HCOB PMI®Composito dell’Eurozona: continua a dicembre la contrazione dell’economia dell’eurozona
Si estende all’ultimo mese del 2023 il declino dell’economia dell’eurozona, come mostrano i dati raccolti dall’indagine HCOB PMI®, prolungando una contrazione che osserviamo da giugno. La domanda di beni e servizi dell’eurozona continua a indebolirsi e i livelli occupazionali segnano di nuovo un decremento, il secondo nell’arco di quasi tre anni. Le previsioni di crescita economica sono tuttavia migliorate, aumentando ulteriormente rispetto ai minimi di settembre e toccando il valore più alto in sette mesi (che però resta debole rispetto alla media storica).
Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, ha eguagliato a dicembre il valore di novembre posizionandosi su 47.6. Salgono a sette i mesi consecutivi in cui il tasso si mantiene al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0 e segnala un moderato ma continuo declino dell’attività economica dell’eurozona. È importante sottolineare che a dicembre l’indice ha continuato a indicare un valore inferiore a 50.0, prolungando una sequenza ripetutasi in mensilmente nel terzo e quarto trimestre del 2023.
La produzione è diminuita sia nel manifatturiero che nel terziario con tassi di contrazione pressoché invariati rispetto al mese precedente. Per quanto riguarda le singole nazioni, i dati PMI hanno rivelato che sono state le maggiori economie a trascinare in contrazione le attività dell’area dell’euro. Tra le nazioni i cui dati PMI compositi vengono monitorati, Francia, Germania e Italia sono scese rispettivamente agli ultimi tre posti della classifica di crescita. Irlanda e Spagna, invece, hanno indicato un aumento della produzione. In particolare, l’espansione della Spagna, nonostante sia stata marginale, è stata la più rapida da luglio scorso.
A fine anno, i livelli di attività sono stati frenati da un nuovo indebolimento delle condizioni della domanda. Gli ultimi dati dell’indagine hanno registrato l’ennesimo forte calo del flusso dei nuovi ordini ricevuti dalle aziende manifatturiere e terziarie dell’eurozona. Il ritmo di contrazione del settore privato, anche se il più lento da luglio, è stato comunque elevato. Un freno considerevole alle vendite è stato causato dal mercato estero, con ordini (inclusi quelli intra eurozona) in forte flessione e a un tasso più rapido di quello osservato per gli ordini totali.
A fine anno, le aziende del settore privato dell’eurozona monitorate dall’indagine hanno ulteriormente ridotto il livello di ordini inevasi, consolidando una tendenza cui assistiamo a cadenza quasi mensile da metà 2022. Il tasso di riduzione è rallentato lievemente fino a segnare il valore più debole in cinque mesi, eppure comunque elevato. La continua riduzione di ordini in giacenza, agevolata dal calo ulteriore di nuovi ordini, ha inoltre contribuito a ridurre i livelli occupazionali per il secondo mese consecutivo. Il calo degli organici, nonostante sia stato solo marginale, ha segnato per la seconda volta in tre anni il valore più veloce.
Detto ciò, le previsioni di crescita economica nei prossimi 12 mesi si sono rafforzate, come segnalato dall’Indice HCOB PMI della Produzione Composita Futura che ha guadagnato terreno sino a raggiungere il livello di ottimismo massimo in sette mesi. Ciò indica un forte miglioramento della fiducia rispetto ai recenti valori minimi di settembre. L’ottimismo in generale è però rimasto lieve rispetto agli standard storici, mantenendosi inferiore alla media di lungo termine.
Parlando di prezzi, i dati raccolti in sede d’indagine hanno registrato una riduzione della pressione sui costi, che hanno indicato l’aumento più debole in quattro mesi. Le aziende del settore privato hanno tuttavia aumentato i prezzi di vendita in modo aggressivo, spingendoli al rialzo fino a segnare un picco in sei mesi dell’inflazione.
Classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita: dicembre
Irlanda | 51.5 | minimo in 2 mesi |
Spagna | 50.4 | massimo in 5 mesi |
Italia | 48.6 | massimo in 3 mesi |
Germania | 47.4 (flash 46.7) | minimo in 2 mesi |
Francia | 44.8 (flash: 43.7) | massimo in 4 mesi |
HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona
Da 48.7 di novembre, l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona di dicembre è salito marginalmente a 48.8, registrando una modesta contrazione della produzione terziaria nell’eurozona, complessivamente simile peraltro al mese precedente. È il quinto mese consecutivo che il settore indica un declino generale, con l’ultimo calo che è stato il più debole della sequenza.
A fine anno si è registrato un calo della domanda di servizi dell’eurozona, ma al tasso minore da luglio scorso. Anche le vendite estere hanno indicato una contrazione, accelerata peraltro rispetto al mese precedente.
Nell’economia terziaria dell’eurozona, la crescita occupazionale ha mantenuto un valore invariato, segnando lo stesso tasso di incremento marginale mensile di novembre. L’espansione degli organici ha toccato il secondo valore minimo per la seconda volta da febbraio 2021. Il lavoro inevaso continua a diminuire, come avviene da luglio scorso.
A dicembre, la fiducia è migliorata, segnando un picco di rialzo da metà del 2023. Tuttavia, le aspettative di crescita sono rimaste deboli rispetto alla media storica.
In ultimo, i dati di dicembre hanno mostrato un settore terziario più aggressivo sui prezzi di vendita, nonostante l’inflazione dei costi sia rallentata ai minimi in cinque mesi.
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Un po’ come già accaduto a novembre, il settore terziario dell’eurozona, ancora in una zona di esitante transizione, è in leggera contrazione. Nel frattempo, l’occupazione aumenta, anche se marginalmente. Non si può ancora realmente parlare di recessione, ma la tendenza è ben lontana da una crescita e mancano chiari segnali di un ritorno imminente ad una solida espansione. Il PMI composito dell’eurozona, un indicatore affidabile della prestazione economica complessiva, sta però lanciando l’allarme recessione. Ad aumentare la credibilità di questa tesi si aggiunge il nostro modello di PIL a brevissimo termine, che, per quest’ultimo trimestre, prevede una contrazione mensile consecutiva della regione. A fronte di un settore terziario stagnante, è sorprendente che le aziende di servizi riescano a trasferire sui clienti parte delle loro spese sempre più alte. I prezzi di vendita di dicembre hanno infatti registrato un notevole incremento e ad un tasso lievemente elevato. Questa tendenza contraddice coloro che alla Banca Centrale Europea sono propensi a tagliare i tassi già da marzo. Noi prevediamo un primo taglio a giugno. I livelli di fiducia sull’attività futura non presentano un quadro ottimistico. Le opportunità di aggiudicarsi nuovi ordini hanno continuato a ridursi ad un ritmo simile ai mesi precedenti e, nonostante le aspettative economiche dei prossimi 12 mesi siano lievemente migliorate, l’indice continua a segnare un valore nettamente inferiore alla media di lungo termine. Nei quattro paesi principali dell’eurozona, la prestazione del settore terziario varia in modo significativo. La Spagna spicca come evidente capofila, con le sue aziende terziarie che si aggiudicano il quarto mese consecutivo di crescita. Nello stesso arco di tempo, la Germania e l’Italia invece languiscono in uno stato di stagnazione. Nel frattempo, il settore terziario francese occupa l’infausta ultima posizione, continuando a registrare una contrazione per il settimo mese consecutivo.”
Image by frimufilms on Freepik