HCOB PMI® Settore Terziario in Italia: l’attività economica di agosto indica un calo
Ad agosto e per la prima volta nell’arco di quest’anno, il settore dei servizi italiano ha subìto il calo concomitante dell’attività e dei nuovi ordini, con le aziende che hanno riportato un difficile contesto economico. Anche la fiducia sul futuro si è indebolita poiché le aziende hanno segnalato un certo timore che la domanda possa risentire dei prezzi alti e dei tassi di interesse elevati. Si è inoltre registrato un calo dell’occupazione per il secondo mese consecutivo. I prezzi di acquisto sono aumentati a ritmo elevato e accelerato, anche se le tariffe applicate ai clienti sono aumentate solo modestamente.
L’Indice principale dell’indagine, l’HCOB PMI® dell’Attività Terziaria in Italia di agosto è scivolato al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0, posizionandosi su 49.8 e in calo rispetto a 51.5 del mese precedente. L’indice ha dunque segnalato un calo marginale dell’attività e la prima contrazione dell’anno in corso.
Le aziende monitorate dall’indagine hanno collegato l’indebolimento della tendenza dell’attività all’attenuamento della domanda. Alcune aziende intervistate hanno riportato una riduzione di interesse sul settore dei servizi da parte dei clienti, dovuto in parte a prezzi e inflazione elevati. È la prima volta, da novembre 2022, che si registra una contrazione dei nuovi ordini totali. Nonostante le citazioni relative a un settore turistico positivo che ha supportato le commesse estere di agosto, anche gli ordini in esportazione sono diminuiti, evidenziando la prima contrazione da febbraio.
Di fronte a uno scenario in calo della domanda e dell’attività, il campione intervistato ad agosto si è comprensibilmente mostrato cauto sulle nuove assunzioni. Secondo gli ultimi dati, l’occupazione è diminuita per il secondo mese consecutivo poiché le aziende hanno scelto di non rimpiazzare i dipendenti in uscita o hanno cercato di migliorare la produttività interna. Nel complesso, la riduzione dei posti di lavoro di agosto è stata la più elevata da gennaio 2021. Il calo della capacità produttiva spiega in parte il leggero aumento del lavoro inevaso registrato nel corso del mese dalle aziende terziarie italiane.
Gli ultimi dati sui prezzi di agosto hanno indicato un mantenimento di alti costi operativi. L’inflazione è peraltro accelerata, segnalando il valore più alto in quattro mesi, restando oltretutto storicamente elevata, nonostante si sia notevolmente ridotta rispetto ai valori avutisi nel 2022 e all’inizio di quest’anno. Alcune aziende hanno indicato un pacchetto di spese operative in aumento che include carburante e generi alimentari, quest’ultimo in parte dovuto all’inondazione che ha colpito alcune zone del paese nei mesi recenti. È stato anche citato il costo dell’occupazione come fonte di inflazione.
Le aziende hanno tentato di trasferire sui clienti una parte dell’aumento dei costi, incrementando nel corso del mese le tariffe medie applicate. Agosto segna dunque il ventitreesimo mese consecutivo di aumento dei prezzi di vendita, sebbene quest’ultimo incremento sia stato modesto e nettamente inferiore a quello relativo ai costi.
In ultimo, la fiducia sul futuro è rimasta positiva grazie alla speranza di una ripresa economica nel prossimo anno. L’ottimismo è tuttavia diminuito rispetto a luglio toccando il valore minimo dallo scorso dicembre. Sono stati segnalati timori degli effetti dell’innalzamento dei tassi di interesse. La pressione sui costi è generalmente rimasta una preoccupazione.
Commento
Analizzando i dati PMI del Settore Terziario in Italia, Dr Tariq Kamal Chaudhry, Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Il settore terziario in Italia è al momento sotto minaccia di recessione, di cui probabilmente stiamo osservando solo l’inizio, come accaduto per il manifatturiero che registra un calo della produzione da metà dello scorso anno. L’indice HCOB PMI del Terziario di agosto si è posizionato su 49.8, diminuendo di 1.7 punti rispetto al mese precedente. Ciò indica il peggior valore da novembre 2022 e continua l’andamento al ribasso che dura da quattro mesi. Le aziende non sembrano riporre le loro speranze in una rapida ripresa del settore terziario italiano. I nuovi ordini sia nazionali che esteri stanno al momento diminuendo. In aggiunta, le prospettive future hanno accusato il colpo rispetto al mese precedente e, nonostante le previsioni di crescita, l’ottimismo ha segnato un calo rispetto alla media di lungo termine. Le aziende di servizi continuano a mostrare preoccupazione sui crescenti tassi di interesse e il loro effetto negativo sui mercati. Date le tristi prospettive, sia settore terziario che quello manifatturiero stanno ora tagliando i posti di lavoro. I numeri storicamente bassi sulla disoccupazione pubblicati recentemente dall’ISTAT per l’Italia, al 7.3% a giugno, a breve potrebbero indicare un rialzo. Insieme a un’attività economica indebolita, le aziende dei servizi stanno affrontando l’aumento dei costi, che aumentano a tasso per giunta accelerato. E questi valori sono in contrasto con le tariffe applicate ai clienti, aumentate solo a un tasso più moderato del mese precedente, generando margini di profitto che continuano a ridursi.”
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