HCOB PMI®Composito: a novembre, l’economia dell’eurozona scivola di nuovo in contrazione
Nel penultimo mese del 2024, l’economia dell’eurozona è scesa nuovamente in contrazione, come mostrano gli ultimi dati dell’indagine HCOB PMI®. Dopo essersi stabilizzata a ottobre, i livelli di attività economica hanno registrato la più rapida diminuzione da gennaio a causa del rinnovato declino della produzione terziaria. Con la riduzione dei nuovi ordini del settore privato per il sesto mese consecutivo e al tasso più rapido nell’arco di quest’anno, l’eurozona mostra chiaramente le condizioni di indebolimento della domanda. In particolare, si è registrata una forte riduzione delle vendite ai clienti esteri. Anche l’occupazione ha registrato di nuovo un calo, mentre la fiducia è crollata ai minimi in un anno. Allo stesso tempo, i tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita sono saliti ai massimi in tre mesi.
Dopo la lieve ripresa di ottobre che ha registrato 50.0, l’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, una volta destagionalizzato è di nuovo sceso in zona contrazione nel mese di novembre. L’indice principale, posizionandosi su 48.3, ha nuovamente registrato una contrazione dell’attività economica del settore privato. Il calo della produzione, benché modesto, è stato il più rapido degli ultimi dieci mesi.
La causa principale del crollo dei livelli di attività di novembre è attribuibile al settore terziario, che ha indicato la prima contrazione dall’inizio di quest’anno. Il volume della produzione industriale continua a registrare un calo per il ventesimo mese consecutivo, la più lunga sequenza di contrazione della storia dell’indagine.
Le tre principali economie dell’eurozona (Germania, Francia e Italia) hanno tutte registrato contrazioni dell’attività a metà dell’ultimo trimestre 2024. Il resto dei paesi dell’eurozona i cui dati PMI Compositi sono disponibili (Irlanda e Spagna) hanno indicato espansioni, con la prima che ha registrato la crescita più forte della produzione in due anni e mezzo.
Come indicato dagli ultimi dati, i livelli di attività economica sono stati frenati dalla netta riduzione della domanda di beni e servizi. Per il sesto mese consecutivo, il flusso dei nuovi ordini ricevuti dall’eurozona a novembre si è contratto e, per giunta, al tasso più elevato di quest’anno. Le aziende manifatturiere e terziarie hanno indicato un calo di nuovi ordini, ma le vendite manifatturiere sono diminuite con un margine considerevolmente maggiore. Il volume delle esportazioni (incluso il commercio intra-eurozona) ha costituito un pesante freno per l’economia dell’eurozona, con commesse internazionali in calo a un tasso più rapido di quello delle vendite totali.
Con la domanda tendente al ribasso, il ruolo del lavoro inevaso come mezzo di sostentamento dell’attività si è potenziato. Questo ha significato che il livello delle commesse in fase di lavorazione di novembre è diminuito, segnando il ventesimo mese consecutivo di declino. Il tasso di riduzione degli ordini in giacenza è stato pressoché simile a quello di ottobre e settembre, quindi tra i più rapidi del 2024.
In merito agli organici, gli ultimi dati dell’indagine HCOB hanno rivelato nuovi tagli occupazionali nelle aziende dell’eurozona. La riduzione è stata solo marginale, eppure, dopo quella di ottobre, la seconda più rapida da dicembre 2020. Dal momento che nel terziario la creazione occupazionale è aumentata, il declino dei posti di lavoro si è concentrato al solo settore manifatturiero.
Se si considerano le previsioni sui prossimi dodici mesi, le aziende dell’eurozona sono state mediamente positive. Tuttavia, il grado di ottimismo è scivolato ai minimi in un anno ed è stato molto più debole della relativa media di lungo termine.
Concludendo l’analisi, a novembre le pressioni inflazionistiche sono tornate a insinuarsi nell’economia nell’eurozona. Per il secondo mese consecutivo, i tassi di incremento sia dei prezzi di acquisto che di vendita sono accelerati registrando le punte più alte da agosto. Detto questo, l’aumento dei prezzi è stato registrato solo nel terziario, mentre il manifatturiero ha indicato una riduzione dei costi e sconti sui prezzi di vendita.
Classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita: novembre
Irlanda | 55.2 | massimo in 30 mesi |
Spagna | 53.2 | minimo in 10 mesi |
Italia | 47.7 | minimo in 13 mesi |
Germania | 47.2 (flash: 47.3) | minimo in 9 mesi |
Francia | 45.9 (flash: 44.8) | minimo in 10 mesi |
HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona
Per la prima volta da gennaio, l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona di novembre si è posizionato al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0. Con un calo a 49.5, da 51.6 di ottobre, l’indice ha segnalato il primo calo dell’attività terziaria in dieci mesi. La contrazione è stata tuttavia solo nel complesso marginale.
La domanda di servizi ricevuta a novembre dall’eurozona si è indebolita per il terzo mese consecutivo, segnando oltretutto il declino più rapido da gennaio. Il flusso degli ordini provenienti da clienti esteri ha costituito il freno maggiore sul valore totale, con il rispettivo indice HCOB ai minimi in 13 mesi.
L’occupazione del terziario dell’eurozona ha tuttavia continuato a salire, proseguendo una sequenza mensile di creazione occupazionale che continua da quasi quattro anni. Tutto ciò nonostante sette mesi di calo ininterrotto degli ordini inevasi, suggerendo la capacità operativa in eccesso del terziario.
I livelli di fiducia di novembre si sono inoltre indeboliti. Le previsioni di crescita hanno indicato il valore più debole da settembre 2023.
In merito ai prezzi, gli ultimi dati dell’indagine hanno mostrato un rialzo della pressione sia dei prezzi di acquisto che di vendita e a un tasso più rapido di ottobre. Se paragonati alle tendenze pre-pandemiche, i tassi di inflazione sono stati elevati in entrambi i casi.
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “La stagflazione è un termine abbastanza sgradito, soprattutto per la banca centrale, eppure è quello che sta colpendo l’eurozona in questo momento. A novembre, l’economia ha iniziato a contrarsi mentre gli indicatori PMI dei prezzi sono saliti per il secondo mese consecutivo. L’inflazione è principalmente alimentata dal terziario, ma con l’indebolimento dell’euro, c’è il rischio che anche i prezzi di importazione inizino a salire nei mesi a venire. La Banca Centrale Europea (BCE) è in difficoltà. L’economia sta soffrendo e ha realmente bisogno di supporto monetario. L’inflazione tuttavia resta ostinatamente alta, come si evince dai significativi aumenti salariali del terzo trimestre. Perciò il 12 dicembre, la BCE potrebbe evitare un aggressivo taglio dei tassi e considerare invece una attenta riduzione di 25 punti base. Per la prima volta da gennaio, il settore dei servizi, che finora ha sostenuto l’economia complessiva, sta iniziando a contrarsi. Questa è una cattiva notizia per le prospettive totali di crescita, soprattutto perché l’indebolimento si è registrato nelle tre economie principali. Questo declino generale potrebbe essere dovuto all’incertezza dei consumatori, alimentata dai problemi politici sorti in Germania e Francia e dalla minaccia di guerre commerciali dovute all’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti. La nostra previsione del PIL a brevissimo termine, che tiene conto dei dati PMI insieme ad altri indicatori, si aspetta una stagnazione nel trimestre finale del 2024.