complessivamente diminuiti per il quinto mese di fila e ad un ritmo pressoché simile a quello di settembre, sia nel manifatturiero che nel terziario. Se la contrazione è stata più forte nel manifatturiero, il calo dei nuovi ordini dei servizi è stato il più elevato degli ultimi nove mesi.
Ad ottobre, anche la domanda internazionale è diminuita. I nuovi ordini esteri (incluso il commercio intra-eurozona) hanno indicato lo stesso tasso di riduzione di settembre, che è anche il più rapido tra quelli registrati finora nel 2024.
Occupazione
Con l’indebolimento della domanda, le aziende dell’eurozona hanno adottato ad ottobre una crescente politica di tagli occupazionali. Gli organici sono diminuiti per il terzo mese consecutivo e al tasso più rapido dalla fine del 2020. Se tale riduzione si è concentrata soprattutto nel manifatturiero, il settore terziario ha registrato livelli occupazionali quasi stagnanti. Il quadro si è presentato particolarmente desolante in Germania, dove sono stati registrati i tagli occupazionali più forti dai tempi della prima ondata pandemica da Covid-19 nel 2020. In Francia gli organici sono lievemente diminuiti, mentre il resto dell’eurozona ha indicato valori in modesta crescita.
Ad inizio dell’ultimo trimestre dell’anno, nonostante il calo dell’occupazione, la debole domanda da parte dei clienti ha spinto le aziende a dedicarsi agli ordini inevasi. Quest’ultima riduzione delle commesse in fase di completamento è stata la più elevata da gennaio.
Prospettive future
Il peggioramento delle condizioni della domanda ha continuato ad attenuare i livelli di fiducia, scivolata per il quinto mese consecutivo fino a toccate il valore minimo in quasi un anno. Anche l’ottimismo ha registrato valori inferiori alla media seriale, con effetti sia nel manifatturiero che nel terziario, restando però più forte nei servizi.
Prezzi
Anche se i prezzi di acquisto ottobre sono di nuovo aumentati, il tasso di inflazione è di nuovo rallentato, segnando il valore minimo in poco meno di quattro anni. Similmente all’attività economica, le divergenze tra i due settori sulle variazioni di costi sono state notevoli. I prezzi di acquisto del manifatturiero sono diminuiti per il secondo mese consecutivo e al tasso più rapido da marzo. I servizi, invece, hanno continuato a registrare costi in forte crescita, anche se a tassi più deboli della media di serie.
I prezzi di vendita sono anch’essi aumentati a tasso modesto, peraltro il più lento da febbraio 2021, con gli incrementi riportati dal terziario che hanno compensato le riduzioni registrate dal manifatturiero. Le aziende tedesche hanno mantenuto prezzi di vendita pressoché stabili, registrando un tasso di inflazione marginale e il più lento da gennaio 2021. La Francia, che a settembre non aveva mostrato variazioni, ha indicato ad ottobre prezzi in leggero aumento, mentre quelli registrati nel resto dell’eurozona hanno segnato un modesto aumento.
Scorte e catena di fornitura
Il ridimensionamento del manifatturiero osservato questo mese, non si è limitato alla produzione e all’occupazione. Le aziende hanno infatti diminuito ad ottobre la loro attività di acquisto e la giacenza degli acquisti che quella dei prodotti finiti. I tempi medi consegna dei fornitori si sono nel frattempo allungati per il secondo mese consecutivo. Anche se modesto, il peggioramento delle prestazioni dei fornitori è stato il maggiore da gennaio.
Commento
Commentando I dati PMI flash Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “L’eurozona si è bloccata in fase di stallo, con l’economia in marginale contrazione per il secondo mese consecutivo. L’attuale crollo del manifatturiero è stato generalmente bilanciato dalla piccola crescita del settore dei servizi. A livello nazionale, si rileva un peggioramento della situazione in Francia unito a una lieve moderazione del declino in Germania. Per adesso, non è chiaro se in un prossimo futuro, osserveremo un nuovo peggioramento o miglioramento. Anche se solo lievemente, il settore dei servizi dell’eurozona continua a crescere, contribuendo a mantenere livelli quasi stabili dell’economia complessiva. Detto questo, non dovremmo aspettarci troppo a breve termine. Le aziende di questo settore stanno osservando un minore volume di nuovi ordini, e il livello del lavoro inevaso si è contratto per sei mesi consecutivi. Per la prima volta da inizio 2021, le assunzioni del settore dei servizi si sono quasi bloccate. La vera domanda da porsi è se la combinazione tra salari più alti e una minore inflazione può ravvivare la spesa dei consumatori, che a sua volta darebbe alle aziende del terziario quella spinta tanto necessaria. Per la Banca Centrale Europea (BCE), gli ultimi dati rappresentano una sorpresa non piacevole. L’inflazione del settore dei servizi probabilmente rimarrà elevata, con i costi e i prezzi di vendita di ottobre in aumento più veloce rispetto al mese precedente. Questo è forse causato dalla persistente pressione salariale, con un impatto particolarmente duro per le aziende dei servizi. Tutto ciò sostiene l’idea che a dicembre la BCE molto probabilmente taglierà i tassi di interesse di soli 25 punti invece che i 50 anticipati precedentemente.”